La Juve… ricomincia da tre

Mandzukic, Dybala e Higuain firmano il successo sul Cagliari all’esordio. Buffon para il primo rigore concesso decretato con il VAR

Non può essere già al top della condizione e avrà bisogno di un po’ di tempo per rodare e inserire i nuovi acquisti, ma di sicuro la Juve non ha dimenticato come si vince e si dominano gli avversari. A fare le spese della “memoria” dei bianconeri è il Cagliari che nonostante l’ordine tattico, la buona volontà  e il primo rigore concesso grazie al VAR, deve raccogliere tre palloni nella propria porta e lasciare l’Allianz Stadium a mani vuote. La vittoria all’esordio in campionato non solo conferma la potenza di fuoco della squadra di Allegri, ma anche la notevole varietà di soluzioni a disposizione del tecnico che se si affida inizialmente all’ “usato sicuro”, tenendo in panchina i nuovi acquisti,  a gara in corso può permettersi non solo di cambiare interpreti, senza per questo intaccare la qualità della manovra, ma anche variare il sistema.

MANDZUKIC APRE IL CAMPIONATO

Quello scelto inizialmente è il consueto 4-2-3-1 in cui Pjanic, che inaugura la partita sfiorando l’incrocio con una rasoiata su punizione, si piazza davanti alla difesa per dettare, insieme a Marchisio, i tempi di gioco. Entrambi si trovano di fronte i quattro centrocampisti del Cagliari, diligentemente piazzati tra le linee, e serve una decina di minuti per sviluppare un’azione fluida. Appena ci riescono però i bianconeri sono letali: la rete di passaggi costringe i sardi a rintanarsi nella propria area, dove è appostato, tra gli altri, Mario Mandzukic che, appena vede partire il cross di Lichtsteiner, si coordina per colpire al volo e spedire il primo gol del campionato nell’angolino, dove Cragno non può arrivare.

BUFFON PIÙ FORTE DEL VAR

I ritmi sono ancora quelli del calcio d’agosto e il vantaggio permette alla Juve di giocare senza affanni. Il Cagliari non fa molto per mettere pressione ai bianconeri, che con il passare dei minuti trovano propongono un palleggio sempre più convincente, ma a tratti troppo lezioso. La Juve si compiace eccessivamente del proprio dominio e il Cagliari finisce così per risvegliare una partita che sembrava essersi addormentata. Così, dopo aver respinto il destro rasoterra di Farias e aver visto il tentativo di ribattuta di Faragò terminare alle stelle, Buffon deve tenere a battesimo il VAR e i suoi effetti: il signor Maresca giudica inizialmente regolare un contatto nell’area bianconera tra Alex Sandro e Cop, ma dopo aver consultato le immagini televisive concede il rigore ai sardi. Farias si presenta sul dischetto e scopre, suo malgrado, che quando Gigi decide di non subire gol, non c’è moviola che tenga: il tiro è rispedito al mittente e il punteggio non cambia… per il momento.

DYBALA SOTTO L’INCROCIO

La Juve riprende in mano il gioco e dopo un tentativo di Marchisio dal limite fuori di poco, i bianconeri mettono al sicuro il risultato prima di andare al riposo: con i sardi che schiumano rabbia per l’occasione fallita e si sbilanciano in avanti, Pjanic può vivisezionare la difesa con un fendente in profondità, telecomandandolo sul petto di Dybala. La Joya scatta in posizione regolare, controlla e piazza il 2-0 sotto l’incrocio.

HIGUAIN, GOL E SPAZIO A MATUIDI

Dopo neanche due minuti dal rientro in campo Dybala potrebbe ripetersi, se il suo sinistro, che conclude una lunga ed elegante trama, non si stampasse sulla traversa; Mandzukic cerca di correggere in rete di testa la respinta del legno, ma saltando da fermo non può imprimere forza al pallone e Cragno riesce a bloccare. La gara si mantiene vivace, ma fino al 20′ offre poco da segnare sul taccuino, se non l’ovazione tributata dall’Allianz Stadium all’ex Padoin. Subito dopo però, ecco che entra in scena Higuain: il Pipita riceve in are all’invito di Alex Sandro e incrocia il sinistro, infilando in diagonale un gol da centravanti di razza qual è. Appena il tempo di esultare e Allegri lo richiama in panchina, presentando così al popolo bianconero Matuidi e il 4-3-3, con Mandzukic Dybala e Douglas Costa, in campo al posto di Cuadrado. Un piccolo, gustoso antipasto, di quella che potrà rivelarsi una preziosa soluzione in futuro. Il piatto forte di giornata invece è il punteggio sul tabellone, che non cambia più, e che consegna alla Juve i primi tre punti della stagione. Buona la prima, Signora!

