L’ex e il bomber, la Juve vola

Bernardeschi e Higuain domano un’ottima Fiorentina

Un primo tempo oggettivamente poco piacevole e una ripresa di tutt’altro tenore. Un avversario tosto e motivato, steso da una perla dell’uomo più atteso e da un bomber inarrestabile. Un successo prezioso, infine, sofferto anche più del lecito, ma forse proprio per questo ancora più gustoso. La Juve sbanca l’Artemio Franchi mantenendo ancora una volta inviolata la propria porta e colpendo al momento giusto un’ottima Fiorentina, come sempre agguerritissima quando vede bianconero.

RIGORE, ANZI NO

500 presenze in campionato per Buffon con la Juve, 200 panchine bianconere per Allegri e poi il ritorno, da titolare, di Bernardeschi a Firenze… La partita dell’Artemio Franchi offrirebbe tanti spunti, ma quanto si vede nella prima parte di gara non è all’altezza delle aspettative. Contro una Fiorentina aggressiva e ordinata, è necessario manovrare con lucidità ed ecco allora che la Juve non forza le giocate, mantenendo i ritmi bassi e aspettando il momento buono per cercare la porta. La trova Marchisio con un destro centrale dopo cinque minuti e Sportiello blocca. Intanto la Fiorentina prende coraggio e dopo un tentativo di Benassi bloccato da Buffon, il VAR regala le prime emozioni della partita: ancora Benassi va al traversone dalla destra e Chellini intercetta, a giudizio dell’arbitro, con un braccio. Il signor Guida prima indica il dischetto, poi, dopo un lungo consulto con i collaboratori, torna sui suoi passi e comanda un calcio di punizione a favore della Juve: prima di tentare il cross, Benassi era in fuorigioco nel momento in cui aveva ricevuto il pallone da Simeone.

GIL DIAS, PALO PIENO

Quando il gioco riprende i viola sono decisamente più convinti e i bianconeri faticano a ripartire, anche se arretrando il baricentro riescono a contenere gli avversari. Il rischio più grosso, paradossalmente, lo corrono quandosi spingono in avanti: sugli sviluppi di un corner la Fiorentina riparte in contro piede e Gil Dias arriva al tiro da ottima posizione, centrando un palo clamoroso. Nel finale di tempo i viola calano e la Juve torna a farsi vedere in avanti, ma è chiaro che nella ripresa servirà qualcosa di più per cambiare l’inerzia della gara.

BERNARDESCHI, EX SPIETATO

Invece è ancora la Fiorentina a fare la gara e dopo un traversone basso di Chiesa che mette i brividi, attraversando tutto lo specchio della porta senza che Simeone riesca a intervenire, arriva il sinistro di Veretout, fuori di poco. Una delle qualità di una grande squadra è il cinismo. E la Juve è una grande squadra e ha grandi giocatori. Uno di questi è Federico Bernardeschi, che rimanda al mittente tutti i fischi che lo hanno sommerso fin dal suo ingresso in campo, firmando un meraviglioso gol dell’ex: dopo esserci procurato un calcio di punizione al limite, piazza lui stesso il sinistro sul palo di Sportiello, beffando il portiere viola.

TUTTA UN’ALTRA GARA

La reazione dei padroni di casa è veemente e Allegri interviene inserendo Barzagli e Douglas Costa al posto di Lichtsteiner e Marchisio.I primi effetti del doppio cambio sono un traversone del brasiliano e una conclusione al volo di Higuain, messa in angolo dalla difesa. Se nel primo tempo la partita aveva mostrato ben poco, ora si rifà con gli interessi: la Juve stringe i denti, mentre la Fiorentina attacca a testa bassa e e dopo una percussione centrale di Chiesa, il pallone arriva al nuovo entrato Thereau, che potrebbe battere a rete indisturbato, se Buffon non uscisse con tempismo perfetto, fermandolo con i piedi.

