Cosa ci han tolto di questo Juventus-Inter

Questo pezzo flash deve, per forza di cose, iniziare con un paio di banali premesse: la salute pubblica e la prevenzione soppiantano per importanza il gioco del calcio; questo Juventus-Inter non sarà mai come tutti avevano sperato.

E se da una parte si leva il grido di protesta dei tifosi per la disparità di trattamento con altre realtà, coinvolte nella lotta scudetto, ma ancora non coinvolte (per ora, per fortuna), nel pandemonio coronavirus (vedasi Lazio), dall’altra cresce il grande rammarico di non poter rivivere una sfida scudetto tra le due più grandi rivali italiane, come non accadeva da più di un decennio.

Salta, e forse è un gioco del destino, il ritorno di Antonio Conte nello stadio che lo ha consacrato come tecnico di livello nazionale (e anche internazionale, volendo). E dire che moltissimi tifosi non vedevano l’ora di essere presenti proprio per vincere e urlare in faccia al loro ex grande amore la gioia per un’eventuale vittoria (ovviamente non sarebbe stata un’accoglienza all’insegna del bon ton). E non è marginale il fatto che molti di questi tifosi perderanno, per forza di cose, dei soldi.

Non ci saranno possibilità di “Siuuu” al gran galà del campionato 19/20, che ultimamente va di moda in ogni stadio, così CR7 dovrà cercare di aumentare il suo record personale di gol consecutivi nel silenzio assordante dello Stadium.

Salta anche un grande spettacolo mondiale televisivo. Il match scudetto potrebbe ridursi a un triste vernissage trasmesso in tutti i lati del mondo. E se da altre parti del mondo sarà comunque possibile riunirsi nei pub, nei locali notturni per vedere la partita in compagnia e ricreare un ambiente vagamente simile a quello di uno stadio, in Italia non si sa se sarà possibile, perchè non si sa se per il primo di marzo le restrizioni ministeriali consentiranno alle persone di uscire la sera.

Ci han tolto moltissimo di questo Juventus-Inter, e che sia stato il destino, il governo, il coronavirus, poco importa. A questo punto la speranza è riposta nei 26 che scenderanno in campo. Dovranno essere loro a garantire uno spettacolo degno di una sfida scudetto, a cui hanno tolto forse il cuore, ma non ancora l’anima.


JUVENTIBUS LIVE

E se… Juve-Inter a porte chiuse

Nessuno sugli spalti, nessuno in panchina / Nessuno palleggia, nessuno che moviola.
Nessuno allo stadio, nessuno bagarino / Nessuno realizza, nessuno fluidifica.
Nobody at the stadium.”

Juventus-Inter a porte chiuse. Arriva il grande (agro-dolce) giorno.

La Gazzetta la vede così:

Il CorSport di Zazzaroni si lancia invece in un titolo quantomeno ambiguo…

Dopo l’indignazione popolare per il titolo razzista lo stesso direttore precisa col solito tono sobrio:

Tuttosport dà risalto alla stranezza del match, collegandolo ad un tema caro al giornale torinese:

Nella conferenza stampa pre-gara toni moderati e responsabili dei due allenatori.

Ecco le parole di Antonio Conte:

“Mister, una gara strana, SENZA TIFOSI…”
Conte: “Mah, sicuramente mi aspetto una grande accoglienza dei tifosi bianconeri…”
“Conte, ma non ci sarà NESSUNO allo Stadium!…”
Conte: “Voi giornalisti siete peggiorati! Mi state mettendo contro i tifosi della Juve!”
“Mister, ma lo sanno tutti, la gara è a PORTE CHIUSE!”
Conte: “Non potete accusarmi di mettere il bus davanti alla porta, di fare contropiede, ecco!”
“Porte chiuse mister! Divieto per i tifosi di assistere alla gara!”
Conte: “Ecco, rispettiamo i provvedimenti ma..beh, eh…la salute prima di tutto, però, beh, sarà difficile per noi, senza tifosi, senza il calore dello Stadium, senza il mio popolo bianconero a caricare la squadra, ma dobbiamo accettarlo!”

Altrettanto moderati i toni di Sarri

“Mister, cosa ne pensa di questa gara decisiva SENZA TIFOSI?”
Sarri: “Mah, i tifosi pagano il biglietto, quindi fanno il ca**o che gli pare….”
“Ma mister, questa situazione grave, l’epidemia che colpisce soprattutto persone anziane, con problemi respiratori pregressi, che pensa?”
Sarri: “Fammi toccare i cogli*ni, va! (si gratta…)
“Mister, vuol ricordare almeno le regole base, lavarsi le mani, non portarle alla bocca e al naso?”
Sarri: …si scaccola…

I social si animano, mettendo da parte la difficile situazione del Paese e concentrandosi sul big match:

Nella Juve out Khedira e De Sciglio, a tutela di anziani e persone di debole costituzione. Sugli spalti solo le due dirigenze, con l’ordine di stare a 2 metri di distanza, mascherina e guanti in lattice. Paratici parla nervosamente al cellulare, nascosto dietro la mascherina.

Sky e DAZN coprono insieme l’evento: a bordocampo, nel silenzio irreale dello Stadium, Diletta Leotta e Camoranesi. Visto l’esaurimento delle scorte di mascherine, la Leotta ha rimediato con un ingegnoso sistema di pulegge e tiranti:

Squadre in campo. Silenzio spettrale, assordante. Praticamente come in ogni gara allo Stadium, ma stavolta senza nemmeno i tamburi e i cori incessanti dei tifosi ospiti.

