Il vero motivo per dire grazie alla Juve

Lo abbiamo scritto appena due giorni fa, non sarà il 2019 l’anno che ci porterà fuori dal Medioevo.

Per una conferma, temo già definitiva a metà gennaio, è bastato attendere la Supercoppa.

Come noto, alla vigilia c’erano due possibilità di commento della partita: il grande riscatto del cuore rossonero oppure una bella moviolata per celebrare il successo della Juve.

Ahinoi (si fa per dire), come talvolta accade, ha vinto la Juve e quindi c’è toccata la moviolata complottista di giornata.

Sinceramente, non so più neanche da dove partire per raccontare ancora una volta uno schema ormai parte integrante della nostra tradizione culturale:

  • la ricerca spasmodica di episodi che attestino il complotto;
  • le proteste sguaiate per indorare la pillola ai propri tifosi;
  • importantissimo! L’oblio degli episodi di senso contrario; 
  • la solidarietà dei supporter di tutte le altre squadre alle vittime di giornata contro il nemico comune. Che intanto festeggia e pensa alla prossima.

Schema confermato in pieno anche stavolta.

Il campo, intanto.

Gol di Ronaldo; comincia a crescere la frustrazione in campo e fuori, Kessie fa un’entrataccia sul Emre Can, Milan in 10; bianconeri un po’ troppo leziosi (speriamo sia così in quanto a gennaio non si ha ancora la gamba per affondare, altrimenti contro squadre più impegnative sarà molto dura), così i rossoneri restano in partita, buttiamo alcuni contropiedi, subiamo qualche palla in mezzo; è finita, alziamo la coppa, noi felici, Ronaldo è felice per chi ama la Giuve e Cristiano, gli altri arrabbiati e ancora più neri se pensano a quando potrà ricapitare di giocare una Supercoppa senza aver vinto né scudetto né Coppa Italia.

A questo punto sappiamo già che sta montando il complotto di giornata. Non sappiamo ancora esattamente quale sarà, perché in partite queste, con tanti episodi dubbi e nessuno clamoroso, ci si può sbizzarrire. Così, si parte dal rigore richiesto per presunto fallo su Conti, subito dopo viene spontaneo prendersela con l’espulsione (“e allora perché non è stato ammonito Matuidi?”, ci si lamenta con un bizzarro sillogismo, dopo un intervento pericolosissimo come quello di Kessie) e poi ecco un fuorigioco sbandierato troppo in fretta nel primo tempo e qualcosa di nuovo e appetitoso, se conosciamo i nostri polli, dovrebbe sbucare nel pomeriggio.

In breve, dunque:

frustrazione, ci siamo.

Ricerca degli episodi da complotto e proteste per indorare la pillola ai tifosi, ci siamo.
Cosa manca? Ah, sì, ecco l’oblio, parte fondamentale e imprescindibile della letteratura lagnosa di questi decenni.

L’oblio degli episodi di senso contrario.

Così, chi si ricorderà in futuro dell’intervento di braccio di Zapata, se la Juve non se ne lamenta, la cronaca non approfondisce, la Gazzetta (ogni giorno con un nuovo moviolista, anche stavolta tifoso della squadra rivale di giornata) scrive che il braccio del colombiano è “quasi aderente” al corpo (!)? A Juve-Samp e in ogni campo abbiamo visto dare penalty per interventi impercettibili e questo sarebbe “quasi aderente” al corpo e quindi regolare?

E chi mai penserà più a quel penalty richiesto da Ronaldo, relativamente al quale mai abbiamo avuto l’onore di vedere un replay, ovviamente dimenticato del tutto da rosea e affini?

Si tratta di episodi antecedenti al rigore chiesto da Conti, spariti così, nel nulla, come vuole la tradizione, così quando uno juventino coraggioso tra qualche anno oserà rispondere alle lagne su Jedda con un timido “beh, ma prima c’era almeno un rigore per noi”, il rivale potrà rispondere agevolmente “ma di che parli?”, arriverà un suo soccorso un tifoso di una squadra terza che affermerà di non ricordare nulla del genere e via, per poter perpetuare il mitico e inossidabile “come mai nel dubbio favoriscono sempre voi?”.

Aggiorniamo, dunque:

frustrazione, ci siamo.

Ricerca degli episodi da complotto e proteste per indorare la pillola ai tifosi, ci siamo.

Oblio degli episodi di senso inverso, ci siamo.

Arriviamo ai social, che è la parte più velenosa ma anche più gratificante.

E’ triste, lo so, e forse vorremmo non fosse così, ma non possiamo negare un certo compiacimento nel vedere tanti milanisti diventati senza rendersene conto complottisti come i nerazzurri di Moratti e Gigisimoni che tanto sfottevano, tutti convinti di perdere per l’arbitro e non per Castillejo, Zapata, Kessie, Fresi, Colonnese, Gresko e Centofanti?

E quanto vale l’aiuto rabbioso delle truppe napoletane e perfino interiste?

Tutti uniti, indistinguibili, avvelenati, incapaci di riconoscere meriti e superiorità altrui, incapaci ormai di godersi le partite perché impegnati a vivisezionare le partite a caccia di episodi che attestino inequivocabilmente l’ennesimo scandalo cui aggrapparsi.

Aggiorniamo ancora, dunque:

frustrazione, ci siamo.

Ricerca degli episodi da complotto e proteste per indorare la pillola ai tifosi, ci siamo.

Oblio degli episodi di senso inverso, ci siamo.

Solidarietà dei supporter di altre squadre ai martiri di giornata, ci siamo.

Lo schema è completo, finalmente.
Al solito, nel Medioevo in cui ci tocca vivere, il campo è sparito: la partita piena di errori (il caldo? Il periodo?); la bella prova di Pasqueta, arrivato da pochi giorni e già protagonista; il fiuto di Cutrone, traversa nell’unico tiro a disposizione; l’assist di Pjanic, dopo una partita così e così; la voglia di segnare e di vincere di Ronaldo, al milionesimo trofeo della sua carriera, e che bello vederlo decidere e festeggiare con la nostra maglia, con il suo “Giuve” che ormai è pure il nostro.

Niente, tutto questo svanisce, non interessa più.

Non resta che mettere in bacheca la Coppa, godercela e proseguire la stagione: gli altri, in attesa delle cadute della Juve, da celebrare con la consueta esplosione collettiva di gioia; noi, speranzosi di migliorarci ancora, perché altrimenti sarà difficile conquistare altri trofei, a partire dal campionato.

Magari ci riusciremo, e sarà bellissimo come sempre. O forse no, perché sarà più bravo qualcun altro.

Ma diremo un sentito grazie lo stesso, perché siamo fuori dal Medioevo che ci circonda ed è il più grande regalo che la Juve potesse farci, anche più dei 7 scudetti di fila.

Il Maestro Massimo Zampini