Italia-Spagna: miracolo a Saint-Denis

Nessuna sorpresa per l’Italia, mentre la Spagna schiera Nolito a sinistra nel tridente di attacco.

La Spagna e’ svagata e l’Italia si procura subito un paio di buone situazioni; al 7′ Florenzi crossa per Pelle’ che colpisce bene ma De Gea fa un paratone. Al 10′ Giaccherini prende il palo in rovesciata dopo un’altra bella azione e gli fischiano un fallo che non c’e’. La Spagna non riesce a venire a capo di nulla; gli riescono una paio di azioni avvolgenti ma il massimo e’ un tiro dimostrativo di Iniesta al 27′. In compenso l’Italia gioca benissimo (coi noti limiti tecnici) e in ripartenza e’ sempre pericolosa. Al 29′ De Sciglio crossa bene bassa e Sergio Ramos si avvita sulla palla rischiando l’autogoal; al 33′ Pelle’ si libera al limite ma viene abbattuto. Punizione di Eder, secca ma piuttosto centrale; De Gea ricorda a tutti che non e’ un fenomeno e la respinge cortissima. Si avventano Giaccherini e Chiellini ed e’ il nostro giocatore che la spinge in rete. Vantaggio meritatissimo dell’Italia.

La Spagna non reagisce, non riesce ad alzare il ritmo del gioco e a scardinare la nostra macchina difensiva; anzi al 45′ c’e’ una grande azione di rimessa con tiro finale di Giaccherini e miracolo del portiere. Si va all’intervallo con un punteggio difficile da prevedere a inizio partita ma totalmente meritato.

Il secondo tempo comincia con la sostituzione di Nolito (osceno) con Aduriz e Morata va sull’esterno. La Spagna continua ad attaccare male e non combina praticamente nulla; al 53′ esce De Rossi acciaccato e entra Motta (fermo come al solito) ma l’Italia organizza un altro bellissimo contropiede al 55′ e Eder si mangia un goal fatto. La Spagna e’ in totale confusione e rischia ancora al 61′ su un parapiglia in area. Seguono altri cambi, Lucas per Morata, Pedro per Aduriz acciaccato, Insigne per Eder e Darmian per De Sciglio ma il copione non cambia. Anzi Insigne si libera subito della marcatura e spara un tiraccio centrale respinto da Degea.

Solo all’89’ la Spagna ha la sua occasione e solo su un improvvido colpo di testa all’indietro; ma Buffon e’ Buffon e fa il miracolo. Il finale e’ simile a quello col Belgio; Spagna ferma che oramai non difende piu’. Parte l’Italia in contropiede, cambio di campo per Darmian che la mette al centro dove Pelle’ la insacca. Fine della partita con Silva che perde la testa e prende a calci Chiellini.

Considerazioni finali; i meriti dell’Italia sono enormi, perche’ tutti hanno giocato esattamente la partita che dovevano giocare, occupando le giuste zone di campo e facendo i movimenti giusti. E questo e’ grandissimo merito di Conte e grande merito di chi era in campo. Va anche detto pero’ che la Spagna e’ stata veramente deludente da tutti i punti di vista: tecnico, tattico, motivazionale e soprattutto atletico. Non e’ riuscita a mettere l’angolo una squadra che a livello tecnico e’ tre categorie sotto, non e’ riuscita ad alzare minimamente i ritmi e soprattutto ha giocato peggio dell’Italia, cosa che all’inizio della partita era difficile da prevedere.

Adesso si va a giocare contro la Germania; altra partita dal pronostico chiusissimo contro una squadra che pare enormemente piu’ forte di questa Spagna. Ma magari i miracoli non sono finiti.

Kantor

Antonio, che hai fatto Antonio

Antonio, che hai fatto Antonio

Scrivo senza voce. Al goal di Pellè ho dato le corde vocali alla patria. Lo so, dovrei rispettare lo sciopero del tifo di noi juventini derubati e offesi dalle massime istituzioni dieci anni fa. Francamente me ne infischio. All’inno guardi Gigi, Chiello, Bonucci, Barzagli. Lo stesso Giaccherini. Ti dici, è la mia gente. Il mio sangue quello. Gigi, dimmi solo quello che ti serve. Ti accoltello Iniesta se vuoi. Porto la gatorade a Giorgio. Quello che vi pare, io sono tra voi perché sono voi. In panchina poi Conte. E Alessio, Carrera. Antonio, come dimenticarti. Hai fatto tanto sinora. Il massimo. Avrebbero pianto anche le pietre con quel che hai fatto oggi, Antonio. Le pietre che son le uniche cose senza barba lì nel Medioriente a Saint Denis. Il pelo stasera caro Antonio non lo guarda più nessuno. E’ più fuori dall’Europa della Regina madre. Stasera si guarda il tutto. Il quarto di finale con la Germania è un obiettivo irraggiungibile e ir-raggiunto da tanti. Pochi avrebbero osato piacere non piacendo. Hai allestito un gruppo à la Bearzot. Il gruppo Juve a trainare, un po’ di soldataglia utile ad essere spremuta, assoluta disciplina e benedetta libertà condizionata. Abbiamo meritato con la Spagna. Arrivavamo prima negli anticipi, abbiamo vinto i duelli fisici, abbiamo stancato la loro classe in noia. Li abbiamo annoiati, manco fossero i giornalisti che non amano vincere ma fan soldi coi vincitori. Ora tocca a noi tifosi. Antonio l’ha detto. Antonio l’ha avuto, il tifo allo stadio. Il tifo in Italia è compito nostro. Sotto coi tedeschi. Il mondo va avanti sempre allo stesso modo. Noi della Juve, dietro.

DOPO ITALIA – SPAGNA 2-0: ho visto juventini…

DOPO ITALIA – SPAGNA 2-0: ho visto juventini…

Avete mai visto uno juventino tifare Italia? E uno sbalzato indietro nel tempo di un lustro dopo la merenda? Eventualmente, invece, uno che ha rivisto un film proiettato il 14 maggio 2003?
Riproviamo.
Ne avete visto uno darsi ancora ragione da solo dopo la celebre doppia notte di Istanbul? E qualcuno di quelli che il giardino di chi parla un’altra lingua è sempre più verde? O, magari, uno di quelli che c’era al Sarrià 34 anni fa? Solo che quell’Italia-Brasile 4-2 equivaleva a un quarto di finale, senza chance né di supplementari né di rigori. Ed erano Mondiali, come sempre contro tutti. Nonostante un gruppo che aveva una grande eredità alle spalle, quella del ’78. Qui c’è niente, poco o niente, diciamo poco. E’ oggettivo. Ma c’è tanto calcio italiano. Inutile fare la conta degli ingredienti. Si partirebbe dal blocco Juve, dalla difesa che è il miglior attacco (con la a maiuscola), dallo studio dell’avversario, dai giornalisti che ne sanno più dei commissari tecnici eccetera eccetera.
E c’è ancora una domanda: avete visto juventini gioire? Se sì, siete nel posto giusto. Se no, è perché sono concentrati sulla storia infinita che è anche (anche, tranquilli) azzurra. Quindi su sabato sera. Altro che Murazzi, Navigli, ponti e budelli. Bordeaux non è un posto qualunque.
Pensateci bene. Non è il caso che mi rispondiate.