PAGELLIBUS / Juve-Empoli 1-0

Szczesny sv
Aderisce allo sciopero del tifo.

Cancelo 6
Gioca barzotto. Inizia col piglio di Lotito in visita alla sinagoga “famo sta sceneggiata”.
Modesta ruzza, controllo, ma almeno ci prova.

Rugani 7
Il migliore. Dimenticato dagli altri come un anziano in autogrill si rifà una vita. So lonely.

Chiellini 6,5
Ammortizza l’impatto del temibile Diego Armando Caputo.

Alex Sandro 0,5
Con lui manco il dottor house azzeccherebbe diagnosi e cura.
Solidarizza anche lui coi tifosi: loro non cantano, lui non gioca.

Emre Can 5,5
Torino è meravigliosa in primavera. Affronta la partita come si fa con una passeggiata al parco Valentino, con qualche piccolo scatto ogni tanto, come quando i bambini avvistano uno scoiattolo.

Pjanic 6
Direttore d’orchestra chiamato a condurre la banda di paese. Lui non ha voglia, i suonatori idem.

Matuidi 5,5
Quando sembra aumentare di tono Allegri lo toglie.
Il ragazzo si applica, come quel musicista che divenne sordo.

Bernardeschi 6,5
Il suo primo tempo è la risposta alla domanda “ma Juve-Empoli non iniziava alle 18?”

Bentancur 5
Chiaramente colto alla sprovvista dall’improvvisa chiamata del mister.
Voci dallo spogliatoio parrebbero rivelare un colloquio del genere:

MA: Rodrigo, che fa? Giochi?
RB: Ma… mi dà del tu?
MA: No, no! Dicevo: giochi lei?
RB: Ah, congiuntivo!
MA: Sì!

Mandzukic 6,5
Praticamente il primo tempo lascia la Juve uno in meno (verrebbe da dire in 10, ma siccome non è l’unico bisognerebbe dire in 9/8/7/6).
Nel secondo tempo si sveglia come la principessa addormentata nel prato, baciata dal cavaliere ( o esperto di cavalli) e fa due cose da campione qual è. Una di queste due porta al gol.

Spinazzola 7
La sua panchina è la sedia occupata per ore al pronto soccorso mentre i codici rossi ti passano avanti.
In questo caso il codice rosso è Alex Sandro.

Kean 7,5
Un attaccante che fa l’attaccante. “Il calcio è semplice”.
È il suo momento.

Caceres sv

Allegri sv
una volta una regina in attesa di un bambino che in una giornata invernale stava filando davanti alla finestra. Il davanzale era di legno d’ebano nero, e si stava ammucchiando già della neve. Ad un tratto si punse un dito ed alcune gocce di sangue caddero sulla neve. La regina pensò: “Come mi piacerebbe avere una bambina dai capelli neri come l’ebano, dalle labbra rosse come il sangue e dalla pelle bianca come la neve!”
Ma dopo poco si ammalò gravemente e morì. Per qualche anno il re suo marito fu inconsolabile: poi un giorno incontrò una bellissima dama a caccia, ricca e nobile e decise di sposarla per dare una mamma a Biancaneve. Ma ignorava che era in realtà una strega, esperta in pozioni magiche, con uno specchio magico a cui ogni giorno chiedeva: “Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame!” per il gusto di farsi rispondere “La più bella mia regina sei tu”

Se stasera con i vostri figli questa non funziona, provate con la replica di Juve-Empoli.