HIGUAIN CHIUDE I CONTI

Poco dopo la mezz’ora si torna ai tre centrocampisti, con l’uscita di Bernardeschi e l’ingresso di Bentancur. La Juve trova così maggiore solidità e contemporaneamente i viola calano comprensibilmente, visto lo sforzo profuso invano nei minuti precedenti. È il momento buono per chiudere i conti e i bianconeri non se lo lasciano sfuggire: Chiellini trova il corridoio giusto per lanciare Higuain, che parte in posizione regolare, aspetta l’uscita di Sportiello lo fulmina piazzando il pallone nell’angolino e pone il sigillo su una vittoria pesantissima che, aspettando il risultato di Napoli-Lazio, lancia la Juve al primo posto in classifica.

FIORENTINA-JUVENTUS 0-2

RETI: Bernardeschi 11′ st, Higuain 41′ st

FIORENTINA
Sportiello; Milenkovic, Pezzella, Astori, Biraghi; Benassi (34′ st Eysseric), Badelj, Veretout; Gil Dias (23′ st Thereau), Simeone, Chiesa
A disposizione: Dragowski, Cerofolini, Vitor Hugo, Bruno Gaspar, Dabo, Cristoforo, Olivera, Saponara, Lo Faso, Falcinelli
Allenatore: Pioli

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner (16′ st Barzagli), Benatia, Chiellini, Alex Sandro; Khedira, Pjanic, Marchisio (20′ st Douglas Costa); Bernardeschi (33′ st Bentancur), Higuain, Mandzukic
A disposizione: Szczesny, Pinsoglio, De Sciglio, Rugani,  Asamoah, Sturaro
Allenatore: Allegri

ARBITRO: Guida
ASSISTENTI: Meli, Valeriani
QUARTO UFFICIALE: Di Bello
VAR: Fabbri, Di Fiore

AMMONITI: 24′ pt Lichtsteiner, 37′ pt  Gil Dias, 39′ pt Alex Sandro, 22′ st Veretout, 39′ st Thereau, 44′ st  Biraghi, 49′ st Benatia

Fiorentina-Juve 0-2: keep “halma” e va(R) bene così

bernardeschi

Diciamolo subito a chiare lettere, la prestazione di stasera è un passo indietro rispetto alle ultime uscite, ma vincere in casa della Fiorentina, coi viola rimasti all’ultimo obiettivo stagionale (come spesso capita ai viola nel girone di ritorno quando incontrano la Juve…), è un risultato pesantissimo che lascia l’amaro in bocca a chi stasera si era accomodato in poltrona sperando in un passo falso della Vecchia Signora. Pericolo scampato per gli uomini di Allegri che stasera, dopo tanti contrattempi a parti invertite, si vedono sorridere dal VAR: nel pessimo primo tempo c’è il lampo della decisione della squadra arbitrale che toglie un rigore che forse poteva starci, ma servono congressi per direttori di gara per chiarire la dinamica di un episodio che entra in una delle casistiche che sarebbe meglio si chiarissero perché sennò non ci sarà mai tecnologia che tenga.

Risultato importante quello raggiunto stasera anche grazie a un Federico Bernardeschi che sputa in faccia alla storia, o cronaca se preferite, cronaca nera rende ancora più l’idea: qualche annetto fa un certo Roberto Baggio, alla prima da ex contro la sua Fiorentina si rifiutò di calciare un penalty che poi De Agostini sbagliò, fu sostituito e raccolse la sciarpa lanciatagli dai tifosi fiorentini. Stasera Bernardeschi si è preso i fischi, ha resistito, ha avuto la sua occasione, e l’ha sfruttata zittendo lo stadio e regalando la vittoria alla Juve. Nessun paragone irriverente, ci mancherebbe, Roberto Baggio è il calcio italiano, Bernardeschi una virgola fra tante, almeno per ora, ma…

Su Higuain inutile aggiungere qualunque altra parola, così come su Gigi Buffon, ancora decisivo sullo 0-1 quando ha cancellato l’1-1 dai piedi di Thereau, ma adesso non c’è più tempo per sorridere: fra qualche giorno si scende in campo per giocarsi il futuro europeo, non ci può più essere spazio per alcuna distrazione extra. Per il resto ci sono le solite tweet-star che scandiranno il tempo fra stasera, la prossima partita del Napoli e l’andata col Tottenham.