JUVENTUS-CAGLIARI 3-0

RETI: Mandzukic 12′ pt, Dybala 46′ pt, Higuain 21′ pt

JUVENTUS

Buffon; Lichtsteiner, Rugani, Chiellini, Alex Sandro; Pjanic, Marchisio (17′ st Khedira); Cuadrado (29′ st Douglas Costa), Dybala, Mandzukic; Higuain (26′ st Matuidi)
A disposizione: Szczesny, Pinsoglio, De Sciglio, Barzagli, Benatia, Asamoah, Bentancur, Sturaro, Bernardeschi
Allenatore: Allegri

CAGLIARI
Cragno; Padoin (18′ st Joao Pedro), Pisacane, Andreolli, Capuano; Faragò, Cigarini (37′ st Dessena), Ionita; Barella; Farias, Cop (37′ st Sau)
A disposizione: Crosta, Daga, Ceppitelli, Romagna,  Miangue, Cossu, Giannetti
Allenatore: Rastelli

ARBITRO: Maresca
ASSISTENTI:Marrazzo, Di Vuolo
QUARTO UFFICIALE: La Penna
ARBITRO VAR: Valeri
ASSISTENTE VAR: Aureliano

AMMONITI: 32′ st Lichtsteiner

Juve-Cagliari 3-0: Il regno di Pjanic e Dybala

Ripensate per un minuto alle prime di campionato negli anni di Allegri. Chievo-Juve ce la si ricorda soprattutto per la “prima” di Coman, per il resto era la squadra di Conte, con qualche giocata memorizzata in meno e più libertà per alcuni giocatori. Juve-Udinese la fotografia di una squadra ancora senza certezze, un cantiere aperto in grado di produrre tante palle gol in modo caotico. Juve-Fiorentina una partita coraggiosa, giocata con impeto e fisicità, segnata dal primo centro di Higuain.

Juve-Cagliari è la partita più allegriana di questa serie. Abbiamo avuto subito un’idea molto chiara di quello che è il calcio del mister, il che è una buona cosa, se si ripensa ai primi mesi tortuosi delle stagioni passate. Quest’anno la strada sembra tracciata, sarà il campo a dire se è quella giusta. La Juve ha giocato un calcio di controllo, a ritmi blandi, ed è stata capace di accelerare nei momenti giusti. Ha punito il Cagliari facendo valere la superiorità tecnica e la rapidità di esecuzione nelle giocate.

Dopo dieci minuti soporiferi, il primo gol arriva al termine di un’azione avvolgente con la sovrapposizione di entrambi i terzini, che spinge Cuadrado al centro e Mandzukic in area e sovraccarica fatalmente il fragile fronte difensivo dei sardi.

Da lì in poi diventa la partita di Dybala e Pjanic, padroni indiscussi del campo, anche cattivi il giusto per prendersi la scena – come nel gol del raddoppio – sempre interconnessi dal gioco corto e con un buon Marchisio a fare da umile scudiero. Eppure questa Juve è allegriana anche nel riuscire a prendere (quasi) gol sull’unica azione preparata dai modesti avversari, con Lichtsteiner due volte dormiente sul taglio alle spalle. Linea difensiva in generale non irreprensibile, anche al di là dell’occasione del rigore (parere non richiesto: se questi contatti vengono sanzionati con il VAR, alleniamoci a tirare dal dischetto, tornerà utile).

