Una Joya pazzesca!

Dopo le reti di Benatia e Bacca nel primo tempo, all’ultimo secondo di una partita dominata, ma che pareva stregata, Dybala trasforma il rigore decisivo. La Juve batte il Milan 2-1

Sembrava davvero una partita maledetta. Sembrava davvero che la porta di Donnarumma, fenomenale in più di un’occasione, proprio non volesse saperne di far entrare il pallone. Sembrava destino che la Juve, pur dominando per 90 minuti, dovesse accontentarsi del secondo pareggio consecutivo. Sembrava, appunto. E invece questa è evidentemente la settimana dell’ultimo secondo. Così, dopo le emozioni regalate dal Barcellona mercoledì sera, con il gol qualificazione di Sergi Roberto firmato in extremis, ecco quelle dello Stadium, targate Paulo Dybala che trasforma allo scadere, che più scadere non si può, il rigore decisivo e porta alla Signora tre punti strameritati.

Strameritati fin dall’inizio di gara, per l’atteggiamento subito mostrato dai bianconeri, che Allegri
non potendo contare sullo squalificato Cuadrado e dovendo rinunciare all’ultimo momento a Mandzukic, propone don Dani Alves e Pjaca ai lati di Dybala e alle spalle di Higuain.

È proprio del croato la prima conclusione nello specchio: un destro rasoterra che Donnarumma smanaccia in direzione di Khedira. Il tedesco riesce ad arrivare sul pallone, ma il tiro viene messo in angolo da Zapata.

La Juve è aggressiva e compatta e riesce ad imprimere al gioco accelerazioni che il Milan fatica a contenere. Ottima quella di Dybala che punta l’area e tocca ancora per Pjaca, il cui destro termina a lato. Ci prova poi lo stesso argentino dal limite, trovando la deviazione di Donnarumma, quindi è Benatia a mettere a lato di testa il traversone della Joya. Tutto questo in appena dieci minuti, in cui i bianconeri prendono il comando delle operazioni e schiacciano gli avversari nella loro tre quarti campo.

Anche quando abbassa leggermente il ritmo è comunque la squadra di Allegri a fare la partita, mentre il Milan si limita a cercare qualche verticalizzazione per le punte, sempre ben controllate. Donnarumma è sicuramente il rossonero più attivo nella prima parte di gara e ha il suo da fare anche per respingere la sventola da fuori area di Higuain.

Più passano i minuti, più sale in cattedra Dani Alves, che con Dybala si intende ad occhi chiusi. Le combinazioni tra i due mandano spesso in confusione la difesa rossonera e non è un caso che l’azione del gol passi dai loro piedi. E da quelli di Medhi Benatia, che dopo aver recuperato in anticipo il pallone sulla tre quarti, lo lascia lavorare ai due sudamericani per poi andare a ricevere in area l’assist di Dani Alves, controllare e superare Donnarumma come il più scafato dei centravanti.

Il vantaggio dà ulteriore vigore alla Juve, che dopo neanche cinque minuti sfiora il raddoppio con il destro di contro balzo di Khedira, a lato di poco, ma scuote anche il Milan, che pressa con maggior convinzione, riesce ad allontanare i bianconeri dalla “zona pericolo” e a capitalizzare al massimo l’unica occasione del primo tempo: un mancato anticipo di Bonucci a metà campo apre lo spazio per il contropiede di Deulofeu che tiene dietro Barzagli, arriva velocissimo al limite dell’area e mette Bacca a tu per tu davanti a Buffon. Da quella posizione, sbagliare è impossibile.

Andare al riposo in parità dopo aver tirato dieci volte in porta contro una sa di beffa e quando torna in campo, con Lichtsteiner al posto di Barzagli, la Juve mostra subito la chiara intenzione di ristabilire le distanze.

Ci prova Pjanic su punizione e Donnarumma mette in angolo, poi è Khedira ad avere sul destro il pallone buono e il portiere rossonero respinge ancora. Montella cerca di dare più solidità ai suoi togliendo Bacca e inserendo Kucka, ma è ancora sono ancora Pjaca e Pjanic a sfiorare il gol: il primo con un rasoterra a fil di palo, il secondo con un diagonale che Donnarumma devia sulla traversa.

