L’emergenza, la confusione e il silenzio d’oro della Juventus

I fatti accaduti fino a domenica mattina li abbiamo raccontati qui: in breve, capiamo la portata dell’emergenza anche nel calcio quando viene rinviata Inter-Sampdoria. La settimana successiva inizialmente si pensa che Juve-Inter si possa giocare a porte aperte, vengono poi disposte le porte chiuse, sabato mattina la Lega rinvia le 5 partite di serie A disputate nelle regioni a rischio. Si prendono provvedimenti confusi, l’emergenza viene gestita senza una reale visione d’insieme: per capirci, nel Piemonte si dispongono porte chiuse e poi rinvio mentre i tifosi dell’Atalanta, proveniente da una delle zone ahinoi più contagiate d’Italia, possono attraversare l’Italia fino a Lecce e i granata farlo fino a Napoli. E’ un casino, purtroppo.

Emergenza, aggiornamenti continui, confusione, gestione da parte della Lega più che discutibile della situazione: non è il momento del vittimismo, delle lamentele, dei soliti veleni, affermavamo nell’articolo.

Da lì accade di tutto:

  • Marotta partecipa a ogni trasmissione televisiva per fare presente le tre deboli ragioni per cui è contrario alle proposte della Lega: tutela dei diritti Rai della Coppa Italia, assenza tifosi interisti a Torino (non vero) e comunque il virus non sarebbe sparito lunedì (ma come ovvio tutti i divieti hanno un inizio e una fine: non è che il virus a Milan comparisse solo dopo le 18, quando ai locali veniva fatto obbligo di chiudere).
  • L’Udinese rivendica il proprio interesse a non giocare a porte chiuse.
  • Gattuso e Liverani parlano di campionato falsato con questi turni sfalsati.
  • Sui giornali si legge che Agnelli ha voluto parlare direttamente con il Ministro Spadafora, che hanno vinto le sue pressioni, che insomma siamo alle solite. E’ totalmente falso, se vi fidate delle mie umili fonti, ma non rileva: l’importante è che passi quel messaggio. I soliti arroganti.
  • Cellino (non proprio un amico storico della famiglia e della Juventus) spiega che non è così, che Agnelli avrebbe accettato di giocare a porte chiuse, ma non conta, ormai è passata: ha deciso lui.
  • Zhang fa un’elegante storia Instagram notturna in cui dà del pagliaccio al presidente di Lega perché non si preoccupa della salute pubblica (ma ha appena rinviato 5 partite, affidandosi a chi di dovere per capire come eventualmente si potessero disputare). A Marotta non sta bene neanche il rinvio alla settimana seguente, predilige giocare prima Inter-Samp: a quanto si legge, Conte non vorrebbe fare tre partite così complicate in una settimana e l’AD manda una lettera alla Lega in cui spiega che l’Inter si riserva ogni azione qualora fossero prese decisioni in violazione delle norme regolamentari.
  • Ospite a Tikitaka, Joe Barone spiega che a loro invece non va di giocare a Udine domenica sera: ok le porte chiuse, ma l’orario non gli sta bene, preferisce il pomeriggio.
  • La Lega non sa che fare, si capisce, e in parte è comprensibile, sia perché si capisce che manca un manico deciso, sia perché pare avere a che fare con una classe di adolescenti che vuole scegliersi la data del compito in classe secondo le proprie singole esigenze e sia perché, purtroppo, l’emergenza si aggiorna di continuo.
  • La situazione si aggrava al punto che Juve-Milan e Napoli-Inter, inizialmente previste a porte (parzialmente) aperte, vengono addirittura rinviate a data da destinarsi, proprio come sabato scorso. Stavolta non si ipotizza alcun recupero a porte aperte, anzi, ci si chiede se davvero si proseguirà fino in fondo o no, anche a porte chiuse, perché tutto cambia di ora in ora e la cosa più responsabile è appunto, sin dall’inizio, attendere le decisioni e attenervisi senza avvelenare il clima, possibilmente senza lamentarsi se si giocherà di pomeriggio o di sera e se si giocherà prima con la Samp o con la Juve.
  • Mentre scriviamo, all’assemblea di Lega convocata per decidere come proseguire partecipano solo 11 squadre (tra cui ovviamente la Juventus), mentre serve che ce ne siano almeno 14 per deliberare. E pare che si andrà avanti a porte chiuse, almeno così dice il Ministro, poi si vedrà.

In tutto questo scenario complesso, drammatico, confuso, fluido, polemico, strumentalizzato, mediatico, non vi pare che manchi qualcuno?

