Primo round al Lione

I francesi vincono di misura l’andata degli ottavi di Champions, grazie al gol di Tousart nel primo tempo

Il primo round degli ottavi di Champions League va al Lione, vittorioso di misura grazie alla rete di Tousart alla mezz’ora e a un’oculata gestione della gara. La Juve fa troppo poco per cambiare l’andazzo del match. I bianconeri giocano sotto ritmo nel primo tempo e nella ripresa accelerano solo leggermente, senza mai rendersi realmente pericolosi.

JUVE SOTTO TONO, IL LIONE PASSA ALLA MEZZ’ORA

E dire che sembrava un buon presagio il gol sfiorato dopo neanche cinque minuti, grazie allo spunto di Ronaldo e a un delizioso pallonetto, a metà strada tra il tiro e il cross, che Cuadrado non riesce a raggiungere. Invece il Lione prende ben presto le misure, chiude gli spazi, e in avanti mette i brividi con Ekambi, che centra in pieno la traversa deviando di testa un corner di Aouar. L’occasione dà coraggio alla squadra di Garcia e al contempo toglie sicurezza a quella di Sarri. La Juve ora arretra troppo il baricentro e non riesce a uscire in palleggio come in avvio di gara. I padroni di casa, spinti dal pubblico, crescono azione dopo azione e alla mezz’ora passano, grazie alla discesa di Aouar che arriva sul fondo dalla sinistra e pesa a centro area Tousart, libero di colpire al volo e di infilare Szczesny. La Juve non riesce a reagire, manca lucidità, come evidenzia l’incertezza di Bonucci al 41′, che lascia scorrere un pallone vicino all’area, permettendo a Ekambi di conquistarlo e di arrivare al tiro, fortunatamente fuori misura.

LA REAZIONE NON BASTA

Rientrati dagli spogliatoi, i bianconeri provano ad aumentare la pressione e a sfruttare maggiormente l’ampiezza del campo. Qualche cross arriva, ma la difesa francese è sempre ben piazzata. Sarri cambia al quarto d’ora, inserendo Ramsey al posto di Pjanic e spostando Bentancur in regia. Il primo tiro arriva al 23′, quando Dybala mette al lato il suggerimento di Alex Sandro, e subito dopo Sarri richiama Cuadrado e manda in campo Higuain, nel tentativo di avere maggior presenza in area, quindi sostituisce Rabiot con Bernardeschi. Nel finale si gioca in una sola metà campo, con il Lione che punta chiaramente sulle ripartenze e i bianconeri che fanno comunque fatica ad arrivare al tiro e quando ci riescono con Higuain, servito in area da Dybala, non centrano la porta. Finisce 1-0 per i francesi, un risultato che non chiude la porta alla qualificazione, ma che per essere ribaltato, avrà assoluta necessità di una Juve diversa.

OLYMPIQUE LYONNAIS-JUVENTUS 1-0

RETI: Tousart 31′ pt

OLYMPIQUE LYONNAIS

Lopes; Denayer, Marcelo, Marcal; Dubois (33′ st Tete), Gomez Soares, Tousart, Aouar, Cornet (36′ st Terrier); Ekambi (21′ st Terrier), Dembelé

A disposizione: Tatarusanu, Traoré, Mendes, Caqueret
Allenatore: Garcia

JUVENTUS

Szczesny; Danilo, de Ligt, Bonucci, Alex Sandro; Bentancur, Pjanic (17′ st Ramsey), Rabiot ()33′ st Bernardeschi); Cuadrado (24′ st Higuain), Dybala, Ronaldo

A disposizione: Buffon, De Sciglio, Rugani, Matuidi
Allenatore: Sarri


ARBITRO: Manzano (ESP)
ASSISTENTI: Barbero (ESP), Ángel Nevado (ESP)
QUARTO UFFICIALE: Fernandez (ESP)
VAR: Munuera (ESP), de Burgos (ESP)

AMMONITI: 28′ pt  Marcelo

Lione-Juventus 1-0: più buio di mezzanotte non può fare

Signore e signori, la Juventus di Lione è la Juventus 2019/2020: arrabbiamoci a caldo, disperiamoci perché si fanno figure del genere anche in giro per l’Europa, sfoghiamo la rabbia del momento, ma non prendiamoci in giro. La Juventus di Maurizio Sarri è evidentemente e tristemente questa: 45 minuti di nulla cosmico con la solita sensazione di poter prendere gol da chiunque ed in qualunque momento, non è sfortuna aver subito l’1-0 in inferiorità numerica per l’infortunio di De Ligt, è semplicemente un atto praticamente ovvio. Una squadra debole caratterialmente, incapace di reagire, controllata senza particolari patemi d’animo, e non illuda la parte finale del secondo tempo, semplice orgoglio di qualche singolo, che fra l’altro non ha partorito neanche un tiro nello specchio della porta avversaria.

Sarri decide di giocarsela con Cuadrado davanti con Dybala e Ronaldo, il rientrante Pjanic in regia con Rabiot e non Matuidi a sinistra, dietro c’è De Ligt. Per il resto tutto secondo copione. I francesi aspettano i bianconeri per una ventina di minuti, lasciano lo sterile possesso palla agli ospiti, poi accelerano e arrivano sempre pericolosamente dalle parti di Szczesny. Se poi anche Bentancur si mette a fare leggerezze da dilettante, allora c’è poco da stare tranquilli. A maggior ragione quando la reazione a livello di gioco la dovrebbero porre in essere soggetti che fanno fatica a reggersi in piedi, forse troppo intenti a sistemare la folta capigliatura. Vedi Rabiot. L’alternativa in questo momento è Bernardeschi: dalla padella alla brace.