La gara è letteralmente a senso unico. Pjaca mette a lato altre due volte, di testa e al volo di destro, quindi una splendida combinazione in velocità tra Dybala e Higuain sfuma per un ultimo rimpallo che impedisce alla Joya di battere a rete. Sono poi due conclusioni di Khedira e Higuain a esaltare le doti di Donnarumma ed è solo dopo la mezz’ora che Buffon deve intervenire per respingere il destro di Sosa da fuori area e per rimediare ad un retropassaggio avventato di Benatia in direzione di Ocampos. Proprio Benatia lascia il posto a Rugani nell’ultimo quarto d’ora, in cui la Juve appare meno precisa, quasi fiaccata dalla marea di occasioni non concretizzate. Allegri negli ultimi minuti gioca la carta Kean al posto di Pjaca. L’assedio finale porta al doppio giallo e all’espulsione di Sosa e proprio allo scadere del recupero arrivano due conclusioni di Higuain, una a lato, l’altra tolta dall’angolino dal solito Donnarumma. Finita? Neanche un po’: il pallone respinto dal portiere rossonero arriva a Lichtsteiner e il cross dello svizzero viene fermato da De Sciglio con la mano. Il signor Massa indica il dischetto e Dybala fa finalmente giustizia, spendendo in rete l’ultimo pallone di una gara vinta all’ultimo secondo, con pieno merito.

JUVENTUS-MILAN 2-1

RETI: Benatia 30′ pt, Bacca 43′ pt, Dybala rig. 52′ st

JUVENTUS
Buffon; Barzagli (1′ st Lichtsteiner), Benatia (33′ st Rugani), Bonucci, Asamoah; Khedira, Pjanic; Dani Alves, Dybala, Pjaca (44′ st Kean); Higuain
A disposizione: Neto, Audero, Alex Sandro, Lemina, Rincon, Marchisio
Allenatore: Allegri

MILAN
Donnarumma; De Sciglio, Paletta, Zapata, Romagnoli; Pasalic (26′ st Poli), Sosa, Bertolacci; Ocampos (45′ st Vangioni), Bacca (9′ st Kucka), Deulofeu
A disposizione: Storari, Plizzari, Gomez, Antonelli, Mati Fernandez, Calabria, Suso, Lapadula
Allenatore: Montella

ARBITRO: Massa
ASSISITENTI: Meli, Crispo
QUARTO UFFICIALE: Giallatini
ARBITRI D’AREA: Banti, Doveri

AMMONITI: 23′ pt Pasalic, 36′ pt Benatia, 39′ pt Deulofeu, 12′ st Ocampos, 16′ st Romagnoli, 32′ st Pjanic, 42′ st Khedira, 44′ st Sosa, 48′ st Sosa

ESPULSI: 48′ st Sosa

PASS VIDEO “barzagli”

A CALDISSIMO / Juve-Milan 2-1: Massa toglie, Massa dà. E Dybala cancella Doha

A CALDISSIMO / Juve-Milan 2-1: Massa toglie, Massa dà. E Dybala cancella Doha

Il passo falso di Udine è nella testa di Allegri e dei giocatori, oltre che negli occhi dei tifosi, ripartire stasera era troppo importante, e poco importa che i tre punti conquistati col Milan arrivino con quel pizzico di fortuna che era mancata all’andata quando lo stesso direttore di gara, ai tempi assistente d’area, aveva annullato il gol regolare di Pjanic.

La squalifica di Cuadrado e l’indisposizione improvvisa di Mandzukic nell’immediato pre-partita spalancano le porte del campo a Pjaca, dietro c’è Benatia con Bonucci in mezzo, a destra turno di riposo per Lichtsteiner con Barzagli terzino destro, turn-over anche dall’altro lato con Asamoah e non Alex Sandro. Per il resto tutto confermato.

