A San Siro decide Locatelli

La sfida del Meazza va al Millan che si impone grazie ad una prodezza del giovane centrocampista

San Siro quest’anno non è per nulla ospitale con la Juve che dopo aver perso contro l’Inter alla terza giornata, torna a casa senza punti anche dopo la gara contro il Milan. Una sconfitta che i bianconeri certo non meritano, perché affrontano la gara con il giusto approccio e conducono la gara ben più a lungo degli avversari. Li condanna la sventola di Locatelli e una serie di episodi, certo poco fortunati.

Peccato, perché fin dai primi secondi la Juve prende possesso della metà campo avversaria, pressa altissimo e impone un ritmo forsennato. Donnarumma ha subito il suo da fare sulle conclusioni di Dybala e Alex Sandro, comunque viziate da fuorigioco. Il Milan punta sulla rapidità nelle ripartenze: Niang è bravo ad andarsene sulla sinistra e a trovare dalla parte opposta Suso, che impegna Buffon con un diagonale dal limite.

Dani Alves arriva spesso al cross e Alex Sandro è puntuale nel seguire le iniziative del connazionale: la combinazione tra i due al quarto d’ora produce un colpo di testa non irresistibile.
Più pericolosa la girata di Dybala in area, bloccata da Donnarumma.

Il Milan comunque non sta a guardare e dopo aver contenuto la sfuriata iniziale della Juve, prende coraggio e la gara si fa più equilibrata. Alla mezz’ora la Juve perde Dybala: l’argentino vede Donnarumma fuori dai pali e cerca la conclusione quasi da metà campo, non centrando la porta, ma accusando subito dopo un fastidio alla coscia che lo costringe a uscire e a lasciare il posto a Cuadrado.

Subito dopo la Juve passerebbe anche in vantaggio, con una velenosa punizione di Pjanic, se Rizzoli non annullasse, dopo un lungo conciliabolo, per una posizione irregolare. Sicuramente non di Bonucci, che partecipa all’azione saltando davanti a Donnarumma, ma non parte in off-side. Al limite di Benatia, che però non disturba la visuale del portiere.

L’episodio non scoraggia i bianconeri, che anche in avvio di ripresa comandano il gioco. Cuadrado prova per due volte la conclusione da fuori, alzando troppo la mira. Stessa sorte per Khedira, che gira sopra la traversa il traversone di Pjanic.

Il Milan aspetta, contiene e colpisce. In una delle rare volte in cui i rossoneri si affacciano nell’area bianconera, Locatelli si inserisce con il tempo giusto, ha lo spazio per scaricare il destro e piazza un diagonale imprendibile sotto l’incrocio. Un gol che sa di beffa e che spinge Allegri a richiamare Benatia e a mandare in campo Mandzukic e a passare alla difesa a quattro.

I bianconeri provano raddrizzare la gara, ma la stanchezza della gara di Lione, giocata quasi per tutto il secondo tempo con un uomo in meno, si fa sentire e l’attenzione con cui il Milan si difende fa il resto: non c’è modo di arrivare dalle parti di Donnarumma, se non all’ultimo secondo con la fiondata di Khedira che il portiere rossonero riesce a deviare. Finisce 1-0 per i padroni di casa che accorciano a due lunghezze il divario in classifica. Certo, ci sarebbe da recriminare parecchio, ma questa non è cosa da Juve. Meglio iniziare a pensare alla prossima sfida. Meglio concentrarsi sulla Samp.

MILAN-JUVENTUS 1-0

RETI: Locatelli 20′ st

MILAN

Donnarumma; Abate, Paletta, Romagnoli, De Sciglio; Kucka, Locatelli (36′ st Gomez), Bonaventura; Suso, Bacca (48′ st Lapadula), Niang (24′ st Poli)
A disposizione: Gabriel, Plizzari, Ely, Pasalic, Honda, Sosa, L. Adriano
Allenatore: Montella

JUVENTUS
Buffon; Benatia (30′ st Mandukic), Bonucci, Barzagli; Dani Alves, Khedira, Hernanes (41′ st Sturaro), Pjanic, Alex Sandro; Dybala (34′ pt Cuadrado), Higuain
A disposizione: Neto, Audero, Evra, Rugani, Lichtsteiner, Marchisio, Lemina,  Kean
Allenatore: Allegri