Le indicazioni migliori per la Juve arrivano però dal secondo tempo, condotto con grande tranquillità, senza mai perdere il pallino del gioco. Il 4-3-3 visto dopo l’uscita di Higuain (a proposito: segnare quando si è il peggiore in campo è sempre un buon presagio) ha dato spunti interessanti su cui ragionare, partendo proprio dall’asse centrale Pjanic-Dybala che Allegri sembra deciso a confermare e cementare. Si è visto un Khedira ritrovato, forse pungolato. Si è già capito cosa chiede il mister a Matuidi: di essere il primo uomo di pressione, di alzare il baricentro della squadra, ma anche di buttarsi dentro sui movimenti incontro della punta. Si è anche intravisto cosa può dare a questa squadra Douglas Costa, che ha toccato tanti palloni senza sbagliarne uno e ha emozionato per l’intesa nello stretto con il nostro numero 10.

Sensazione personale: il terzo gol dice tantissimo di ciò che vuole essere questa Juve 2017/2018. Soprattutto il passaggio, di prima, di Alex Sandro, che anticipa un tempo di gioco e concede a Higuain lo spazio per prepararsi il tiro. L’obiettivo è chiaro: aumentare la velocità di esecuzione. Ecco perché tornerà utile anche l’unico che sognava una prima di campionato diversa, Federico Bernardeschi.

Juve-Cagliari 3-0: la scossa giusta, adesso buon campionato a tutti

Le scorie della Supercoppa persa con la Lazio potevano creare problemi seri alla Juventus nell’esordio interno contro il Cagliari, ma i ragazzi di Allegri hanno reagito bene nonostante qualche difficoltà ancora da registrare, ma ci sarà tempo.

Scendono in campo dall’inizio tutti giocatori già in rosa dalla passata stagione, è Rugani il compagno di Chiellini in mezzo, Lichtsteiner torna a destra, Marchisio accanto a Pjanic: queste le note di rilievo dal 1′.

Si parte forte con un buon fraseggio che porta immediatamente ad una punizione dal limite che per poco non permette a Pjanic di sbloccare il risultato, ritmi che restano accettabili nelle prime battute, ma basta il primo cambio di ritmo per passare: tocchi rapidi sulla trequarti, intelligente apertura di Pjanic a destra, l’accorrente Lichtsteiner crossa morbido lì dove Mandzukic anticipa tutti e sigla la prima rete della Serie A 2017/2018. Gli ospiti provano a sfruttare le paure bianconere, sfiorano il pareggio, ci vanno vicinissimo quando per la prima volta in Italia viene assegnato un calcio di rigore grazie all’ausilio VAR: Farias, però, si fa ipnotizzare da Buffon che tiene avanti la Juve, e di fatto fornisce un assist indiretto all’altro protagonista del pomeriggio, Paulo Dybala. Poco prima dello scadere, infatti, un’apertura da fuoriclasse di Pjanic libera la Joya a tu per tu col portiere avversario, il 2-0 è così servito. Nella ripresa è quasi accademia, tanti buoni movimenti seppur lenti ancora a causa della condizione, una traversa ancora di Dybala e la ciliegina sulla torta messa su da Higuain: ancora azione corale apprezzabile, il Pipita riceve in area e di sinistro in diagonale firma il tris che fa partire i titoli di coda a più di venti minuti dalla fine.

Tre punti di slancio per ripartire, dunque, per i nostri in quest’esordio, e il benvenuto allo Stadium a Matuidi e Douglas Costa, entrati nella ripresa per far rifiatare i compagni a punteggio già acquisito.

Serie A, 1a giornata: Juventus-Cagliari 3-0

di Kareem Bianchi

La Juve vince la prima di campionato col Cagliari. Buffon batte il Var, la squadra d’Allegri ricomincia da dove aveva lasciato facendo intravedere quello che potrebbe essere.


La prima partita del Campionato di Serie A 2017/18 vede all’opera i campioni d’Italia contro il Cagliari, reduce da un’annata con alti e bassi in cui la squadra di Rastelli è arrivata 12esima in campionato con 48 punti.  Il club sardo ha però mostrato molte carenze in difesa ed i gol subiti vanno a dimostrazione dell’inadeguatezza difensiva: 76 gol subiti (terza peggior difesa della Serie A e maggior numero di gol subiti in un campionato da parte del Cagliari in tutta la sua storia).