La partenza è fra le più belle della stagione con il protagonista a sorpresa, il Pjaca di cui sopra, attivo e pericoloso, ma manca il guizzo decisivo. Guizzo decisivo che, dopo una strepitosa azione difensiva con proposizione offensiva, non manca a Benatia: duetto Dybala – Dani Alves, cross al bacio del brasiliano e conclusione ravvicinata dell’ex Bayern che sblocca il risultato. Un’incredibile disattenzione difensiva riapre il match: contropiede rossonero, Bonucci uscito male, Barzagli “grazia” Deulofeu senza commettere fallo, e Bacca sentenzia Buffon a tu per tu proprio un attimo prima di tornare negli spogliatoi. Nella ripresa è una Juve ancora più arrabbiata, se possibile, ma ancora una volta manca lo spunto vincente, complice anche una prestazione pazzesca di Donnarumma, decisivo a più riprese. In pieno recupero, però, Massa sale in cattedra: cross di Lichtsteiner, De Sciglio respinge col braccio a poco meno di due metri dallo svizzero, per l’arbitro è rigore. Dybala si assume la responsabilità di andare sul dischetto, stavolta Donnarumma non può nulla, è il gol che consegna la vittoria ed una fetta di tricolore alla Vecchia Signora.

Una delle prestazioni più convincenti della Juve quella di stasera, al di là del punteggio in bilico sino al fischio finale: a volte ci vuole – si perdoni la ripetizione – anche quel pizzico di fortuna, e stasera la Dea bendata ha deciso di dare un bacio in fronte a Buffon e compagni.

29a giornata Serie A: Juventus-Milan 2-1

di Davide Terruzzi


La Juventus vince all’ultimo contro il Milan. Una partita dominata dai bianconeri, una prestazione in cui la superiorità tecnica e d’intensità degli uomini d’Allegri si è manifestata e imposta.


Di questa partita si è detto di tutto in questi giorni, ma si è parlato assai poco del rendimento delle due formazioni sul campo. Le attenzioni di tutti si sono soffermate sull’episodio decisivo, il rigore assegnato all’ultimo alla Juventus, sintetizzando la gara in una sola decisione. Basterebbe dare una banale occhiata alle statistiche per rendersi conto che la formazione d’Allegri ha prodotto una imponente mole di occasioni da rete ed è andata a sbattere più volte contro un autentico muro di gomma che ha le sembianze di un neo maggiorenne, quel Donnarumma che è stato un autentico fenomeno.

Entrambi gli allenatori hanno dovuto effettuare dei cambi rispetto le consuete formazioni titolari, ma nessuno dei due ha voluto cambiare sistema di gioco. La Juventus, priva di Cuadrado, Chiellini e all’ultimo di Mandžukić, si sistema col consueto 4-2-3-1 con Barzagli terzino destro, Pjaca esterno alto a sinistra, Dani Alves sul lato opposto, mentre Asamoah viene preferito ad Alex Sandro, scelta dovuta al prossimo impegno di Champions col Porto. Anche Montella si è trovato di fronte al dubbio che qualsiasi allenatore si trova di fronte da quando i bianconeri hanno cambiato modulo: chi mettere su Mandžukić? La scelta, come già fatto da diversi allenatori, è quella di mettere un difensore centrale adattandolo al ruolo di terzino destro: la scelta ricade su Zapata e non viene modificata quando si viene a sapere che l’ariete croato non sarà della partita. Davanti, al posto di Suso, Ocampos.

Le intenzioni della Juventus sono chiare da subito. Fare la partita, controllarla e dominarla. Come se il pari con l’Udinese rappresentasse un ricordo da superare immediatamente, dimostrando nuovamente la propria superiorità. Il pressing è quindi alto per impedire al Milan di ragionare agevolmente col pallone e quindi di poter abbassare il ritmo, che invece deve essere mantenuto veloce; così la palla viene mossa rapidamente, con buona precisione sul corto, con movimenti per smarcarsi. La formazione di Allegri resta anti-schematica, ma i principi di gioco sono chiari e netti: fondamentale resta la capacità dei giocatori di trovare la giusta posizione ai fianchi o alle spalle della linea dei centrocampisti avversari. La presenza di Barzagli non consente ai bianconeri di spingere sulla destra, dove Dani Alves taglia molto verso il centro del campo: quando il brasiliano riceve largo, è Dybala che è pronto a dialogare con l’ex Barça partendo dallo spazio di mezzo. Anche Higuaín si stacca dalla linea difensiva, talvolta scambiando la posizione con il proprio connazionale, mentre sulla sinistra è Asamoah che garantisce l’ampiezza con Pjaca invece che effettua movimenti dentro il campo. In più ci sono gli inserimenti di Khedira ad attaccare la profondità. I continui smarcante permettono a Pjanić di far girare bene la propria squadra. Quando senza palla i bianconeri si muovono più lentamente, ci sono maggiori difficoltà nel trovare il gioco tra le linee.

