Ecco il Pipita! 2-0 all’Olympiacos

Higuain entra nella ripresa, sblocca il risultato e da il là all’azione del raddoppio di Mandzukic.

Non segna. È in difficoltà. Se parte ancora dalla panchina, diventerà un caso… Gonzalo Higuain in questi giorni ne ha sentite e lette tante di frasi come queste. E evidentemente non si è trovato d’accordo. Ha quindi deciso di rispondere garbatamente, entrando al 15′ della ripresa di una partita tignosa, inchiodata sullo 0-0 e di risolverla, timbrando il primo gol e innescando l’azione del raddoppio. Ed era tutt’altro che semplice, perché con l’Olympiacos rintanato nella propria area, trovare il momento e le idee giuste per colpire stava diventando un’impresa.

BARRICATE GRECHE

A complicare le cose ancor prima del calcio d’inizio arriva lo stop di Pjanic durante il riscaldamento per un risentimento muscolare. Al suo posto Allegri manda in campo il comunque ottimo Bentancur, che affianca Matuidi in mediana e agisce alle spalle delle quattro punte, Cuadrado, Dybala, Douglas Costa e Mandzukic. Che possa essere una gara rognosa da sbloccare si capisce subito, vedendo come l’Olympiacos si rintana dietro la linea della palla, impedendo così ai bianconeri di puntare l’area e costringendoli il più delle volte a una manovra lenta, che si sviluppa orizzontalmente e produce solo uno sterile possesso palla. Si potrebbero sfruttare i calci piazzati, visto che i greci non vanno tanto per il sottile se c’è da entrare duro, ma le due punizioni concesse dal limite dell’area e calciate da Dybala vengono respinte dalla barriera. Proto passa così una prima parte di gara di assoluta tranquillità, come del resto Buffon, che però vede almeno due conclusioni, una di Sebà, l’altra di Figueiras, terminare non lontano dalla sua porta.

LA JUVE ACCELERA

Alla mezz’ora la Juve però si desta dal torpore in cui l’aveva spinta l’ostruzionismo degli avversari e due incornate di Mandzukic e una Sturaro costringono il portiere greco a tre interventi notevoli. La partita si fa più vivace e anche l’Olympiacos prova a colpire, sfruttando il contropiede e trovando Buffon ben piazzato sul diagonale di Odjidja. Negli ultimi secondi del primo tempo però sono i bianconeri ad andare vicinissimi al vantaggio, prima con un sinistro a giro di Dybala respinto da Proto, poi con una deviazione fortuita di Engels, che manda sul palo un cross rasoterra di Douglas Costa.

PIPITA GOL

Al rientro in campo la musica è sempre la stessa: la Juve ha sempre il pallone tra i piedi, ma la maggior parte dei tentativi si infrangono sul muro di maglie rose eretto a sedici metri dalla porta. Rispetto alla prima parte di gara però l’azione dei bianconeri è più continua e si gioca praticamente solo nella tre quarti campo greca. Dybala ora agisce più defilato, mentre Douglas Costa tende ad accentrarsi e fa gridare al gol quando calcia una punizione dai venti metri e colpisce l’esterno della rete. Il brasiliano si sposta sulla corsia di destra dopo un quarto d’ora, quando Allegri richiama Cuadrado, manda in campo Higuain e cambia così l’esito del match. Ci mette nove minuti il Pipita a lasciare il segno: Mandzukic, tornato esterno sinistro, mette in movimento Alex Sandro, il cui cross trova l’argentino a centro area. La prima conclusione è respinta, ma la seconda si infila alle spalle di Proto e fa esplodere lo Stadium.