Nel silenzio i microfoni rimandano tutti i suoni: il tocco morbido di Dybala, il tocco grezzo di Matuidi, le urla di Conte -“dietroooooo, Candreva, ti ammazzoooo!“-, il clangore degli scontri tra de Ligt e Lukaku. Si sente perfino la matita che scorre sul taccuino di Sarri, Cuadrado che rotola senza nessun suono di impatto e i denti che battono tra i difensori dell’Inter ad ogni presa di Padelli.

Conte si dimena lanciando la sua mascherina già al 5° e facendo scenate ad un pubblico immaginario. Sarri ha già bruciato la sua mascherina col mozzicone al 10°, quando Lautaro trafigge un incolpevole Szczesny: Lautarooo MAR-TI-NEZ! L’urlo di Caressa squarcia il silenzio di Torino. Gli interisti non sanno però con chi festeggiare, a quale curva rivolgersi… nella calma e tranquillità dello Stadium ci sono solo Zhang e Zanetti che vorrebbero abbracciarsi ma non possono (Ordinanza del Prefetto), mentre Marotta guarda già l’orologio. Agnelli fuma nervosamente dietro la mascherina.

La Juve non sfonda. Chi ha silenziato l’esagitato Caressa mettendo l’audio stadio, sente gli smadonnamenti di Buffon in panchina e le grida all’unisono di Oriali e Conte all’arbitro. A fine primo tempo lampo di Dybala: 1-1 eDybalaMask approvata dalla task force sanitaria:

Anche gli Juventini non sanno come esultare e dove guardare in uno stadio deserto. Le loro grida di gioia sovrastate dalle proteste del duo Conte/Oriali per una rimessa laterale invertita prima del gol.

Intervallo.

Si ritorna in campo. La classe, la foga, gli schemi sembrano così artigianali coi suoni dei tocchi, con  le urla dalle panchine “Erikseeeeeen, Erikseeeeen!” o “Cuadraaaaa, dove cazzo vai!?. Sembra il calcetto tra amici, con qualche latrato di cani in lontananza.

Scontro Chiellini-Lukaku. Sanitari in campo con le mascherine, turbante per Chiello, fatto di mascherine.

Gol di Lukaku. Ormai non si esulta più, solo pochi abbracci, pacche silenziose, Buffon che smadonna. Dagli spalti si sente un “Ecco!! Lo sapevo io che ci segnava proprio questo!“. E’ Paratici…

Gol capolavoro del solito Ronaldo. CR7 corre seguito dai compagni, va verso la bandierina, e poi…? Che senso ha esultare al solito modo? Per inerzia salta, piroetta e atterra. Da lontanissimo, in tribuna, si sente una sola persona che urla “SIIIIIIIIUUUUUU“. E’ sempre Paratici!

95°. Squadre paghe del 2-2, pugili abbracciati. Tanto la Lazio ha già tritato il Bologna, è il suo anno. Perfino Burioni è laziale! Tutto torna…

Corner Juve, si sente “Lungoooo, Lungoooo“! Batte Bentancur, groviglio, rimpalli, la difesa Inter spazza, contropiede, 5 secondi al fischio finale, in area, tiro di Martinez: LAUTARO MAAR-TI-NEEZ! L’urlo di Caressa nel gelo calmo dello Stadium perfora i timpani anche di chi ha l’audio stadio.

Il calcio è strano Fabio“, gongola Bergomi. Tra gli smadonnamenti di Buffon l’arbitro fischia la fine: 2-3 per l’Inter, aggancio virtuale e sorpasso per le reti negli scontri diretti.

Ma, nella muta quiete dello Stadium, l’arbitro si interrompe: chiamata dal VAR!

C’è un presunto tocco di mano di un interista nel corner precedente. Il pubblico non c’è, non ci sono le urla, perfino Agnelli e Marotta non hanno più la forza di urlare. Conte è già afono, Sarri pure.

Il VAR non funziona, l’arbitro parla al walkie talkie. Alla luce dei riflettori, con nessuno, ma proprio nessuno che lo guarda dagli spalti, indica il gesto del VAR. Va allo schermo, lo schermo non funziona, tutto bloccato, tecnici bloccati a casa per l’emergenza sanitaria.

Gol del 2-3 Inter confermato o rigore Juve che potrebbe portare al 3-2, gara ribaltata e chiusa?

Milioni di spettatori in tutto il mondo aspettano l’arbitro che parla al walkie-talkie col collega al VAR. Da quella decisione, a occhi chiusi, alla cieca, dipende l’esito della gara, forse della stagione, forse i destini di Sarri, Conte, Paratici, Marotta. Milioni di cuori palpitanti, da casa.

Il tutto in uno Stadio vuoto, ovattato, senza nessuno, senza urla, emozioni, gioia, delusione, attesa.

Ha davvero senso, così, sapere come andrà a finire?


Nessuno petarda, nessuno fumogena,
Nessuno coltella, nessuno bandiera.
Nessuno allo stadio, nessuno che uligana,
Nessuno si accalca, nessuno fluidifica,
Nessuno sugli spalti, nessuno in panchina.

Sandro Scarpa.