L’intensità maggiore della Juventus si coniuga a una evidente superiorità tecnica: il Milan così ha enormi difficoltà a risalire il campo o effettuare azioni manovrate. Montella presenta una formazione che tende a rinunciare alla pressione alta; il piano-partita del tecnico rossonero consiste nel bloccare il centro schermando le linee di passaggio in verticale convogliando la manovra bianconera sugli esterni dove avrebbe dovuto scattare il pressing. Così come quello della Juve, sebbene quello bianconero sia decisamente più alto, il pressing del Milan è fortemente orientato sull’uomo. Montella schiera la sua formazione con un 4-3-3 mascherato che diventa un 4-2-3-1: Bertolacci-Sosa sono i due mediani, Pasalić si muove sul centro-destra dove si trova a dialogare con Deulofeu. Con Zapata che resta più bloccato (quasi a formare una difesa a 3 nel giro palla), l’ampiezza viene garantita dal giovane catalano con il compagno che parte nel corridoio per attaccare lo spazio; spesso i due si scambiano la posizione con l’intenzione di dare campo davanti a sé da attaccare all’ex Barça.

Funziona bene il pressing della Juventus. Alto. Con i difensori che cercano molto l’anticipo sugli attaccanti non consentendo al Milan di ripartire in contropiede. Anche la formazione di Allegri dirotta il gioco sulle corsie laterali ed effettua un pressing orientato sull’uomo con la coppia di centrocampisti che risale il campo per prendere i due centrali. Nasce così l’azione che porta al gol di Benatia.

Passata in vantaggio, la Juventus vive un passaggio in cui cala l’intensità e la precisione nel palleggio. Gli errori in trasmissione consentono al Milan di prendere un po’ di coraggio. Il gol del pari arriva al termine di una buona azione di pressing della Juventus in cui l’errore concettuale di un singolo determina una situazione favorevole per i rossoneri. Determinante anche lo spostamento sulla sinistra di Deulofeu, troppo veloce e rapido per Barzagli.

Non ci sono cambi tattici nel secondo tempo, ma una sostituzione da parte d’Allegri: esce il difensore toscano, entra Lichtsteiner. Una mossa per spingere maggiormente sulla corsia di destra, ma che deve essere letta anche in funzione di schierare un giocatore più adatto nel contrastare Deulofeu. La partita continua sullo stesso piano della prima frazione, sebbene i bianconeri tendono a concedere qualche occasione in più. La Juventus però gioca a un’intensità superiore, creando numerose palle gol non riuscendo ad andare in vantaggio per un po’ d’imprecisione e per gli interventi fenomenali di Donnarumma.

Mentre Montella deve rinunciare a Bacca il cui posto viene preso da Ocampos con il neo entrato Kucka che agisce come ala destra, Allegri non interviene: il forcing bianconero è notevole, quasi rabbioso, con una buona fluidità e combinazioni nello stretto che dimostrano la qualità tecnica dei giocatori juventini.

Una Juve quasi incredula di essere ancora sul pari però perde in lucidità ed effettua alcuni errori banali in trasmissione permettendo al Milan di rifarsi vivo pericolosamente dalle parti di Buffon; gli uomini d’Allegri tentano di forzare ulteriormente i ritmi, aprendo però ai rossoneri la possibilità di partire in contropiede, situazioni nelle quali i rossoneri non sono stati lucidi nell’ultimo passaggio. La Juventus negli ultimi minuti costringe Donnarumma a superarsi in più occasioni; il portiere, solo alla fine, capitola di fronte a un replay di quanto visto a Doha. Questa volta è Dybala ad avere la meglio e la Juventus vince la partita.

