La dura legge del gol. Di Nando

E se vi dicessimo che c’entriamo anche noi con tutto questo? Con il dominio spagnolo nelle coppe (7 delle ultime 11 Europa League, 6 Champions dal 2006 ad oggi, praticamente tutti i trofei internazionali per club negli ultimi tre anni), con la terza EL consecutiva del Siviglia, con il derby di Madrid che il 28 maggio si trasferirà a Milano per la notte che vale il trofeo più importante? Ci credereste?

Beh, dovreste. Perché, per quanto incredibile che possa sembrare, la stagione 2015/2016 di entrambe le competizioni continentali ha vissuto un unico e decisivo turning point la notte dell’8 dicembre al Ramon Sanchez Pizjuan. La Juventus, già qualificata agli ottavi, ha bisogno di un punto nella tana del Siviglia che, di contro, si gioca il terzo posto che vale l’Europa minore con il Borussia Monchengladbach, impegnato nella trasferta al City of Manchester. Son due partite strane: la Juventus domina (e spreca) ma non sfonda, i tedeschi vanno sotto dopo un quarto d’ora ma ribaltano il tutto già nel primo tempo e, a un quarto d’ora dalla fine, sono tranquillamente in vantaggio sui Citizens.

Poi, al minuto numero 65 il gol che cambia tutto. Anche più di quel che si crede sul momento:

Grazie a Pagno72 per il video

Con questi risultati, la Juventus passerebbe come prima anche perdendo. Ma, purtroppo, se la fortuna è cieca la sua controparte ci vede benissimo. Perché oltremanica Sterling e Bony impiegano 6 minuti a realizzare i 3 gol del 4-2 finale che mandano i citizens al primo posto e lasciano la Juventus (che con Dybala e, soprattutto, Morata ha proseguito al tiro al piccione) a mangiarsi le mani per la piazza d’onore che, di lì a qualche mese, significherà Bayern Monaco. Con tutto quel che ne consegue. E, quindi, guardiolani avanti ai supplementari con il cammino che, però, si infrangerà in semifinale contro quel muro invalicabile chiamato cholismo.

Un gol di un ex benvoluto da tutti e che aveva disputato la sua prima partita stagionale con la nostra maglia. Che ci condanna all’eliminazione. Che, invece, per lui significa proseguire nel sogno europeo fino alla vittoriosa finale di Basilea. Un gol che ha cambiato la nostra storia, la sua, quella del Siviglia e quella di due coppe. In un solo singolo istante di una partita un pò così di una serata un pò così. E’ il calcio, è la vita.

E, poi, diciamoci la verità. In fondo, a Fernando Llorente non si può proprio voler male, nemmeno dopo tutto questo. Anche perché capace di cose così. Apparentemente piccole, ma molto più grandi. Proprio come quel suo gol di inizio dicembre:

No, davvero non gli si può dir nulla. Anzi, si: gracias Fernando. E complimenti.