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È NOSTRA! ANCORA! ANCORA! ANCORA!

Dani Alves e Bonucci chiudono i conti con la Lazio in 25 minuti. È la terza Coppa Italia consecutiva, la storia è riscritta

La Juve riscrive la storia, ancora una volta. Nessuna squadra aveva mai vinto la Coppa Italia per tre anni di seguito. Fino a questa sera. I bianconeri si prendono il primo trofeo della stagione in 25 minuti, annichilendo la squadra che nell’ultimo mese era apparsa decisamente la più in forma.  Questa volta non servono i supplementari come nelle ultime due occasioni, Dani Alves e Bonucci chiudono ben presto i conti e certificano una superiorità netta e mai in discussione. Chi vedendo la gara di domenica contro la Roma aveva pensato ad una Juve in calo, si sarà reso conto di aver preso un gigantesco abbaglio, perché i bianconeri si prendono la Coppa con l’ennesima prestazione capolavoro della stagione.

È SUBITO DANI ALVES SHOW

L’Olimpico completamente esaurito è uno spettacolo e l’avvio di gara è degno di un simile palcoscenico: si comincia con Chiellini che scalda i guantoni di Strakosha con un rasoterra dai venti metri, poi Keita mette i brividi a Neto con una fuga sulla sinistra  e una conclusione ravvicinata che si stampa sul palo dopo una leggera deviazione di Barzagli, quindi ci prova Higuain con sventola dal limite che il portiere biancoceleste riesce a respingere. La Juve punta sulla manovra, la Lazio sul contropiede e il diverso approccio regala una gara vivacissima, che si mette subito bene per i bianconeri: è il 12′ quando Alex Sandro brucia la fascia sinistra e dalla tre quarti lascia partire un traversone perfetto per  Dani Alves, che arriva come un treno dalla parte opposta e al volo piazza il diagonale vincente.

Destro al volo su assist di Alex Sandro: che goal per Dani Alves!

Strakosha è battuto: Juve subito in vantaggio all’Olimpico!

BONUCCI RADDOPPIA

Il vantaggio toglie sicurezza alla Lazio e dà alla Juve una spinta ulteriore, che potrebbe portare subito al raddoppio se Strakosha non riuscisse prima a respingere la fiondata di Dybala, poi il tocco sotto porta di Higuain, servito ancora da Dani Alves. Ora i bianconcelesti sono costretti a uscire dal guscio e si espongono alle micidiali ripartenze della squadra di Allegri. Da una di queste nasce l’angolo che porta al raddoppio: corner di Dybala, deviazione di testa di Alex Sandro e inserimento perfetto di Bonucci che tocca nell’area piccola infilando il pallone nell’angolino. È il 25′ e la Juve ha già le mani sulla Coppa. La Lazio è frastornata  e pur cercando di reagire  riesce solo a farsi viva con il tuffo di testa di Immobile a lato e proprio nel finale di tempo con l’incornata di Milinkovic Savic bloccata da Neto.

2-0 Juve: Bonucci appoggia in rete sulla spizzata di Alex Sandro!

REAZIONE LAZIO, ACCADEMIA JUVE

La ripresa propone un copione differente, perché ora la Juve può aspettare gli avversari: tocca a loro provare a cambiare gli equilibri. Inzaghi tenta di farlo mandando in campo Felipe Anderson.  Il brasiliano si fa  subito vedere con un diagonale dal vertice destro dell’area di rigore, messo in angolo da Neto, poi servendo in area Immobile, che prende il tempo a Barzagli e schiaccia di testa, trovando ancora il riflesso del portiere bianconero. La Lazio ora produce il massimo sforzo ed è anche attenta a non scoprirsi quando perde palla, ma quando i bianconeri attaccano c’è da spellarsi le mani per le combinazioni tra Dybala, Mandzukic e Higuain e per Dani Alves, semplicemente devastante quando se ne va con un tunnel ai danni di Lulic e trova il Pipita che all’altezza del dischetto calcia a botta sicura trovano il muro della difesa laziale.