Durante la sessione estiva del calciomercato entrambe le squadre hanno perso giocatori importanti: la Juventus perde due tasselli fondamentali come Bonucci e Dani Alves a rispettivamente Milan e PSG mentre dal Cagliari partono Bruno Alves e Borriello, destinazione Rangers e SPAL. In compenso la Juventus rinforza il suo reparto offensivo con gli acquisti di Douglas Costa e Bernardeschi e aggiunge varianti tattiche al centrocampo acquistando Bentancur e Matuidi, due giocatori adatti al centrocampo a 3; inoltre arriva anche Mattia De Sciglio, pallino di Massimiliano Allegri che lo ha lanciato al Milan. Il Cagliari, invece, acquista Luca Cigarini, un centrocampista d’esperienza, e diversi giovani tra i quali Filippo Romagna (prodotto del vivaio della Juventus) e Senna Miangue dall’Inter.

Dopo la sconfitta in Supercoppa Italiana, Allegri decide di cambiare interpreti in difesa e a centrocampo, inserendo nell’undici iniziale Rugani, Lichtsteiner e Marchisio. Oltre a questi cambiamenti gli interpreti del 4-2-3-1 rimangono invariati con Chiellini, Alex Sandro, Pjanić, Cuadrado, Dybala, Mandžukić e Higuaín a completare la formazione.

Il Cagliari entra in campo con il consueto 4-3-1-2: davanti a Cragno giocano Padoin, Andreolli, Pisacane e Capuano, i tre di centrocampo Faragò, Cigarini e Ioniță con Barella in posizione di trequartista dietro le due punte Farias e Čop.

I primi minuti di gioco sono stati caratterizzati da un Cagliari aggressivo, che recupera palla in pressing e cerca di sfruttare le transizioni attaccando principalmente la fascia sinistra, avendo identificato Lichtsteiner come il punto debole della difesa bianconera.

Cagliari completamente sbilanciato a sinistra

In fase di non possesso il Cagliari si schiera  con un 4-4-2, nel quale i due attaccanti si posizionano a fianco di Pjanić e salgono in pressing orientato sull’uomo sul centrale di riferimento, coprendo allo stesso tempo la linea di passaggio verso il bosniaco; Ioniță invece sale su Lichtsteiner ed il centrale di difesa accorcia sulle ricezioni alle spalle del centrocampo degli attaccanti della Juventus.

Il pressing orientato sull’uomo del Cagliari

Quando i bianconeri superano il primo pressing, la squadra di Massimo Rastelli cerca di dirottare i giocatori bianconeri verso le fasce creando un 3v3 sull’esterno.

Il 3v3 sulla fascia destra. Il terzino del Cagliari (Capuano) sale su Cuadrado mentre i due centrocampisti in zona palla (Ioniță e Barella) marcano rispettivamente Lichtsteiner e Pjanic.

La facilità con cui il Cagliari ha raggiunto la “Zona 16” approfittando delle letture errate da parte della catena laterale di destra e dei centrali bianconeri sugli scambi tra gli esterni e gli attaccanti rossoblù (il rigore, poi parato da Buffon, è nato da una situazione simile) è stato uno degli aspetti negativi della fase difensiva della Juventus.

Per eludere il primo pressing sono state fondamentali le qualità di Buffon con i piedi che attraverso i lanci lunghi (7 su 11 completati) ha potuto servire Mandžukić sull’esterno, il quale con i suoi 190 cm e la sua abilità nei duelli aerei ha sfruttato a pieno il dominio fisico, manifestato anche in occasione del goal dell’1 a 0, nei confronti di Padoin.

La Juventus in fase di non possesso è stata anch’essa, come il Cagliari, schierata con un 4-4-2 con marcature a uomo a tutto campo, rendendo il lancio lungo alla ricerca delle tracce verticali degli attaccanti con conseguente pressing immediato in caso di perdita del possesso l’unica opzione di gioco possibile per i rossoblù.

Le marcature a uomo della Juventus

All’11’ il Cagliari ha abbassato i ritmi e di conseguenza il pressing, permettendo alla Juventus di risalire il campo: è iniziata così l’azione del vantaggio bianconero.