LA CHIUDE MANDZUKIC

Sarà che i centravanti vivono per il gol, fatto sta che Higuain già  incisivo prima della rete, ora è indemoniato. Corre ovunque, pressa, apre il gioco, cerca ancora una sventola da fuori area rimpallata, quindi veste i panni del rifinitore e libera Dybala davanti a Proto come in occasione del quarto gol nel Derby di sabato scorso. Il tocco della Joya questa volta è appena troppo debole e Engels riesce a rinviare sulla linea. Sulla traiettoria però, ecco Mario Mandzukic. Il croato ha seguito l’azione e quando vede il pallone arrivare si inginocchia per colpire di testa e mettere al sicuro il risultato che manda la Juve al secondo posto del Gruppo D, a pari merito con lo Sporting Lisbona, prossimo avversario dei bianconeri, oggi sconfitto in casa dalla capolista Barcellona.

JUVENTUS-OLYMPIACOS 2-0

RETI: Higuain 24′ st, Mandzukic 35′ st

JUVENTUS
Buffon; Sturaro (36′ st Benatia), Barzagli, Chiellini, Alex Sandro; Bentancur, Matuidi; Cuadrado (15′ st Higuain), Dybala, Douglas Costa (39′ st Bernardeschi); Mandzukic
A disposizione: Szczesny, Rugani, Asamoah, Khedira
Allenatore: Allegri

OLYMPIACOS
Proto; Figueras, Engels, Nikolau, Koutris; Romao, Zdjelar (32′ st Fortounis), Odjidja; Pardo (29′ st  Ben Nabaouhane), Emenike (43′ st Marin), Sebà
A disposizione: Choutesiotis, Botia, Tachtsidis, Elabdellaoui
Allenatore: Lemonis

ARBITRO: Stieler (GER)
ASSISTENTI: Pickel (GER), Seidel (GER)
QUARTO UFFICIALE: Gittelmann (GER)
ARBITRI D’AREA: Fritz (GER), Osmers (GER)

Juventus-Olympiacos 2-0: ci mancavi, Gonzalo, bentornato!

Non si capisce quale possa essere quel mister nascosto fra le stesse secondo il quale la Juventus in Europa perde un po’ di quello smalto luccicante che le permette di dominare in Italia da ormai più di sei anni, ed anche stasera la Vecchia Signora ha sofferto nel match contro l’Olympiacos: stavolta, però, la squadra bianconera è stata brava a non scoraggiarsi particolarmente, e a portare a casa i tre punti grazie alle prodezze dei singoli. Stasera ad essere decisivo, per assurdo a sorpresa considerando che ha cominciato la partita dalla panchina, è stato Gonzalo Higuain: dentro ad inizio ripresa, si vede subito la brillantezza del Pipita che segna la rete dell’1-0 e costruisce anche il raddoppio.

Prima mezz’ora tutt’altro che entusiasmante, ritmo basso, complice anche una condizione fisica evidentemente non entusiasmante, come dimostrato dall’infortunio di Pjanic e da Cuadrado in dubbio sino all’ultimo. Qualche buona occasione nella fase finale, ma anche qualche contropiede a campo aperto concesso ai greci. Nella ripresa la Vecchia Signora torna dentro con più convinzione, non è lucidissima dal punto di vista tecnico negli ultimi trenta metri, ma Douglas Costa dà sempre l’impressione di poter creare qualcosa da un momento all’altro: proprio da una sua giocata nasce l’azione più pericolosa con il palo a salvare la retroguardia greca dopo un tocco di un difensore. L’episodio che rompe gli equilibri, o meglio, l’oggetto che sposta gli equilibri (lui si, evidentemente, almeno stasera) viene dalla panchina: fuori Cuadrado, dentro Gonzalo Higuain. Ne beneficia tutta la squadra, evidentemente, il gioco diventa più fluido, e proprio da un’azione corale apprezzabilissima arriva il gol del vantaggio: Mandzukic apre un corridoio a sinistra per Alex Sandro, il brasiliano sfonda in area, tocco rasoterra per il Pipita che si fa ribattere la prima conclusione, ma scaraventa di rabbia senza pietà. Ed è ancora lui, venuto a prendersi palla sulla trequarti, ad orchestrare l’azione che chiude la contesa: palla in profondità per un insolitamente discontinuo Dybala, il tocco della Joya supera il portiere avversario, ma viene respinto sulla linea, ad attaccare la palla è ancora Mandzukic che di prepotenza e non si sa con che parte del corpo la spinge dentro facendo partire i titoli di coda.