La Joya lotta a centrocampo: la Juve gestisce il vantaggio

Il Pipita è pericoloso: che duello con Strakosha!

RISCRITTA LA STORIA

Intanto i minuti passano e il cronometro non gioca certo a favore dei capitolini che ci provano ancora senza successo con Luis Alberto, Keita e Immobile. Per l’ultimo quarto d’ora Allegri richiama Dybala, sostituendolo con Lemina e ora non resta che iniziare il countdown, per quanto ci potrebbe ancora essere gloria per Higuain che viene ancora liberato da Dani Alves e si vede ribattere la conclusione dall’ottimo Strakosha. E quando il conto alla rovescia finisce con il triplice fischio di Tagliavento esplode la festa. La storia è riscritta.

Le esultanze più belle di #JuveLazio!

JUVENTUSLAZIO 2-0

RETI: Dani Alves 12′ pt, Bonucci 25′ pt

JUVENTUS
Neto; Barzagli, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Rincon, Marchisio; Dani Alves, Dybala (33′ st Lemina), Mandzukic; Higuain
A disposizione
: Buffon, Audero, Lichtsteiner, Benatia, Asamoah, Mattiello, Sturaro, Cuadrado, Leris, Kean
Allenatore
: Allegri

LAZIO
Strakosha; Bastos (8′ st Andreson), De Vrij (24′ st Luis Alberto), Wallace; Basta, Milinkovic Savic, Biglia, Parolo (21′ pt Radu), Lulic; Keita, Immobile
A disposizione: Adamonis, Vargic, Hoedt, Patric, Crecco, Murgia, Dordjevic, Lombardi, Tounkara
Allenatore: Inzaghi S.

ARBITRO: Tagliavento
ASSISTENTI: Rocchi, Damato
QUARTO UFFICIALE: Massa
ARBITRI D’AREA: Costanzo, Cariolato

AMMONITI: 41′ st Dani Alves

La notte in cui la Coppa Italia è diventata la Coppa di Tutti

coppa italia juve lazio

Tutti perché la Coppa Italia è più di ogni altro il trofeo di tutti. Di chi gli veniva raccontato che è roba per le terze linee, per mettere minuti nelle gambe, per chi bisogna spiegargli che ha un senso lo sforzo quando ancora la stagione prosciuga ma è un foglio bianco, per chi invece l’appuntamento con la finale non lo vorrebbe perdere e invece. Per Allegri che a quei tutti deve dispensare zuccherini e sguardi, decisioni e anche mancate spiegazioni.

Bello vedere che a Roma sono scesi tutti, Pjanic primo con la maglia del tradimento sotto la Sud, Rugani che avrebbe potuto e dovuto esserci, Khedira che infila il tunnel quando mancano quasi cinque minuti, Lichtsteiner ultimo a segnare qui prima in questa Coppa mai così significativa e sentita a memoria di chi scrive, e ultimo tra gli attuali umani a ritirare la medaglia da Mattarella e Malagò. E poi Higuain che in una notte che nemmeno Vialli (sottoporta) nel 1996 vince grazie agli altri (in attesa della prossima). O ancora Asamoah, felice come un bambino, Dybala e il suo lungo e doppio abbraccio col mister che lo sta trasformando.

Ne mancano in questa lista, mancano i migliori in campo di novanta minuti di slancio nella prima frazione e di cara vecchia rognosa e magari troppo Italiana Juventus. Che poi, vista all’Olimpico, si traducono nei nomi di tre che vivono per il verbo vincere: Dani Alves, Mandzukic e Barzagli. Bonucci in questa specie un po’ retorica è fuori classifica.

Non so se siano tutti, probabilmente no. Poco importa, se si pensa che nel destino ci sono cose che sembrano a caso e assumendo improvvisamente un senso: Chiellini che la alza, Marchisio che la gioca. Felice, prima di tutto, per loro. Per la profondità bianconera che assume tutto questo. La Coppa che è stata a lungo di nessuno, dentro questo infinito ciclo, più d’Italia di così non poteva essere.