ARBITRO: Rizzoli
ASSISITENTI: Cariolato, Passeri
QUARTO UFFICIALE: Di Fiore
ARBITRI D’AREA: Massa, Di Bello

AMMONITI: 30′ pt Bonucci, 37′ pt Pjanic, 44′ pt Kucka, 5′ st Donnarumma, 31′ st Dani Alves, 34′ st Locatelli, 38′ st Gomez

A CALDISSIMO / Milan-Juve 1-0: Rizzoli & Co. cancellano il gol di Muntari, stasera il calcio non esiste

A CALDISSIMO / Milan-Juve 1-0: Rizzoli & Co. cancellano il gol di Muntari, stasera il calcio non esiste

Ci si ostina, soprattutto a livello mediatico, ad indicare Juve-Inter come derby d’Italia, ma per storia, blasone e palmares, è difficile sostenere che la sfida fra le migliori squadre italiane di sempre sia un’altra rispetto a quella fra la Vecchia Signora ed il Milan, lo spettacolo in programma stasera a San Siro con le due squadre al vertice della Serie A contemporaneamente come non capitava da tempo. Ed è uno spettacolo indecoroso anche difficile da commentare.

Allegri non si schioda dal 3-5-2, cambiano due pedine, però, rispetto alla trasferta di Lione: c’è Benatia anziché Evra dietro, cabina di regia affidata ad un attivissimo Hernanes anziché Lemina; per il resto tutto confermato, non trova spazio il match-winner d’Europa Juan Cuadrado, almeno inizialmente, il colombiano sarà presto chiamato in causa per sostituire l’infortunato Dybala.

Si gioca a ritmi bassissimi, quasi come se le due squadre avessero paura a scoprirsi: la Juve sembra la fotografia del mister, calma glaciale, passaggi senza alcun rischio particolare, Buffon viene chiamato in causa solo ed esclusivamente per un tiro di Suso da fuori comunque non pericoloso. Dalle parti di Donnarumma, però, si arriva pericolosamente solamente dopo oltre venti minuti di gioco quando una bella azione sviluppatasi grazie ad un’apertura di Higuain simile a quella che aprì la strada a Cuadrado sul gol del match in Champions: conclude Dybala su assist di Alex Sandro, ma il risultato non si sblocca. Al 36′ lo scandalo degli scandali: Pjanic segna su punizione, l’arbitro prima convalida, protestano i rossoneri e, non si sa da dove, arriva la segnalazione della posizione irregolare di Bonucci che fa tornare Rizzoli sui suoi passi. Inutile dire che la posizione del difensore bianconero era più che regolare. Da qui in avanti ed almeno sino al fischio che chiude il primo tempo, la partita diventa incommentabile: troppo nervosismo, troppe forze sprecate a protestare, situazione più che comprensibile stando a quanto visto. Altra nota stonata: Dybala costretto ad alzare bandiera bianca per un problema muscolare alla coscia destra. Nella ripresa la Juve non riesce a reagire come bloccata da quanto successo poco prima, si prova troppo singolarmente, tante imprecisioni ed una condizione fisica non eccellente non fanno la differenza, ed allora è il Milan a passare con una magia di Locatelli bravo ad approfittare dello spazio lasciatogli prima da Pjanic e poi da Alex Sandro. Non c’è neanche la reazione d’orgoglio stavolta, ancora zero punti a San Siro, quest’anno stregato per i colori bianconeri.

E’ una battuta d’arresto che brucia ancor più dell’aspetto matematico legato alla classifica: è inaccetabile quanto successo, non si tratta di una valutazione errata, ma di un cambio d’opinione non si sa dettato da cosa. Stasera parlare di calcio è superfluo: ricaricare le pile e guardare avanti, ci aspettano due partite complicate e ravvicinate.