Fabio Giambò

24a Serie A: Fiorentina-Juventus 0-2

Una Juventus estremamente cinica ha avuto la meglio su una Fiorentina piuttosto volitiva al termine di una gara nervosa e ricca di errori. 

Non c’è partita più sentita dai tifosi viola come quella con la Juventus al Franchi, con un’accesa rivalità sportiva in corso da ormai trent’anni.

Anche la sfida di ieri sera, del resto, non faceva eccezione: la squadra di Stefano Pioli sta disputando un campionato senza infamia e senza lode, complice anche un difficile periodo di transizione per i toscani; in questo senso, la sfida contro la Juventus rappresentava un test importante per verificare sul campo quanto siano ampi i suoi margini di crescita contro le big. Diametralmente opposto è invece la situazione di Madama, decisa a mettere pressione alla capolista Napoli in attesa della sfida di Champions League di martedì prossimo contro il Tottenham.

Entrambe hanno optato per il 4-3-3 con rispettivamente uno e tre cambi dopo i successi contro Bologna e Sassuolo: dentro Pezzella per l’infortunato Laurini nella Fiorentina, mentre nella Juventus Matuidi (infortunato), De Sciglio e Rugani hanno lasciato spazio a Marchisio, Lichtsteiner e Benatia.

L’atteggiamento iniziale della Fiorentina

Nei primi 20 minuti dell’incontro i padroni di casa non hanno cercato di fare la partita o forzare errori, con un pressing alto abbastanza passivo finora alla propria metà campo, dove poi si disponevano secondo un 4-5-1 canonico e compatto.
L’obiettivo era quello di gestire lo spazio, difendendo a zona, e soprattutto l’avversario che vi ci si trovasse nei paraggi (usando l’uomo come riferimento e non il pallone).

Simeone pressava il centrale in possesso della sfera (spesso Chiellini) cercando di chiudere la linea di passaggio verso quello libero (Benatia).
La gestione di Pjanić veniva alternata tra Badelj e Benassi, anche se non sono mancate sporadiche fasi in cui il bosniaco si è abbassato tra i due centrali per ricevere palla.

I riferimenti a uomo della Fiorentina.

Le difficoltà della Juventus 

Il principale problema per i bianconeri, però, era l’eccessiva staticità del centrocampo: la Juventus riusciva sì a consolidare il possesso, ma poi faticava terribilmente a far progredire l’azione e creare occasioni pericolosi.
Sia Higuaín che Mandžukić erano puntualmente controllati rispettivamente da Pezzella e Milenković, sia negli anticipi che nei duelli aerei.
Se a destra la palla riusciva ad avanzare con una discreta continuità, grazie ai movimenti coordinati di Bernardeschi e Lichtsteiner, lo stesso non si può dire della fascia opposta.

Con un centrocampo così piatto è Bernardeschi che prova ad accentrarsi tra le linee.

Ciò era dovuto soprattutto all’assenza di Matuidi, che ha caratteristiche diverse da Marchisio, ma anche doti aerobiche decisamente superiori: il francese è cruciale con i suoi movimenti senza palla che creano spazio sulla sinistra ed allargano le difese, mentre il Principino è più statico; Blaise cerca la palla, Claudio la vuole. Movimenti diversi e conseguenze diverse: la Juventus non è mai arrivata sul fondo a sinistra  – del resto Mandžukić non è certo famoso per essere uno abile nell’1vs1 e quando riceveva palla si limitava prevalentemente a giocarla in orizzontale –  tirando soltanto una volta nel primo tempo (un record negativo che non accadeva dalla sconfitta con la Roma nell’agosto del 2015). Questo trio di centrocampo potrebbe essere soggetto a cambiamenti in vista della partita di martedì.