 

Juve-Lazio 2-0. Tagliavento senza episodi

Arbitro: Paolo Tagliavento
Sez. AIA di Terni

La partita scorre via tranquilla per l’arbitro ternano, alla prima finale di Coppa Italia. Qualche svista, qualche cartellino risparmiato ma tutto sommato usa lo stesso metro con entrambe le squadre.

1° Tempo

4′ – Tiro di Keita colpisce la mano di Barzagli e va a colpire il palo. Il braccio era attaccato al corpo. Chiara la involontarietà.
19′ – Contatto Dybala-Lulic con l’anca. Ci poteva stare il fallo..
21′ – Intervento da dietro imprudente di Wallace su Dybala. Tagliavento fischia il fallo ma non estrae il giallo. Errore.
22′ – Sbracciata di Rincón su Immobile su una palla spiovente. Movimento non violento ma ci poteva stare il giallo.
32′ – Brutto fallo si Immobile su Rincón, Tagliavento lascia correre, sbagliando. La Lazio poi continua a giocare con l’uomo a terra.
42′ – Contatto Biglia-Dybala, coerentemente con il contatto precedente Tagliavento lascia correre.
43′ – Contrasto sulla linea laterale fra Lulic e Rincón che viene colpito da una manata al volto, sembra però involontaria.

2° Tempo

51′ – Biglia già in volo quando finisce addosso a Rincón. Tagliavento lascia proseguire. Poi brutta entrata da dietro del laziale su Marchisio
Tagliavento lascia correre anche in questo caso perché la palla andava verso Higuain. Ci potevano stare fallo e giallo. Rischia molto il giocatore biancoceleste.
57′ – Azione pericolosa della Lazio con colpo ravvicinato di Immobile parato da Neto. Il giocatore della Lazio aveva però colpito con il braccio, forse anche volontariamente. Non se ne era avveduta la squadra arbitrale.
67′ – Contatto De Vrij-Dybala in area biancoceleste. Il difensore della Lazio colpisce prima il pallone e poi Dybala, ma non in modo imprudente e, soprattutto, quando la palla é fuori dalla disponibilità dell’attaccante bianconero. Giusto lasciare correre a mio avviso.
72′ – Protesta Higuain chiedendo un tocco con il braccio di Biglia in area Lazio. Palla che però colpisce la spalla del giocatore argentino con il braccio a protezione del volto. Non c’è rigore.
79′ – Fuorigioco di Immobile su azione d’angolo. Sembrava però in gioco, seppur di poco, al momento dell’ultimo tocco.
86′ – Sembra esserci, anche se non vistoso, un fallo di Lulic su Dani Alves. Tagliavento lascia correre. Il brasiliano protesta in modo vistoso e viene giustamente ammonito. Era diffidato, salterà gli ottavi di finale nella prossima stagione.

Coppa Italia, Finale: Juventus – Lazio 2-0

di Luca Rossi


Con una prestazione convincente la Juventus si lascia alle spalle tutte le ombre della partita contro la Roma e porta a casa il primo trofeo stagionale. La terza Coppa Italia in tre anni.


Per la Juventus è finalmente giunto il momento di raccogliere quanto seminato. Dopo avere rinviato la questione scudetto per via della sconfitta subita contro la Roma, la squadra di Massimiliano Allegri affronta sempre all’Olimpico la Lazio con in palio la Coppa Italia.
Il tecnico toscano deve fare a meno di Khedira, infortunato, e Pjanić, squalificato. La formazione bianconera pertanto si configura in questo modo: Neto tra i pali, come di consueto in questa competizione; BBC per la difesa a tre; Dani Alves Marchisio Rincón e Alex Sandro a centrocampo; Higuain con ai lati Dybala e Mandžukić concludono lo schieramento. Il modulo è il classico 3-4-3 che ha esordito a Monaco e che con fluidità si trasforma in 4-4-2.
La Lazio di Inzaghi invece sceglie il consueto modulo ibrido che varia tra il 5-3-2 in fase di non possesso e un 3-5-2 in fase di possesso palla. La difesa a tre è composta da Bastos, De Vrij e Wallace; a centrocampo agiscono Basta, il talentuoso Milinković-Savić, Biglia Parolo e Lulić; la coppia offensiva è invece formata da Immobile e Keita.