Una vittoria in Champions che mancava da due partite, dopo Cardiff e Barcellona, e che dunque rilancia le ambizioni degli uomini di Allegri che adesso dovranno rituffarsi con attenzione sulla Serie A dove ad attendere la Vecchia Signora ci sarà la vivacissima Atalanta di Gian Piero Gasperini.

Fabio Giambò.

Bastava sbloccarla (insistendo sulle corsie)

Pjanic

Dal 2012 a questa parte, in tutti i gironi giocati, la tradizione vuole che in casa la Juventus si complichi inutilmente la vita contro un avversario considerato all’unisono abbordabile. Per più di due terzi della sfida con l’Olympiakos, si sono accumulate le medesime sensazioni negative della stagione passate, per quanto i bianconeri stessero premendo con forza e il gol sembrasse sempre più vicino.

Alla fine l’ha risolta – sì, era una gara che bastava sbloccare – l’uomo più atteso, sceso in campo nel momento di massimo forcing: Gonzalo Higuain, inserito nel contesto a lui congeniale, con la squadra quasi costantemente in area. E la prima palla buona (gran giocata di Mandzukic, tornato da poco esterno) si è tradotta in un gol tanto importante per il Pipita quanto decisivo per la Juventus.

Comunque, per come si è evoluta, è stata una partita che la Juve ha dovuto obbligatoriamente giocare all’attacco quasi per intero contro una formazione che definire passiva è un eufemismo (anche se le ripartenze sono state più organizzate di quanto fosse logico aspettarsi). E visto che lo scopo primario della campagna acquisti è stato quello di migliorare la fase offensiva, la sfida con l’Olympiakos ha fornito spunti già degni di nota.

Come già accaduto con la Fiorentina, è sempre più palese quanto la squadra sia Pjanic centrica. Senza il bosniaco, manca naturalezza e rapidità sia nella verticalizzazione che nel cambio gioco. Per quanto Bentancur stia avendo un impatto monstre (sulle sue doti da interditore, anche in progressione, ci sarebbe da scrivere un libro) e palesi una eccelsa pulizia nello smistare palla, non è ancora in grado di assolvere tali funzioni. E se vengono a mancare anche gli strappi di Matuidi, non nella sua migliore partita, la manovra è troppo compassata.

Si può dire che la Juve abbia capito un po’ troppo tardi che per vie centrali l’Olympiakos era difficile da scardinare, scegliendo di affidarsi alle corsie esterne leggermente in ritardo. Quando Douglas Costa è stato isolato nell’uno contro uno, si è capito quanto il brasiliano sia un profilo di categoria superiore: facilità di dribbling e di cross (ben 13) fuori dal comune. Vanno però sfruttate di più queste situazioni, evitandogli quelle ricezioni statiche (è meno bravo a partire da fermo) che gli tolgono potenziale. Comunque, allargando il gioco sulla sinistra, le palle gol arrivavano con facilità.

Meno bene invece la fascia destra, con Sturaro che non è stato bravo a coprire l’ampiezza del campo, non fornendo l’adeguato supporto né a Cuadrado prima né a Douglas Costa successivamente. Il colombiano – non in serata di grazia – è quindi andato sul fondo con scarsa costanza, e una di quelle rare situazioni è nata da un lancio lungo per Mandzukic (che sul cross successivo ha sfiorato il gol di testa).

Per quanto riguarda la fase di non possesso, va annotata qualche difficoltà nel ripiegamento in occasione dei contropiede rivali, col tentativo di riconquista della palla non sempre efficace nelle situazioni di contrattacco in campo aperto (spesso nati da corner a favore). Fortunatamente, però, Barzagli è stato letteralmente insuperabile, con pochi di questi tentativi che quindi si sono tradotti in concreti pericoli.