Manca proprio lei, la grande orchestratrice di tutto ciò.

In dieci giorni caldissimi, parlano solo due tesserati della Juventus:

Andrea Agnelli, lunedì 24 febbraio, a Radio 24 afferma che saranno accettate tutte le decisioni dell’Autorità, porte chiuse comprese, essendo la salute pubblica l’esigenza primaria. Stop alle polemiche.

Claudio Albanese, capo della comunicazione, nella conferenza di martedì prende brevemente la parola per dire che la priorità è la salute pubblica e quindi non resta che attenersi alle decisioni – quali che siano – delle autorità. Chiede di non fare domande a Sarri sul tema, perché le questioni relative a un tema del genere vanno affrontate da chi è preposto a occuparsene. Niente polemiche, niente risposte a quelle altrui.

E qui non serve provare a convincere gli altri, per i quali comunque ha scelto la Juve, forse addirittura hanno rinviato Juve-Milan per l’assenza di Ronaldo (ahimè hanno scritto anche questo, alcuni col tesserino da giornalista). Hanno comunque ragione loro, che a seconda del rinvio reagiscono in modo opposto (Inter-Samp: giusto! Juve-Inter: scandalo! Napoli-Inter: doveroso) ma comunque ci avevano visto giusto mentre noi, che dall’inizio ci affidiamo alle autorità senza fare polemiche, siamo quelli che volevano giocare a porte aperte a costo di diffondere il virus.Non importa, inutile credere in un confronto sereno.

A noi non resta che seguire con attenzione gli sviluppi, abituarci a un calendario che cambia di continuo, rispettare quanto verrà deciso, applaudire come sempre chi vincerà, se sarà più bravo di noi.

E andare fieri del comportamento della Juventus perché il silenzio, da quando è stato coniato quel modo di dire, non è mai stato d’oro come stavolta.

Il Maestro Massimo Zampini.

Andrea Agnelli e l’equivoco Atalanta nel calcio immaginato

Dopo l’intervista rilasciata due lunedì of sono a Tutticonvocati, programma di Radio24, il nostro Presidente Andrea Agnelli, ospite del FT Business of Football Summit, ha espresso un concetto chiaro rispetto al futuro della competizione europea più importante, la Champions League.

Ovviamente i nostri media, sempre attenti a costruire polemiche, hanno tagliato parti del suo discorso creando titoli ad hoc che hanno scatenato il putiferio tra il popolo calciofilo, soprattutto quello di fede atalantina che ha visto la propria squadra presa come esempio per far capire come, secondo lui, debba essere affrontata la riforma della Champions.

Andrea Agnelli ha trattato di molti temi interessanti come:

– La volontà dell’ECA di voler trovare presto un equilibrio tra il numero di gare dei campionati nazionali e delle coppe europee.

– Capire quali siano gli interessi da parte della generazione Z nei prossimi 10-15 anni,

– Come dare la possibilità a più squadre di diventare grandi e qui ha citato la squadra di Percassi inserendola in questo pensiero molto semplice. Si è posto la domanda se sia giusto che squadre come Ajax, Porto o Celtic, campioni nei rispettivi paesi, debbano essere costretti a giocare i preliminari mentre l’Atalanta accede direttamente ai gruppi, il tutto solo perché giocano in tornei di paesi con un ranking minore rispetto all’Italia.

Non ha svalutato il lavoro svolto dai bergamaschi, né ha minimizzato i meriti sportivi, ha bensì espresso un concetto che dev’essere quantomeno affrontato con il fine di dare a questi paesi come Paesi Bassi, Portogallo o Scozia, nello specifico, la possibilità di crescere a livello economico, abbandonando il ruolo di incubatrici per giovani campioni da rivendere poi a Italia, Spagna, Germania, Inghilterra etc.e competere con i 5 principali tornei europei.

Ha espresso la volontà di far crescere il prodotto calcio europeo rendendolo più competitivo e questo dando opportunità di crescita a club attualmente bloccati dal ranking dei loro paesi. Ha posto l’Atalanta come un esempio spettacolare ma paradossale nel calcio che ci si immagina, magari sbagliando, tra 10 o 15 anni. Ha posto Benfica e Ajax, senza citarle, come paradosso di chi è costretto a passare dai preliminari di Champions League perché coinvolte in campionati nazionali di seconda fascia. Ha posto, insomma, riflessioni.