Il piano partita della Lazio segue i canoni che hanno la fortuna dei biancocelesti nel corso di questa stagione e che hanno condotto alla quarta posizione in campionato: la ricerca della verticalità, lo sfruttamento di Milinković-Savić come ricevitore dei lanci lunghi e il tentativo di colpire in transizione positiva grazie alla mobilità e alla velocità di Immobile e Keita. Tutto ciò a scapito del possesso palla che infatti nel primo tempo è stato appannaggio della Juventus con una percentuale del 59%.
In fase di impostazione la Lazio si è posizionata col classico rombo formato dai tre centrali difensivi più Biglia, metronomo della squadra, mentre gli esterni e le due mezzali hanno alzato la loro posizione.

Ben visibile fin dal primo minuto il rombo con Biglia vertice alto. Dybala e Higuain non esercitano una pressione asfissiante anche per motivi di inferiorità numerica, ma si limitano a fare azione di disturbo. Uno dei due mediani (in questo caso Marchisio, cerchiato) si alza su Biglia per non consentirgli di impostare. Gli esterni e le altre due mezz’ali laziali sono alte.

A tale rombo la Juventus ha risposto con un’azione di disturbo portata da Higuain e Dybala e talvolta anche Mandžukić (in quest’ultimo caso andando in parità numerica) alzando sempre uno dei due mediani su Biglia. Così facendo la Lazio è stata costretta molto spesso a lanciare lungo, più volte passando anche da Strakosha. Tali lanci tendenzialmente sono stati indirizzati verso Milinković-Savić, giocatore alto 192 cm, primo in campionato per duelli aerei ingaggiati. Una volta consolidato il possesso palla nella metà campo avversaria, la Lazio ha faticato enormemente  a trovare spazi e a creare occasioni da gol; sia perché non è abile ad attaccare una difesa schierata ,sia perché la difesa posizionale  della Juventus è un meccanismo pressoché perfetto. Le uniche occasioni sponda Lazio (due nel primo tempo per la verità) infatti sono arrivate da transizioni positive in cui sono state sfruttate le abilità negli spazi aperti di Keita e Immobile. In particolare la tattica laziale  si è basata sulla loro capacità a svincolarsi dalle marcature preventive e ad attaccare lo spazio con tempismo giusto. La Juventus però, anche attraverso un sapiente possesso palla nel primo tempo ha concesso pochissime circostanze favorevoli di questo tipo e infatti ha rischiato molto poco. In fase di non possesso invece la Lazio ha lasciato pulita la circolazione tra i tre centrali bianconeri limitandosi a disturbare saltuariamente con le due punte le linee di passaggio verso Marchisio e Rincon e ha aspettato la Juve nella propria metà campo con un 5-3-2 abbassando i due laterali di centrocampo sulla linea difensiva. Questa tattica è stata adottata nell’ottica di attrarre la squadra avversaria facendola scoprire al fine di formare in attacco degli uno vs uno nella speranza di poter ripartire immediatamente una volta recuperata palla.

La Juventus in fase di possesso palla ha schierato la classica difesa a tre con conseguente posizione alta dei due esterni, Sandro e Alves con Basta e Lulic già bassi di loro. Spesso la Juve è riuscita a proporsi in avanti con una circolazione palla a terra del pallone. Alternativamente ha cercato le sponde alte e basse sugli attaccanti andando a sfruttare con prontezza e intelligenza le seconde palle alle spalle dei centrocampisti.  In alcune circostanze invece la squadra bianconera è riuscita a sfruttare lo sbilanciamento dei biancocelesti instaurando rapidi contropiedi e andando in porta con pochissimi passaggi.

Il piano di gioco della Lazio non ha dato i suoi frutti a causa di una squadra spesso troppo lunga e con eccessive distanze tra i reparti.