In un primo tempo piuttosto soporifero e spezzettato da tanti falli, gli unici due episodi degni di nota portano la firma dei viola: il primo è il rigore fischiato dall’arbitro Guida ai danni degli ospiti per un fallo di mano netto da parte di Chiellini, ma poi revocato dopo oltre tre minuti di consultazioni e review del VAR, il quale ha segnalato il fuorigioco di Benassi nello sviluppo dell’azione (stando al regolamento, il doppio tocco di Alex Sandro su cui si è avventato l’ex-granata è da considerare “casuale” in quanto il brasiliano aveva subito fallo da Simeone); il secondo invece è il palo colpito da Gil Dias al minuto 38 in seguito ad un rapido contropiede dei padroni di casa.

Chiesa

È interessante notare i movimenti di Federico Chiesa nella trequarti avversaria in fase di non possesso, soprattutto nel primo tempo: il giovane figlio d’arte si accentrava molto – talvolta finendo anche sul lato opposto – per bilanciare l’equilibrio della rosa fortemente orientato a destra. Così facendo riusciva a liberare la corsia esterna per Biraghi, facendo abbassare di molto Bernardeschi nel ripiegamento difensivo.

Tuttavia, la Juventus è stata molto precisa nel gestire i giocatori tra le linee ed i movimenti incontro di Simeone, ieri annullato da Benatia e Chiellini.

Qui Chiesa finisce addirittura sul centrodestra creando un 4vs4 alle spalle della difesa bianconera, ben disposta per marcare subito gli attaccanti avversari.

Secondo tempo 

Dopo il rigore annullato la Fiorentina ha preso in mano le operazioni con una discreta personalità, costringendo la Juventus ad assumere un baricentro piuttosto basso. In generale, però, la fase difensiva della Juventus è stata quasi sempre perfetta, raddoppiando sugli esterni e controllando bene l’area di rigore sugli attacchi avversari dalle fasce (soprattutto dopo gli ingressi di Barzagli e Thereau rispettivamente al posto di Lichtsteiner e Gil Dias). L’unico mezzo brivido è arrivato al minuto 69, quando Chiesa ha ricevuto tra le linee ed innescato una serie di scambi palla a terra che hanno costretto Buffon all’uscita (di piede) per anticipare Thereau al centro dell’area di rigore.

Rispetto al primo tempo però gli ospiti hanno concesso più spazio in profondità, poi sfruttato da Gonzalo Higuaín, che ha siglato il gol dello 0-2 al minuto 86 su imbeccata di Chiellini (la cui lettura di gioco in fase di possesso è generalmente sottovalutata per la tecnica di base che si ritrova).

Conclusione

Ho tenuto da parte il gol di Bernardeschi per sottolineare il gravissimo errore di posizionamento da parte di Sportiello, il quale ha coperto malamente il proprio palo di competenza, lasciando libero l’unico varco a disposizione per calciare: per come era disposta la barriera, credo fosse oggettivamente difficile, se non impossibile, calciare una parabola perfetta sotto l’incrocio del palo lontano.

Sportiello è troppo spostato sulla sua sinistra per chiudere il suo palo e tuffarsi in tempo.

Non è stata una gara bella da vedere e senz’altro rispetto a domenica scorsa si è visto una Juve poco brillante dal punto di vista atletico, dal rendimento in linea con quello delle precedenti settimane.

A fare la differenza però, come sempre, sono state due cose: l’estremo cinismo sotto porta e la qualità della sua fase difensiva, impenetrabile da ormai 16 partite in tutte le competizioni (soltanto un gol subito in tale arco temporale).

Chiudo l’analisi con un dato statistico alquanto impressionante: quella di ieri è stata la 200esima vittoria di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus in tutte le competizioni (la numero 106 con la porta inviolata).