In sintesi, Juve ha fatto il proprio dovere, ora bisogna cercare di archiviare la pratica con lo Sporting Lisbona. Magari, già coi portoghesi gli automatismi offensivi saranno ulteriormente affinati, e sembrerà fuori da ogni logica arrivare alla vigilia col dubbio della titolarità di Higuain

Jacopo Azoolini

2a Champions League: Juventus Olympiakos 2-0

di Luca Rossi

La Juventus, nonostante un primo tempo faticoso, vince una partita dominata che era necessariamente da portare a casa dimostrandosi squadra più forte dell’avversaria e dotata della maturità giusta per questi match.


“Dobbiamo assolutamente iniziare il girone con una vittoria”. Queste sono state le parole di Allegri nella conferenza stampa pre-partita, sintomatiche della necessità di uscire dall’Allianz Stadium coi tre punti dopo la sconfitta alla prima giornata con il Barcellona. Il tecnico livornese usa non a caso il verbo “iniziare”, consapevole dell’importanza di questa partita. Archiviata la pratica Torino con una spettacolare e convincente prestazione, l’avversario atteso all’Allianz Stadium è l’Olympiakos, squadra greca affrontata per l’ultima volta proprio in un girone di Champions League nella stagione 2014/2015. In quell’occasione il risultato fu un 3-2 per gli uomini di Massimiliano Allegri, e da quella vittoria iniziò il percorso inesorabile di crescita europea che avrebbe poi condotto a Berlino. La Juventus di oggi arriva con ben altra consapevolezza a questo appuntamento ma è comunque conscia della necessità dei tre punti per non complicare il cammino nel girone.
Gli infortuni di De Sciglio e Höwedes portano Allegri a schierare Sturato terzino destro, come visto in uno spezzone di partita a Barcellona e con la Fiorentina. Insieme al numero 27 bianconero, Barzagli, Chiellini e A.Sandro compongono la cerniera difensiva. Bentancur scende in campo dal primo minuto al posto di Pjanić, per via di un problema del bosniaco emerso nel corso del riscaldamento. Lo affianca il confermatissimo Matuidi. Higuaín si siede in panchina , e quindi Cuadrado, Dybala, Costa e Mandžukić in versione prima punta completano lo schieramento che risulta essere il classico 4-2-3-1.  L’Olympiakos di Takis Lemonis, appena subentrato sulla panchina al posto dell’esonerato besnik Hasi, opta per uno schieramento maggiormente vicino al 4-3-3 che al 4-2-3-1, modulo utilizzato nelle ultime uscite dai greci. In porta Proto sostituisce il titolare Kapino; in difesa da destra a sinistra sono schierati Figueiras, Engels, Nikolau e Koutris; il centrocampo è formato da Romao, Zdjelar,Odjidja-Ofoe; in attacco figurano Pardo, Emenike e Sebà. Ecco a seguire la passmap in cui è possibile individuare le posizioni dei giocatori.

L’andamento della gara, e in particolare l’atteggiamento della squadra greca, si rivela chiaro fin dai primi minuti di gioco. È la Juventus a (dover) fare la partita (76% è il dato di possesso palla a favore dei bianconeri a fine match) mentre l’Olympiakos decide di abbandonare qualsiasi velleità offensiva e di puntare solo a difendersi rinunciando ad attuare un minimo di pressing sui difensori bianconeri e prediligendo un atteggiamento d’attesa con l’utilizzo continuo del blocco basso e l’abbassamento dei due attaccanti laterali sulla linea dei centrocampisti. La squadra ospite in fase di non possesso sostanzialmente forma un 4-5-1 con un centrocampo molto stretto con il quale tenta di formare densità a centrocampo occludendo le linee dei passaggi verso gli attaccanti, concedendo solo soluzioni verso l’esterno e dimostrandosi molto aggressiva soltanto nella circostanza in cui un giocatore bianconero entra in possesso del pallone sulla trequarti. Non a caso la Juventus si procura tre punizioni da posizione molto pericolosa poi non sfruttate da Dybala e D.Costa.