E’ un pensiero condivisibile o meno, ma basterebbe leggerlo nella sua interezza e contesto per poter poi ragionare in modo serio, come prontamente fatto dal giornalista Adam Digby, senza limitarsi a commentare titoli costruiti per creare polemiche.

Roberto Nizzotti.

https://www.facebook.com/PippoFalzon/videos/10223419425862433/

Cosa si sono detti Agnelli e Zhang a cena

Parco la Mandria, 20 febbraio, ore 20.30

Una Jiayuan Lingzy sale su per il vialetto con la sua caratteristica livrea. Al suo interno, in incognito e mascherati da Allegri per depistare i fotografi e gli insiders, ci sono Giuseppe Marotta e Steven Zhang. Sono stati convocati in gran segreto da Andrea Agnelli per parlare del futuro e consolidare la joint-venture che vede ormai rifornire costantemente l’Inter di calciatori, allenatori e dirigenti di comprovata affidabilità, nella speranza di riuscire a risollevare il ranking e l’appeal del calcio italiano.

Scesi dalla macchina, tolgono le maschera e suonano alla porta. Il maggiordomo va ad aprire e gli si palesa dinanzi Zhang “No, grazie, personale al completo, prova quaggiù dalla Littizzetto, so che cercava un cameriere

Zhang nemmeno lo guarda, si rivolge a Marotta: “Digli che è un pagliaccio e poi dagli mille euro di mancia. E domani fai un comunicato stampa

Marotta obbedisce, entra e fa chiudere tutte le finestre e anche le porte “motivi di sicurezza, siamo venuti qui solo con la garanzia di finestre e porte chiuse

Arriva Agnelli che li accoglie, li fa accomodare e prende dalle mani di Zhang un presente, una bottiglia di Lacryma CristiQuesto è un presente suggeritomi da Conte, Andrea”

Lo so, Steve, quando era da noi se ne versava a fiumi, vedo che non ha perso il vizio…”

Mentre si siedono a tavola, Marotta mette subito le cose in chiaro: ”Andrea sappi che noi non accetteremo un ordine diverso delle portate rispetto a quanto prestabilito. Il primo deve necessariamente precedere il secondo, altrimenti si falsano tutti i sapori

“Ma tranquillo, Beppe, le fragranze non si perderanno, io ti chiudo tutte le porte

In tal caso, puoi cominciare pure dal dolce”.

Piatto forte della cena con i vertici Inter, come da menù, Riso alla CARTONESE

Andrea”, precisa Marotta “guarda che c’è un errore, dovrebbe essere cantonese”

“Ah, scusatemi tanto, ma la tipografia me li manda già così, già prescritti. Peccato non abbiate portato Lele Oriali, ci avrebbe messo un attimo a modificarli

“Veniamo al dunque, Steve, come vanno le cose? A me male, Sarri ci ha fatto buttare un anno, la squadra non va, vorrei più tempo”

“Non lo dire a me, Conte si lamenta sempre, mi ha fatto spendere un botto per Eriksen e poi lo panchina, qua in Italia si corre troppo, vorrei più tempo per il progetto”

Marotta poi ancora più preoccupato: “Poi c’è Lotito che corre, corre, ha l’ entusiasmo e una stagione in cui gli va tutto bene, qua rischiamo di fallire tutti, ci vorrebbe una stagione di transizione di tutto il calcio

Eh ma come lo fermi il calcio? Servirebbe una guerra o qualcosa di simile

A quel punto Zhang ha L’IDEA: ”Da noi sta prendendo piede il coronavirus 19, non so se ne hai sentito parlare, posso far venire un paio di amici a portarlo qui e così facciamo sospendere tutto per epidemia…”

“Grandissima idea, ma dovremmo essere tutti d’accordo sul far saltare il banco”

“Tranquillo, Andrea, noi ci siamo, ho sentito Elliott e anche loro vorrebbero lasciarsi alle spalle questa stagione disastrosa”

“Anche Aurelio, è la peggior stagione del Napoli, vedrai che anche lui accetterà”

“Resta da capire come si comporterà la Uefa”

“Io mi opporrò a tutto per prendere tempo” – aggiunge Marotta

Bravo Beppe, tu riempili delle tue supercazzole, anche se così rischi di far la figura dello scemo”

“L’ho assunto per questo”

“Allora siamo d’accordo su tutto”

“Su tutto, agiamo di comune intento dicendo di accattare le decisioni facciamo una partita a scacchi interminabile con lega e governo e quando arriviamo al punto di non ritorno facciamo come i piccioni, buttiamo all’aria tutto”

“E caghiamo sulla scacchiera”

Mike Fusco.