Centrocampisti Juve liberi di impostare. Ampio lo spazio libero alle spalle dei centrocampisti dove Higuain e Mandžukić potrebbero ricevere tranquillamente palla. Non vi è nemmeno una marcatura serrata su di loro.

In caso di elevata distanza tra attacco e centrocampo hanno avuto buon gioco i due centrocampisti nell’impostare l’azione; nel momento in cui tale problema è sorto tra difesa e centrocampo invece hanno avuto facilità d’azione Higuain e Dybala in primis che hanno potuto agire tra le linee quasi indisturbati e in aggiunta D.Alves e Mandžukić che hanno sorretto l’azione.

Nel video emergono le varie situazioni di gioco che hanno caratterizzato il primo tempo

Dopo il secondo goal, corretta conseguenza di una supremazia territoriale e di gioco, la Juventus ha potuto condurre per i restanti minuti del primo tempo la partita a proprio piacimento alternando gestione e affondi offensivi. Per il tabellino va rilevata al ventesimo minuto l’uscita  dal campo di Parolo per problemi fisici sostituito da Radu.

Il secondo tempo è iniziato con gli stessi ventidue effettivi che hanno concluso la prima frazione di gioco. Dopo 5 minuti mortiferi Inzaghi ha cercato di scuotere la sua squadra chiedendo un pressing più alto e intenso che la Juve è riuscita comunque a disinnescare e inserendo Felipe Anderson al posto di Bastos, uno dei tre difensori. Da questo momento la Lazio è disegnata con una sorta di 4-3-3. Basta e Lulić si sono abbassati sulla linea dei due difensori rimasti; Biglia, perno basso, è  stato affiancato da Radu e  Milinković-Savić; in attacco Immobile, Keita e Felipe Anderson hanno agito senza posizioni troppo fisse come il sistema di gioco di Inzaghi richiede. Genericamente Keita ha occupato la zona sinistra e Anderson quella di destra, ma talvolta Keita si è stretto maggiormente verso il centro del campo per contribuire alla manovra lasciando lo spazio di offesa sulla fascia alla mezzala sinistra ossia Radu o al terzino Lulić. Così facendo la compagine biancoceleste, complice una Juventus maggiormente distratta, è riuscita a portare maggior pressione alla retroguardia bianconera, ha tenuto maggiormente il pallino del gioco in mano (come d’altronde il risultato suggeriva) e ha costruito alcune interessanti palle goal come al  54esimo, al 57 esimo e al 67esimo minuto. Inzaghi ha poi tentato di rincarare la componente offensiva inserendo intorno al 70esimo minuto Luis Alberto al posto di De Vrij. La Juventus nel frattempo però si è risistemata ed è riuscita a tenere il pallone maggiormente lontano dalla propria area di rigore rischiando di segnare il terzo goal dopo una grande giocata del solito Dani Alves.

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Quando ormai mancavano poco più di 10 minuti al termine del match Allegri ha effettuato l’unico suo cambio del match consentendo l’uscita di Dybala e l’ingresso di Lemina al fine di inserire un centrocampista in più per poter fronteggiare i numerosi giocatori offensivi avversari in campo. Il modulo bianconero ha assunto la forma di un 4-5-1 in fase di non possesso e di 4-3-3 in possesso. Negli ultimi quindici minuti di partita c’è stato spazio per qualche ulteriore sortita offensiva della Lazio che hanno visto protagonisti Keita e Immobile ma che non sono stati sufficienti a battere Neto e per un tentativo di Higuain imbeccato dall’infaticabile D.Alves.
La Juventus vince la dodicesima coppa Italia della sua storia. La terza consecutiva in tre stagioni con alla guida di Massimilano Allegri. Questa costanza in una competizione ritenuta generalmente minore è la miglior testimonianza della solidità mentale, della fame di vittoria e delle qualità morali che contraddistinguono questa squadra. Si potrebbero dire moltissime cose per elogiare un gruppo davvero straordinario. Ma non c’è tempo. Domenica bisogna chiudere la pratica scudetto contro il Crotone. Poi bisognerà pensare a Cardiff. È tempo di altre vittorie.