Maurizio Sarri è il nuovo allenatore della Juventus

Il tecnico arriva al club bianconero dopo un anno in Inghilterra, al Chelsea: per lui contratto triennale

Ha appena concluso un’eccellente stagione sulla panchina del Chelsea, coronata, dopo il terzo posto in Premier League e la Finale di EFL Cup, con la vittoria, pochi giorni fa, dell’Europa League.

Dopo aver sollevato il suo primo trofeo continentale, adesso Maurizio Sarri ritorna in Italia, dove ha allenato per tutta la sua carriera, fatta eccezione, appunto, per l’esperienza inglese appena terminata. E da oggi, e per i prossimi tre anni (fino al 30 giugno 2022), guiderà la Juventus.

Sessant’anni, nato a Napoli e vissuto a lungo in ToscanaSarri intraprende nel 2001, dopo anni trascorsi nel mondo del calcio di categoria, la carriera di allenatore a tempo pieno.

Inizia così un’avventura che, dal 2005, lo porta nel campionato di Serie B, alla guida di Pescara, Arezzo e Avellino. La strada verso la Serie A, però, è ancora lunga: Sarri guida, il Verona, il Perugia, il Grosseto, l’Alessandria e il Sorrento, fra B e Lega Pro.

Poi nel 2012 inizia la storia con l’Empoli: Sarri sfiora la promozione nella massima serie già alla prima stagione (nella finale playoff vince il Livorno) e la raggiunge un anno dopo, concludendo il campionato al secondo posto.

L’Empoli si conferma una splendida realtà calcistica anche nella stagione successiva, in cui conquista con anticipo la salvezza matematica. Il 2015, per il tecnico, è l’anno dell’approdo al Napoli, e anche qui Sarri lascia il segno.

Con lui infatti la squadra partenopea raggiunge quota 82, 86 e 91 punti, dal 2015 al 2018: tutte le volte si tratta del record in Serie A per il Club, che conquista per 3 anni, due delle quali senza passare dai preliminari, la qualificazione alla Champions League.

Infine, nel 2018/19, come si diceva precedentemente, l’ottima stagione con il Chelsea, in Inghilterra, e il primo trofeo continentale per Sarri.

E adesso inizia per lui l’avventura in bianconero: benvenuto alla Juventus!

L’Uomo della Terra – House of Sarri

Finalmente, la telenovela è finita. Non proprio come avrei scritto io il finale, ma in fondo siamo appena all’inizio del nuovo progetto tecnico. La Juventus ha scelto Maurizio Sarri, una decisione che indica secondo me volontà ben precise e la solita, anche legittima e doverosa, indifferenza alle preferenze dei tifosi, perché le mosse della società devono andare oltre gli umori. Cerco di riassumere il mio pensiero nei seguenti punti:

  • La Juventus ha esonerato Massimiliano Allegri, l’allenatore dei cinque scudetti consecutivi, delle quattro Coppa Italia e del rilancio definitivo in Europa. Lo ha fatto per mille ragioni, ma è evidente che aveva considerato chiuso il ciclo. Ritengo, e resto fermo nella mia idea, che la qualità delle prestazioni nel corso delle ultime due stagioni sia stata non in linea col potenziale della squadra; soprattutto, l’annata appena trascorsa è stata insoddisfacente per organizzazione e valorizzazione dei giocatori. La halma allegriana si è trasformata sempre più in mancanza d’intensità; la preparazione atletica ha vissuto su concezioni del passato, ha prodotto diversi infortuni e una lontana dalla condizione migliore nel momento chiave dell’anno;
  • La Juventus ha costruito per netto distacco la rosa più forte del campionato. Ha vinto anche per questo. Non è una squadra ovviamente perfetta, ma è decisamente migliore rispetto a quanto fatto vedere. Un parco giocatori tecnico, non più in linea coi pensieri d’Allegri; una rosa che va migliorata a centrocampo, ma che ha palesato limiti che vanno oltre le caratteristiche dei singoli. La rifinitura, per esempio, è stata spesso inefficace e non organizzata, così come i movimenti coordinati senza palla, movimenti che richiedono intelligenza allenata per muoversi correttamente nello spazio coi tempi giusti;
  • Non conta per me il passato remoto di Maurizio Sarri. Il fatto che abbia allenato per molto tempo e fino a età matura nelle categorie inferiori è solamente indicativo di un allenatore che si è dovuto costruire la propria carriera partendo dal basso. Io questo basso lo conosco molto bene, perché è la mia realtà, e posso assicurare che è tremendamente complicato per un allenatore di Promozione pensare di poter arrivare persino in Serie D, figuriamoci se si può prendere in considerazione l’idea di arrivare in A. Prenderei più in considerazione quanto fatto negli ultimi dieci anni e la qualità del suo lavoro la ritengo innegabile;
  • La Juventus ha scelto Maurizio Sarri perché secondo me hanno considerato il suo modo d’intendere il calcio e di organizzare la squadra quanto più necessario per la squadra. Sarri è un allenatore sul campo di notevole spessore, abile nel dare identità, struttura, certezze di campo. L’intensità è qualcosa che non manca alle sue formazioni. La dirigenza ha ritenuto che un allenatore con queste idee e principi di gioco fosse una delle migliori soluzioni, oltre che a rappresentare una scossa per una rosa che evidentemente necessitava di qualcosa di nuovo;
  • Allenare però non è solamente una questione di campo. Allenare significa sapersi rapportare coi giocatori, e quelli della Juventus sono di assoluto spessore, gestire le pressioni, interagire con la società, relazionarsi coi colleghi, con i giornalisti e con i tifosi. Penso che la società sappia perfettamente quali siano i limiti attuali di Maurizio Sarri, li abbia messi sul piatto della bilancia e ritenga di poterlo migliorare e gestire. Di certo, sinceramente, da una società che ha rivoluzionato il brand mi sarei aspettato un allenatore con un’altra immagine; la Juventus spesso migliora gli uomini, ma mi auguro che comportamento rozzi, volgari, omofobi non si verifichino mai quando si appartiene a questa società. Penso che anche la comunicazione sia un aspetto fondamentale da gestire e da migliorare: basta accuse, basta alibi, basta penombra, basta palloni invernali, basta tutto, basta insulti ai tifosi avversari.
  • Il sarrismo è stato cavalcato da tutti in chiave anti Juve. Sarrismo e rivoluzione contro il Palazzo, sarrismo come bel gioco contro il risultatismo brutto della Juventus, il sarrismo come simbolo della purezza contro il dominio losco bianconero. Sarri ora è l’allenatore della Juventus e speriamo il sarrismo ideologico sia morto. Essere l’allenatore di un top team significa vincere. Questa è la sfida maggiore che attende Sarri, perché la differenza tra giocare bene e giocare bene per vincere è netta. Nessuno sarà contento se la Juventus avrà giocato bene ma non avrà vinto;
  • Ho criticato fortemente negli anni scorsi la narrazione su Sarri e il sarrismo. Non era il Bene contro il Male, non era l’unico modo di giocare a calcio. Sarri, come tutti gli allenatori con una forte organizzazione, può diventare prevedibile e dovrà saper leggere al meglio le partite sapendo mixare diversi stili di gioco;
  • Sarri verrà valutato in base ai risultati e alle prestazioni della squadra. Mi aspetto una squadra vincente e che sappia giocare meglio, più in linea con le caratteristiche dei giocatori. Questa è la sfida non solo di Sarri, ma di tutta la Juventus. Sarri andrà supportato partendo dal mercato: acquistare giocatori in linea con le volontà del nuovo allenatore era fondamentare a prescindere, lo sarà a maggior ragione per chi inizia da zero. Sarri ha idee, va assecondato, consigliato, ma accontentato.

Come accadde con Allegri, accolto tra gli insulti di molti tifosi juventini, io ritengo che la Juventus abbia la squadra migliore e che i giocatori si metteranno totalmente a disposizione del nuovo allenatore e saranno stimolati da un modo di concepire il calcio diverso. I giocatori seguono il tecnico se lo capiscono competente, autorevole e capace; tocca a Sarri dimostrarsi tale nel tempo. Non ho la palla di cristallo, ma sarei assolutamente sorpreso se la Juventus non dovesse arrivare ad aprile in lotta per tutte le competizioni cui partecipa e in condizioni atletiche ottime.

PS Per me la Juventus aveva scelto Sarri da diverso tempo e Allegri stesso ne era a conoscenza. Perché dico questo? Ascoltate le ultime conferenze e le continue frecciate al bel gioco senza vincere. Chi poteva essere il bersaglio se non chi lo avrebbe sostituito?