Il calcio è episodico. Se la partita fosse finita sul pari, non sarebbe però dovuto cambiare il giudizio sulla prestazione della squadra d’Allegri. La Juventus ha creato un imponente numero di occasioni da rete (22 tiri, 15 in porta, contro i 5, 3 nello specchio, del Milan), riuscendo a effettuare conclusioni dentro l’area rossonera in 12 occasioni, producendo 18 occasioni da rete contro le 3 rossonere. Numeri che testimoniano una partita in cui la formazione di Allegri è stata padrona del gioco. C’è un altro dato che testimonia l’andamento della gara: i bianconeri hanno avuto il proprio baricentro sui 59 metri, mentre gli avversari si sono fermati ai 44. Ci sono 15 metri di distanza tra le due squadre: un’enormità nel calcio, quasi la fotografia di un match in cui una grande affronta una piccola. Ci sono alcuni aspetti su cui Allegri deve ancora lavorare: ancora troppo spesso i suoi giocatori effettuano dei cross nonostante la difesa avversaria sia ben piazzata, quando sarebbe meglio muovere la palla per far perdere la marcatura ai difensori cercando anche un inserimento di un esterno o di un centrocampista. I quindici minuti a cavallo tra il 65’e l’80’ hanno visto una Juventus incredula di fronte a una situazione che non si sbloccava: ha perso lucidità e tranquillità, come se dovesse recuperare un risultato negli ultimi minuti di una partita a eliminazione diretta. Servirà mantenere maggior controllo quando verosimilmente i bianconeri saranno attesi a scontri con le altre big europee. Un Juventus-Milan dominato così da una squadra non si vedeva però da quell’incontro in cui l’allora formazione allenata da Conte  vinse per due a zero, anche all’epoca la partita si sbloccò nel finale e in maniera episodica, contro i rossoneri d’Allegri. Ora il tecnico livornese può essere solamente soddisfatto della prestazione della sua Juventus: la superiorità tecnica e d’intensità nel gioco si è manifestata.

ANALISI TATTICA / Juve-Milan 2-1: fantasia al potere dietro Higuain

Jacopo Azzolini

ANALISI TATTICA / Juve-Milan 2-1: fantasia al potere dietro Higuain

Al fotofinish e con (immotivate) polemiche, la Juve supera il Milan grazie al decisivo penalty di Dybala, riscattandosi alla grande dopo la scialba prova di Udine. Per quanto incerta fino alla fine, quella contro i rossoneri è stata una delle migliori prestazioni stagionali della squadra di Allegri e ci ha dato anche modo di vedere disposizioni tattiche piuttosto interessanti, con i diversi interpreti che hanno reso il 442 diverso rispetto alle gare precedenti.

 

STRONCARE LA COSTRUZIONE BASSA

Per quanto i rossoneri abbiano caratteristiche più da transizione che non da possesso prolungato, l’atteggiamento oltremodo rinunciatario e il baricentro bassissimo della prima frazione non sono da ascrivere prettamente ad una scelta tattica. E’ infatti stata molto brava la Juve in fase di non possesso, facendo emergere i limiti milanisti nella costruzione dalle retrovie. Proprio come successo nella gara di andata, con la palla al piede i rossoneri sono spesso tanto sterili quanto orizzontali. Larghe fasi di possesso totalmente improduttivo che si chiudono col rinvio lungo di Donnarumma. Così, risalire il campo ed arrivare nella porta rivale diventa difficile.

Evidente la totale assenza di soluzioni da parte dei difensori rossoneri. Puntuali le ali juventine (Pjaca soprattutto) nel bloccare le soluzioni esterne, così come bravi Higuain e Dybala a schermare le vie centrali. Si è avvertita, tra le fila milaniste, l’assenza di un metodista di livello, che sapesse abbassarsi e rivelarsi un appoggio/via d’uscita per la difesa facendo partire l’azione da dietro. Così non è stato, con Sosa davvero molto timido.

Da un nuovo rinvio dal fondo di Donnarumma nascono i preludi del gol di Benatia.

Proprio alla luce di ciò, è curioso notare come il gol di Bacca arrivi nell’unica circostanza del primo tempo in cui il Milan riesce ad eludere con efficacia il primo pressing bianconero. L’errore di Bonucci nell’anticipo e il tentennamento di Barzagli su un Deuloufeu in campo aperto fanno poi il resto.