Già al terzo minuto tutto l’Olympiakos è ampiamente posizionato nella propria metà campo. Sul retropassaggio di Sturaro nessuno alza il pressing sui difensori. Totale passività.

L’Olympiakos così facendo lascia grande libertà di manovra ai difensori centrali bianconeri che infatti spesso hanno la possibilità di avanzare, alzare la testa e cercare la giocata più opportuna.

La Juventus dal canto suo per una buona mezz’ora non riesce a trovare il pertugio giusto. Parecchie sono le imprecisioni in fase di impostazione e la circolazione lenta del pallone permette effettivamente all’Olympiakos di far rendere il piano gara progettato. In particolare l’assenza di Pjanić priva il centrocampo bianconero di verticalità, di rapidità non solo nell’esecuzione quanto anche nell’ideazione della giocata e di fantasia. Matuidi sa attaccare gli spazi e alzare i ritmi del pressing mentre Bentancur è eccezionale nell’interdizione e molto bravo, al netto di qualche imprecisione, nella gestione del pallone ma nessuno dei due ha le qualità per farsi carico dell’impostazione del gioco soprattutto a difesa continuamente schierata e stretta come quella greca. La manovra bianconera per tali motivi risulta essere nelle prime fasi di gioco molto piatta e fondamentalmente sterile e si affida solo a qualche lancio lungo effettuato da Barzagli o Chiellini e ai cross provenienti dalla sinistra.

L’Olympiakos difende male sui fianchi. Il lancio di Chiellini è ben dosato e si crea l’occasione

Come già accaduto in passate uscite i due esterni alti (più Cuadrado che Costa) cercano talvolta di venire dentro al campo quasi nel ruolo di mezz’ala per fornire un appoggio in più e un supporto per l’impostazione della manovra in modo anche da lasciare campo libero al terzino di avanzare. Ovviamente a ogni spostamento esterno-interno di Cuadrado corrisponde un movimento di Dybala interno-esterno uguale e contrario.

In fase di non possesso la Juve fatica molto poco, complice l’atteggiamento altamente rinunciatario dell’avversario. Sono sufficienti la dinamicità e la corsa di Mandžukić unite alle qualità di Matuidi come primo portatore di  pressing per mettere in difficoltà l’impostazione dell’azione da parte i greci costringendo a sterili lanci lunghi.

Matuidi affianca Dybala e Mandzukic negli accoppiamenti. Portiere costretto al lancio lungo. Questa è una situazione statica. La stessa cosa accade in movimento

In ogni caso nelle poche situazioni in cui l’Olympiakos riesce a consolidare il possesso la Juventus si schiera con l’ormai noto 4-4-1-1 grazie all’abbassamento di Costa e Cuadrado sulla linea del doble pivote. Le uniche occasioni pericolose che i greci si riescono a procurare derivano da errori in impostazione bianconeri o da contropiedi in cui gli attaccanti riescono a sfruttare lo sbilanciamento della squadra bianconera per via della posizione alta dei difensori che sono avanzati col pallone. Aldilà di queste occasioni pericolose e sulle quali bisogna lavorare (la gestione delle transizioni negative è un aspetto problematico già evidenziato in altri match) comunque la Juventus ha rischiato poco o nulla. Passata la mezz’ora la squadra bianconera si posiziona in fase di possesso con un 3-4-3 più che un 4-2-3-1 con Sturaro che rimane bloccato sulla linea di Barzagli e Chiellini (che si apre molto di più a sinistra) mentre Sandro rimane sempre alto sulla linea dei centrocampisti con Cuadrado sull’esterno destro. Così facendo la Juventus velocizza la circolazione del pallone evitando passaggi di troppo e riesce a scardinare la difesa greca non centralmente (più o meno impenetrabile per via della densità dei giocatori) ma sulle fascia, in particolare quella sinistra. La disposizione greca infatti non difende in maniera adeguata l’ampiezza e consente di creare pericoli in maniera più o meno agevole. Nell’ultimo quarto d’ora infatti la Juve si procura delle occasioni importanti per segnare e anche alcuni calci d’angolo quasi consecutivi.