Gli attaccanti del Cagliari sono rimasti avanti alla linea della palla, rilasciando Pjanić dalla marcatura e permettendo a Cuadrado di servirlo con un cambio di gioco dopo aver attirato i due centrocampisti sul lato forte, liberando il centro del campo.

Una serie di accorciamenti sbagliati da parte dei centrocampisti della squadra sarda hanno permesso a Lichtsteiner di trovare il tempo per effettuare un cross preciso a servire Mandžukić, che come menzionato in precedenza, ha sfruttato il mismatch fisico con Padoin (1,90 vs 1,79 centimetri) per concludere a rete.

Successivamente al goal, il Cagliari ha alzato nuovamente i ritmi e l’undici di Allegri ha trovato una nuova soluzione per uscire dal pressing: la Salida Lavolpiana. Uno tra Pjanić e Marchisio (specialmente il bosniaco) si abbassava a ricevere. La presenza di Pjanić in fase di costruzione del gioco è stata fondamentale per trovare attraverso il lancio lungo i giocatori alle spalle del centrocampo rossoblù.

    La Salida Lavolpiana della Juventus: Pjanić si abbassa tra i due centrali e serve Dybala tra le linee alle spalle del centrocampo del Cagliari

Dopo aver superato la prima linea di pressione, la Juve ha sovraccaricato un lato in modo da allargare le maglie della difesa sarda, prima di cambiare gioco sul lato debole per creare superiorità numerica ed effettuare il cross; inoltre a causa delle scalate errate dei giocatori del Cagliari le ricezioni di Dybala negli half-space sono state fondamentali per creare la superiorità posizionale nell’ultimo terzo di campo.

Nei minuti finali del primo tempo e in buona parte del secondo tempo si è potuta notare una soluzione tattica non indifferente, ossia Dybala in posizione di prima punta.

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Inserimento alle spalle della difesa avversaria ad attaccare la profondità

Nel secondo tempo le novità tattiche arrivano con l’ingresso in campo di Khedira al posto di Marchisio al 62esimo . Come già visto in Supercoppa Italiana, la presenza in campo del tedesco significa che i compiti di Cuadrado in fase di possesso cambiano, ovvero gli è richiesto di abbassarsi in posizione di mezz’ala destra formando un centrocampo a tre atipico, agendo da riferimento per Pjanić in modo tale che Khedira sia libero di inserirsi negli spazi. A differenza della partita contro la Lazio, nella quale il colombiano è andato in difficoltà perdendo il possesso numerose volte a causa delle marcature aggressive dei giocatori di Inzaghi, contro il Cagliari ha saputo ricevere spalle alla porta e risalire in campo.

Il goal del 3 a 0 arriva esattamente come pianificato da Allegri: Pjanić si abbassa tra i due centrali e la passa (quasi) a memoria a Cuadrado in versione mezz’ala e in seguito ad una grande percussione nell’half-space sinistro Khedira appoggia la palla ad Alex Sandro che crossa per Higuain, il quale non sbaglia.

L’ingresso di Matuidi al 70esimo permette alla Juventus di passare definitivamente al 4-3-3 in fase di possesso, con Pjanić vertice basso,  Matuidi e Khedira rispettivamente mezz’ali sinistra e destra e Dybala stabilmente punta centrale; invece in fase di non possesso la Juventus forma un 4-5-1.

Sicuramente rispetto alla finale di Supercoppa la Juventus è riuscita a gestire il possesso e a risalire il campo con maggior efficacia grazie all’impiego di Marchisio, il quale possiede qualità tecniche superiori a Khedira e posizionalmente offre un riferimento costante in costruzione, al contrario del tedesco; in aggiunta Marchisio può alternarsi con Pjanić nella Salida Lavolpiana, in modo da non dare riferimenti agli avversari.

Complessivamente la prestazione della Juventus è stata buona, ma ci sono ancora molti aspetti su cui lavorare, e.g la difesa delle transizioni ed il controllo del possesso nell’ultimo terzo di campo. La buona notizia è che ci sono tutti i presupposti per migliorare.