A CALDO / Milan-Juve 1-0: alla fine ha sempre ragione Berlusconi

A CALDO / Milan-Juve 1-0: alla fine ha sempre ragione Berlusconi

Premesso che:
– è stato commesso un pasticcio.
– tra le due squadre, sulla carta, ci sono tre gol.
– Lione ti dà, Milano ti toglie.
– non è colpa di Hernanes (e in più non vorrei essere al suo posto a staccare, su rinvio lungo altrui, da primo uomo sempre e solo su situazione di 4 contro 4 difensivo).
– giochiamo (piuttosto sovente) come la Germania del ’74 e riuscire ad accettarlo è come elaborare un lutto*.
– Khedira è fuori fase, chinandoci oggi davanti al fatto che della nostra attuale mediana resta la pedina più importante.
– l’attacco era corto già un’ora dopo la chiusura del mercato.
– Barzagli è il migliore (e c’è chi suggerisce di farne comunque un motivo di riflessione).
– halma is the way.
Empoli resta la miglior trasferta fin qui in Serie A. Empoli.
– la finestra di gennaio sarà un dettaglio.
– senza sopravvento sulle fasce restiamo macchinosi.
– nutriamo il gusto per l’isolamento delle punte, pure quando sono due e pure quando prendiamo campo palleggiando.
– crediamo di poter segnare in qualsiasi momento, ma nelle ultime tre: due punizioni, un rigore, una sassata.
– questo campionato lo si potrebbe anche vincere con 7 sconfitte.
– meno serate e meno viaggetti possono essere un ottimo punto di ripartenza.
– pensavo, e auspico tuttora, di divertirmi più del 2014/15.
– qualcuno potrebbe rivederci qualcosa di quella partita allo Stadium, doppietta di Marchisio (ottobre rosso).
– i love this game.
perderla era comunque difficile.
– sarà un gioco a incastri (nulla di più divertente del totomodulo).

Ecco, premesso tutto questo, le leggende costano fatica.
I sogni costano meno.
Campionato e Champions non saranno mai un’unica cosa.
Berlusconi ne sa qualcosa.
Lui che in fondo, il 50% delle volte ci prende.
Toccherà dargli ragione anche questa volta, almeno su uno tra Allegri e Locatelli.

*approfondimento tecnico che meriterebbe un articolo in separata sede.

9a Serie A: Milan Juventus 1-0

di Michele Tossani


L’analisi della prestazione della Juventus nella trasferta di San Siro con il Milan.


L a Juventus esce sconfitta anche contro il Milan nella sua seconda trasferta stagionale a S. Siro al termine di una prestazione preoccupante, la seconda consecutiva dopo quella altrettanto poco convincente dell’ultimo turno di Champions contro il Lione.Per affrontare i Rossoneri, Allegri si affida alla formazione prevista con una difesa a tre formata da Barzagli, Bonucci e Benatia e con un centrocampo che prevede Hernanes vertice basso e  Khedira e Pjanic ai suoi lati. Sugli esterni agiscono Dani Alves a destra e Alex Sandro a sinistra nel 3-5-2 bianconero completato da Higuain e Dybala.La partita si mette subito sui binari previsti alla vigilia con la Juve che fa la partita e con il Milan “operaio” costruito da Montella, tutto difesa e contropiede, attestato all’altezza della metà campo e anche più giù.Il baricentro dei Bianconeri è abbastanza alto (50,8 metri) mentre i padroni di casa rinculano con lo scorrere della partita (45 metri).Il possesso palla è tutto a favore dei Bianconeri che registrano un 59% a 41%, addirittura un 62% a 38% se si considerano soltanto i secondi 45 minuti di gioco.Nonostante il netto dominio territoriale, la fase offensiva della Juventus lascia ancora una volta a desiderare. Contro squadre che si chiudono basse gli uomini di Allegri continuano a soffrire. La loro produzione offensiva è quindi limitata alla produzione di cross e tiri da lontano. Montella ha preparato bene la partita. Consapevole dell’inferiorità tecnica dei suoi l’allenatore rossonero piazza il Milan nella propria metà campo, preoccupandosi primariamente di coprire le zone centrali, tagliando cioè i rifornimenti verso Dybala e Higuain e ostruendo la zona 14 agli inserimenti di Pjanic e Khedira. L’azione della Juventus è quindi dirottata sugli esterni dove agiscono Sandro e Alves. La conseguenza è che, come anticipato prima, l’arma di rifinitura principale dei Bianconeri diventa il cross. Alla fine, la Juventus effettua ben 34 cross (di cui soltanto 12 riusciti) quando, fino a ieri, ne aveva effettuati 130 nelle otto giornate di campionato disputate alla media di 16,25 a partita (dei quali 40 con successo, cioè uno ogni tre).