Una semplice circolazione a due tocchi del pallone porta a un cross pericoloso di D.Costa

Nel videosottostante emergono  i problemi in impostazioni bianconeri e le soluzioni trovate.

Il secondo tempo inizia con gli stessi ventidue che hanno concluso il primo tempo e segue la falsariga del primo. Una Juve in totale dominio che cerca attraverso le fasce di creare pericoli. La sinistra ha funzionato molto meglio in fase propositiva rispetto alla corsia di destra dove Sturaro ha avuto perlopiù compiti da terzino bloccato più che da uomo di spinta, lasciando quindi Cuadrado prima e D.Costa poi l’1vs1 col terzino corrispondente. Allo scoccare dell’ora di gioco Allegri manda in campo Higuaìn per un Cuadrado generoso ma impreciso. Il suo ingresso comporta lo spostamento di Costa a destra e di Mandžukić a sinistra con l’argentino che va a occupare il ruolo di prima punta. Da questo momento  è meno netta la difesa a tre in impostazione ma il canovaccio tattico con Sandro molto alto e Sturaro bloccato rimane comunque. La Juventus aumenta sempre più la pressione su un Olympiakos che appare anche stanco. Il gol è nell’aria e infatti dieci minuti dopo la Juventus affonda sulla sinistra grazie a un grande suggerimento del croato per Alex Sandro che ha il tempo di calibrare il cross e Higuain dopo aver visto ribattuto il primo tiro porta in vantaggio i padroni di casa.

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Finalmente Gonzalo!

Dopo il gol la Juventus ha ovviamente meno fretta di ricercare l’occasione da gol ed è più propensa a gestire il pallone. D’altro canto l’Olympiakos si trova costretto a fare qualcosa per poter raddrizzare la partita dopo una partita giocata all’insegna della totale passività. Ma lo fa comunque con poca convinzione. Cerca di abbozzare un timido pressing con l’avanzamento dei suoi uomini offensivi ma è una situazione da cui la Juventus riesce comunque a uscire agevolmente. Il tecnico della squadra greca intanto effettua due sostituzioni al 72esimo e 77esimo minuto. Fardou per Pardo e Fortounis per Zdjelar. La situazione non cambia e anzi l’Olympiakos cercando di adottare il pressing non fa altro che sfilacciarsi concedendo spazio ai giocatori bianconeri. Da uno ampio spazio concesso a Higuain, bravo anche a liberarsi del suo marcatore, nasce l’occasione del secondo goal che poi porta la firma di Mandžukić. Negli ultimi 10 minuti rimane il tempo per l’ingresso di Benatia per Sturaro, di Bernardeschi per Costa e di Marin per Emenike, per qualche urla di Allegri sulla gestione del pallone e per la gioia dei tifosi bianconeri.

La Juventus porta a casa con pazienza e convinzione una partita preziosa per il cammino nei gironi di Champions. L’Olympiakos sostanzialmente è arrivato a Torino per difendersi rinunciando a scoprirsi con il pressing nella speranza di poter colpire in transizione con qualche palla recuperata sulla trequarti su errori bianconeri. Il piano difensivo greco ha retto abbastanza bene, anche con un po’ di fortuna e complice una Juve imprecisa, fino a quasi metà del secondo tempo quando la Juventus, grazie alle qualità tecniche e mentali dei suoi giocatori, è riuscita a sbloccare il match con anche il ritorno al gol di Higuaìn. I maggiori  spazi a disposizione hanno portato al raddoppio piuttosto agevolmente. La squadra più forte sul campo ha vinto. Ora sotto con l’Atalanta.