Si vive di flash, si vive dell’isolato Ronaldo che stavolta non ce la fa a vestire i panni del salvatore, si vive di giocate di Dybala, troppo discontinuo. Poi buio pesto. Buio da mezzanotte. L’unico aspetto positivo è che più buio di mezzanotte non può fare: si può solo fare meglio, perché se esistesse anche un peggio a quanto visto stasera, significherebbe mandare in archivio una stagione che potrebbe scivolare verso il disastro. Quale musica è pronta a suonare la Vecchia Signora?

Fabio Giambò.

Il MoViolino di Lione – Juventus 1-0

Serata mediocre per Jesus Gil Manzano se non fosse per gli ultimi minuti, che la rendono pessima.

Al di là di clamorose sviste, falli invertiti e gialli non dati, sono 2 gli episodi principali di stasera e tutti nei minuti finali.

Il primo al minuto 84 quando Ramsey vede bene Ronaldo con un tocco delizioso verso l’area di rigore. CR7 viene sbilanciato da Denayer ma l’arbitro non interviene. La spinta è leggera ma il contatto c’è. Poteva starci il rigore come no. Manzano decide di no.

Il secondo al minuto 89 dove dopo un’ottima azione sulla destra Dybala prende palla in area e spalle alla porta viene affossato da Guimaraes. Qui il rigore è netto e andava fischiato. Manzano decide di no. Qui però il Var avrebbe potuto intervenire. Ma non lo fa.

Brutta serata per Manzano. Se non altro il maestro massimo del Violino, Monsieur Garcia, stasera non si lamenterà.

di Alessandro Scaglione

Juve nel fango, chi ti salverà?

Non chiederti cosa i tuoi compagni di squadra possono fare per te. Chiediti cosa tu puoi fare per i tuoi compagni di squadra.”

Tutti colpevoli. Nessun colpevole. Questo emerge dalla trasferta di Lione in Champions League: sconfitta rimediabile, certo, ma che segna in modo tragico il punto più basso della stagione di Sarri in bianconero. Eppure, nonostante il dito puntato sul tecnico toscano sin dall’inizio del campionato, chi si prenderà la responsabilità di rispondere alle critiche dentro e fuori dal campo?

SOTTO ACCUSA – Ora le motivazioni non contano più, anzi. La squadra doveva dare una risposta concreta, dopo un periodo in chiaroscuro, ed invece la nebbia è scesa fitta su tutti i calciatori bianconeri. C’è un allarme, un grido, un incubo che si sta concretizzando nuovamente. La Champions che sfuma dalle mani sin dagli ottavi, addirittura contro una squadra modesta, ed un ritorno che sembra lontanissimo (e più difficile di quanto si pensi). Non è più un singolo ad essere criticato, ma l’intera rosa ha sbandato alle prime difficoltà, fino a non seguire più il proprio capitano.

CAPITANO, NON CAPITANO – Bonucci tuona a fine partita, come già successo in passato, trovando ad ascoltarlo microfoni famelici e tifosi inferociti. Un leader che ha paura che tutto possa finire, che sventola la fascia urlando il proprio malessere e che potrebbe avere l’effetto diverso. Perciò, mi chiedo mestamente, capitano dove sei? In tribuna, a soffrire insieme ai tifosi, e non in campo a rimettere in sesto la propria squadra. Chiellini manca, ancor di più a fine match, e nei titolari deve rientrare in pianta stabile. La paura in difesa deve smettere di esistere.

CHI VA PJANIC… – Fermo ai box per infortunio ed aspettato con ansia, Pjanic può ancora nascondersi in mezzo al campo dietro al classico “compitino”? Non c’è luce, non c’è personalità e nemmeno rabbia in mezzo al campo. Nel marasma di metà campo, il bosniaco è l’emblema di una Juve senz’anima che rischia il tracollo nella seconda parte di stagione. Non bastano più i tocchi, facili e semplici, e nemmeno il “sentirsi bianconero” fuori dal campo. Ora il campo deve urlare il tuo nome, la tua classe e non portarti più via quella leadership di cui Sarri ha bisogno per guidare il centrocampo. Senza di te, ahimè, vivremo come un girasole in Primavera, con l’eterna speranza che il sole si mantenga alto nel cielo.

…NON DYBALA LONTANO – La Joya ha concesso un lampo di classe nel corso della partita, a 10 minuti dalla fine, è quasi a voler incidere dopo un colpo da k.o. In una stagione positiva, però, Dybala si è nascosto tra le linee nel momento più importante. A Lione è rimasto in gabbia, quasi principesca, senza mai dare la sensazione di poter mordere la partita. Hai scalato le gerarchie, hai scalzato Higuain dall’11 titolare e sei accanto a Ronaldo, ora è tempo di sbocciare anche dal fango delle difficoltà. Arma il mancino, fai fuori l’indifferenza e la noia dal tuo calcio, e domina la scena. Perché così, caro “diez”, non si va lontano.