Cremonese-Juve La Sintesi

Inizia bene l’anno della Juve, che torna a giocare in Serie A e riprende da dove aveva finito: con i 3 punti. Campo difficile e partita, come spesso dice Allegri, sporca, quella di Cremona, contro una squadra grigiorossa coriacea e di qualità.

I bianconeri la vincono con una prodezza di Milik allo scadere ma anche con una prova, per lunghi tratti, convincente.

KICK OFF DEL 2023

Si parte con una difesa a tre, con Gatti insieme alla coppia verdeoro Bremer-Danilo; centrocampo folto, con Locatelli e Fagioli a fare gioco in mezzo insieme a McKennie, supportati dalla velocità e dall’estro rispettivamente di Kostic e Soulé, Miretti a lavorare fra le linee e Milik unico terminale offensivo.

La Cremonese non attende a dopo 7 minuti si fa vedere dalle parti di Szczesny, Dessers, servito da una gran giocata di Castagnetti non inquadra lo specchio. Al quarto d’ora i padroni di casa trovano anche il gol, con Valeri di testa, ma c’è fuorigioco, e si resta sullo 0-0.

ESCE LA JUVE

Da questo momento in poi la Juve inizia a crescere, supportata da un ottimo primo tempo di Soulé. Prima però di Mati, alla cronaca si iscrive Bremer, che al 18′ incorna di testa un cross di Kostic ma non trova lo specchio. Poi. si diceva, l’argentino: per due volte in 3 minuti si rinnova il duello con il portiere Carnesecchi, che al 20′ e al 23′ si deve impegnare non poco per dire di no alle conclusioni a giro del 30 di Allegri.

I bianconeri sono in campo con qualità, guidati dai loro ragazzi: alla mezz’ora è Miretti a tentare la grande conclusione, che si alza di pochissimo sulla traversa. C’è ancora tempo per un gran tiro di Kostic, che al 38′ sfiora il palo. Zero a zero che sta stretto a fine primo tempo.

RIPRESA: SI ALZANO I GIRI

La Juve riparte forte nella ripresa, che per lunghi tratti è sostanzialmente un monologo bianconero: dopo 10 minuti Allegri mette Chiesa e Kean nel motore, a segnale che vuole, com’è giusto che sia, portare a casa i tre punti. Il baricentro si alza, le conclusioni arrivano. Gatti va vicinissimo al gol al quarto d’ora, con una sortita offensiva improvvisa e pericolosissima e palla fuori di niente.

Al 63′ Kostic rinnova il suo duello con la porta cremonese: tiro da fuori, palla alta per una questione di centimetri. Tre minuti dopo Chiesa di prepotenza a sinistra se ne va e calcia forte: sfera sull’esterno rete.

ATTENZIONE ALLA CREMONESE…

Non si pensi però che i padroni di casa stiano rintanati in difesa: la Cremonese non rinuncia a proporre, in ripartenza e non solo. Particolarmente attivo Dessers che si fa vivo in più di un’occasione e che al 69′ stampa sul palo il suo diagonale.

EMOZIONI FINALI

Dal 77′ in poi la partita vive tre sussulti non male: prima Rabiot gira al volo da centro area, trovando solo una deviazione in corner, poi Kean scarica in porta e Carnesecchi si oppone incredibilmente di spalla. La Cremonese riparte sulla stessa azione, Valeri si inventa un coast to coast in velocità e calcia verso Szczesny che si distende a parare. Non solo: all’83’ Afena-Gyan trova il secondo legno della Cremonese, su un cross improvviso praticamente dalla linea di fondo a destra che finisce sul palo. La Juve risponde con un’invenzione di Rabiot, che trova il taglio di Kostic a sinistra, palla in mezzo e Milik anticipato a un metro dalla porta.

Girandola di emozioni finali, dunque, con Kean che all’87’ si libera del marcatore al limite e scarica un siluro in direzione di Carnesecchi, che si oppone come può, ma comunque in modo efficace.

E POI AREK

Minuto 90: Rabiot guadagna una punizione da posizione interessante, pochi metri fuori dall’area. La batte Milik, che trova un angolo pazzesco, con palla che rimbalza proprio davanti a Carnesecchi in tuffo, bacia il palo ed entra in porta. La Juve non soffre nel recupero, con Paredes bravo a calciare in porta (ancora respinta) e poi a tenere palla nel momento giusto, capitalizzando così il gol di Arek: un gol che vale tanto, significa 3 punti al termine di una partita difficile.

Significa non perdere contatto dal Milan secondo; significa ripartire come meglio non si poteva.