photo_2016-10-23_15-15-38


La Juve fa circolare la palla ma, soprattutto nel secondo tempo, questa circolazione è lenta. Non funzionano le catene laterali, in particolare quella di sinistra dove operano Pjanic e Alex Sandro che verrà sfruttata soltanto per un 6% degli attacchi totali bianconeri (2/36). La manovra non è mai fluida, non c’è movimento senza palla. I tre centrocampisti centrali sono statici, non si sovrappongono esternamente e non si smarcano in avanti per guadagnare vantaggio posizionale fra le linee rossonere. A questo si aggiunge una certa imprecisione, con Pjanic che perde ben 21 palloni e con Khedira che sbaglia 12 passaggi. Hernanes poi è tagliato fuori dal gioco dalla copertura centrale del Milan in particolare dal lavoro di copertura di Bonaventura che in fase di non possesso si occupa di coprire il regista juventino. L’entrata di Cuadrado al posto dell’infortunato Dybala cambia l’impostazione tattica della squadra. Il colombiano si muove lungo tutto il fronte offensivo ma va a cercare spazio soprattutto sugli esterni, in pratica fungendo da ala aggiunta

photo_2016-10-23_15-15-45


Cuadrado non è un giocatore d’area e, sommando questo alla scarsa verticalità offerta da Pjanic e Khedira, si capisce come Higuain rimanga da solo ad affrontare la retroguardia del Milan. Alla fine l’attaccante argentino conclude la sua partita con appena un tiro in porta.
Nel finale Allegri inserisce Mandzukic passando ad un 4-3-3 asimmetrico con Cuadrado esterno destro e con il croato ad affiancare l’ex napoletano in avanti. In questo modo la Juventus avrebbe almeno una possibilità in più di sfruttare i cross. Avrebbe perché, nonostante il cambio, le palle gol continuano a latitare. La fase difensiva viene organizzata su un pressing alto e continuo che mette in difficoltà la retroguardia del Milan e il playmaker Locatelli. La difesa bianconera è liquida, ora a 4 ora a 5 a seconda del livello di profondità degli arretramenti di Dani Alves sulla destra. Sulla sua fascia, infatti, spesso è Barzagli a scivolare esternamente trovandosi ad affrontare in pericolosi uno contro uno Niang. Dall’altra parte invece il Milan alza Abate in fase di impostazione rimanendo a tre dietro. La Juve risponde alzando Alex Sandro a contrasto con il nazionale azzurro con Benatia che scivola per occuparsi di Suso. In generale i Bianconeri soffrono poco e anche le ripartenze milaniste vengono controllate abbastanza bene. Tuttavia, l’unico errore in non possesso costa alla Juventus la partita. Locatelli infatti si inserisce partendo da dietro senza che nessun bianconero lo contrasti, trovandosi così libero per battere a rete e segnare il gol decisivo.


Cosa si poteva fare di diverso?


Sicuramente la Juventus poteva fare di più. La squadra ha tirato poco e male con appena il 17% di precisione nei tiri e con molti tentativi da fuori area, segno di una difficoltà ad attaccare gli ultimi 16 metri avversari. Certamente l’infortunio di Dybala ha penalizzato la fase offensiva dei Bianconeri ma i problemi sono legati più a una questione tattica che di uomini. Contro squadre che giocano con un baricentro basso la Juventus fa fatica non essendo ancora riuscita a decodificare come attaccare le difese chiuse. I centrocampisti sono risultati, come detto, troppo statici. Probabilmente sarebbe bastato allargarli un po’ per aprire la zona centrale alle verticalizzazioni verso Higuain, sul modello di quanto fatto da Conte contro il Belgio agli ultimi Europei. Oppure, dopo l’ingresso di Cuadrado, si sarebbe potuto arretrare lo statico Khedira al fianco di Hernanes alzando Pjanic e il colombiano come mezze punte dietro Higuain per andare a occupare la zona 14. In questo modo si sarebbe costretto il Milan a occuparsi contemporaneamente delle fasce e del centro del campo. Invece, la manovra è risultata troppo orizzontale con il risultato di non impensierire più di tanto la porta difesa da Donnarumma. Anche l’utilizzo di 3 difensori contro squadre così basse che giocano con soltanto una punta è un qualcosa su cui riflettere visto che, così facendo, si finisce per togliere un uomo a centrocampo o in attacco.