Specie animali: lo Juventino

Nella terra del calcio, ai piedi dell’Europa ed affacciata sul Mediterraneo, vive una specie animale molto curiosa ed affascinante: lo Juventino.
Lo Juventino è una specie molto numerosa con una particolare caratteristica. Ama ritrovarsi in branco verso la metà di Maggio dove compie il suo rituale di festa, che avviene ormai una volta l’anno. Tale rituale viene definito in maniera scientifica “festeggiamento dello scudetto” ma il suo percorso, seppur sulla carta non presenti grosse difficoltà, in realtà risulta più tortuoso e complicato del previsto.
Sin dai primi giorni di Agosto infatti lo Juventino tende a dividersi e chiudersi in piccoli gruppi attaccando gli altri suoi simili con discussioni e provocazioni senza fine. E se inizialmente queste discussioni rigurdavano il vecchio capobranco Antonio Conte ora via via l’attenzione si è spostata sul nuovo capogruppo reo di non rappresentare a dovere il popolo bianconero e sul gioco della propria squadra, considerato non proprio divertente.
La Domenica (che qui è simbolo anche di alcuni martedì, mercoledì o sabato), il giorno di passione per lo Juventino, inizia con la lettura delle formazioni che porta subito il soggetto ad alterazioni caratteriali. La lettura di Khedira titolare e Douglas Costa panchinato crea facilmente stati di irritazione con cali di eccitazione. Lo Juventino, disorientato, vive con trepidazione i 90 minuti della sua partita nominando sovente i Santi del suo calendario per quello che vorrebbe essere e a volte non è.
Molte volte, sovente, quasi sempre, al termine dei 90 lo Juventino ne esce vittorioso.
Nel post partita, in ogni caso, è pronto per dare il via alle discussioni.
Discussioni inevitabili ed infinite che terminano o si stoppano solo quando qualche esemplare di Juventino utilizza una delle sue armi nascoste più pericolose: la patente del tifo.
Con questa mossa lo Juventino punta ad estromettere uno o più componenti del gruppo che non la pensano come lui, creando una sorta di pensiero unico all’interno della sua compagnia.
Alcuni rituali prevedono addirittura l’utilizzo di termini chiave come “io faccio i km per seguire la squadra” oppure “vi meritate Cobolli o Maifredi” forse come ad esorcizzare il male rievocando vecchie tragedie molto temute da queste parti.
In realtà qui subentra una variante di esemplare di Juventino: lo Juventino insoddisfatto.
Lo Juventino insoddisfatto non si accontenta più di portare a casa trofei di caccia che vede ormai come scontati ma alza l’asticella, punta a nuove vittorie e conquiste tramite l’utilizzo di nuove tecniche che sembravano inutilizzate e abbandonate da tempo: il bel gioco.
Con il bel gioco lo Juventino non si accontenta più solo di vincere ma vuole anche divertirsi, nonostante per quello allo Juventino abbiano costruito cinema e circhi, ben più adatti all’esigenza.
Invece no, caparbio e mai domo, lo Juventino richiede a gran voce questa nuova tecnica evolutiva, anche se abbiamo già visto come altre specie animali dello stesso territorio ne abbiano pagata cara ultimamente la ricerca.
Ma lo Juventino se vuole sa che gli alberghi li costruisce e li gestisce, non ci va a perdere i campionati.
Con l’inizio della stagione autunnale lo Juventino vivrà un’ennesima prova che metterà a dura prova il suo sistema nervoso. Si tratta dell’inizio del percorso della Champions League, vera prova di forza per i nervi dell’essere bianconero. Solo il superare indenne tali prove infrasettimanali e portare a termine tale percorso potrebbe fare della specie bianconera un gruppo finalmente unito e compatto.
Nel frattempo, continueremo a scannarci amorevolmente tra di noi.
Toccoditacco.