 

FANTASIA AL POTERE

Mai la Juve, nel corso di questa stagione, aveva schierato così tanto estro e fantasia dietro la prima punta. Ed infatti, sia per vie centrali che per vie esterne, si è notata una ricchezza di soluzioni davvero sorprendente, con molti uomini in grado di creare occasioni dal nulla in un fazzoletto di terra. Ciò ha in un certo senso cambiato il modo di attaccare generale e il rendimento di Dybala. Nel 4231/442 visto finora – ma valeva forse anche maggiormente nel 352 -, la Joya è una pedina cruciale, di fatto l’unico vero regista offensivo della squadra e di conseguenza molto accentratore.

Con gente come Pjaca e Dani Alves affianco a lui, Dybala può arricchire ulteriormente la completezza della sua prestazione: può permettersi il lusso di svariare ancora di più, perché tanto nella trequarti sono comunque presenti giocatori di qualità. Inoltre, può associarsi ancora di più coi compagni: tra le tre mezzepunte, infatti, si sono notati scambi di grande qualità, combinazioni che con Mandzukic e Cuadrado sono logicamente più difficili da vedere. Lo si vede nel gol di Benatia e in diverse altre circostanze: sia al centro, sia sulle fasce. Ben 10 key passes totali per Dybala e Dani Alves: il brasiliano sopperisce alla minore esplosività rispetto a Cuadrado con una rifinitura da top player.

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Anche nello stretto, i giocatori della Juve effettuano dialoghi di alto livello, riuscendo in  molte circostanze ad andare al tiro da posizione pericolosa.

Avere tecnica e qualità in ogni parte del campo aumenta di gran lunga l’imprevedibilità della squadra, che nell’arco dei 90′ si rende pericolosa davvero da tutti i lati.

Nella ripresa, con l’ingresso di Lichsteiner, Dani Alves si accentra un po’ troppo per dare profondità sull’esterno al terzino svizzero. Forse, col senno di poi, si sarebbe dovuto provare ad andare più al cross con l’ex Barcellona, decisamente più dotato sotto questo punto di vista.

Lich largo e Alves al centro

 

Insomma, come gli Expected Goals confermano, si è vista un’elevata ed incessante produzione offensiva da parte dei bianconeri.

 

CONFUSIONE NEGLI ULTIMI VENTI MINUTI

Ad un certo punto, però, si teme addirittura la beffa. Perché, nonostante il netto dominio nei primi 70′, nel finale la Juve pare in grande difficoltà di gamba, con molti interpreti che calano vistosamente. Uno dei pochi rimasti brillanti fino alla fine è senza dubbio Dybala, che inventa calcio fino alla fine. Le statistiche lo consacrano come tra i più precisi della partita.

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Negli ultimi 20′, si vede una gestione del pallone ben poco lucida da parte dei bianconeri, con molti giocatori che commettono errori tanto vistosi quanto potenzialmente letali. Viene in mente quel retropassaggio di Benatia (comunque tra i migliori in campo), ma lo stesso Pjanic è nettamente meno brillante rispetto ai suoi standard.

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Si risveglia con decisione il Milan, che si rende più pericoloso nel finale che non nel resto della partita. Se l’ingresso di Kucka per Bacca aveva inizialmente abbassato ulteriormente la squadra, negli ultimi 20′ la freschezza (e forza fisica) dello slovacco si rivela una risorsa importante per la risalita del campo rossonera, col Milan che ribalta velocemente l’azione. Ne beneficiano velocisti come Ocampos e Deulofeu, che in campo aperto sanno pungere.

La Juve dimostra grande coraggio, continuando ad attaccare nonostante i rischi nelle retrovie. In una delle ripartenze più pericolose, Khedira si immola su un Deulofeu lanciato a rete, evitando una chance potenzialmente colossale. A tratti è quasi parsa una gara di Champions, con molti spazi e continui ribaltamenti di fronte.

La vittoria alla fine arriva, ed è un successo vitale in chiave scudetto. L’elevato divario tecnico tra le due squadre si è visto con evidenza, e solo un Donnarumma in stato di grazia ha salvato la porta fino al 97′. Le uniche note negative provengono dalla gestione del finale, con una confusione a cui non eravamo abituati. Essendo ormai prossimi alla fase clou della Champions League, è un dovere interrogarsi sulle motivazioni di ciò: se qualche interprete è stato semplicemente poco preciso o se invece c’è un po’ di (comprensibile) stanchezza fisica all’interno di una rosa decisamente troppo corta per il 4231.