La Fiorentina passa all’Allianz

In dieci uomini per oltre settanta minuti per l’espulsione di Cuadrado, dopo essere già passata in svantaggio, la Juve non riesce a recuperare contro la Fiorentina, che approfitta della superiorità numerica e degli spazi concessi dai bianconeri e ottiene la prima vittoria allo Stadium. Vlahovic, un’autorete di Alex Sandro e l’ex Caceres, mettono la firma sul successo viola, nato fin dai primi minuti di gara.

VLAHOVIC GOL E ROSSO A CUADRADO

Pronti via e c’è subito da rincorrere. Dopo tre minuti Ribery pesca Vlahovic in verticale e il serbo, piazza lo scatto e il pallonetto per superare Szczesny. Non c’è neanche il tempo di impostare una reazione che Cuadrado viene punito con il rosso per un fallo su Castrovilli dopo il controllo del VAR. La Juve resta in dieci, con un gol da recuperare e con il fiato sospeso per la parata di Szczesny sul destro di Castrovilli, però rimane in partita. Pirlo interviene cambiando Ramsey con Danilo e poco dopo Ronaldo prova l’affondo e il sinistro a incrociare, colpendo l’esterno della rete. La Fiorentina trova il giusto equilibrio e, anche complice la superiorità numerica, riesce a tenere la Juve a distanza e ad arrivare al riposo in vantaggio.

AUTORETE DI ALEX SANDRO

Pirlo inizia la ripresa con Bernardeschi al posto di Morata, ma la Juve fa fatica a trovare soluzioni. Chiesa è tra i più attivi e prova un destro in diagonale che Dragowski mette in angolo. Alla mezz’ora Kulusevski prende il posto di McKennie, ma poco dopo il cambio la Fiorentina passa ancora, quando sul cross di Biraghi dalla sinistra, Bonucci non riesce a respingere e Alex Sandro, appostato subito dietro il compagno, devia involontariamente alle spalle di Szczesny. + 12

CHIUDE IL GOL DELL’EX

La Juve non sembra avere la forza di reagire e la Fiorentina ne approfitta, colpendo ancora con Caceres, che devia in rete da due passi il traversone basso di Biraghi. È il sigillo definitivo, che regala alla Viola i tre punti.

JUVENTUS-FIORENTINA 0-3

RETI: Vlahovic 3′ pt , Alex Sandro aut. 31′ st, Caceres 36′ st

JUVENTUS
Szczesny; Cuadrado, de Ligt (43′ st Frabotta), Bonucci, Alex Sandro; Chiesa, McKennie (28′ st Kulusevski), Bentancur, Ramsey (20′ pt Danilo); Morata (1′ st Morata), Ronaldo
A disposizione: Buffon, Pinsoglio, Chiellini, Dragusin, Arthur, Portanova, Dybala, Da Graca
Allenatore: Pirlo

FIORENTINA
Dragowski; Milenkovic, Pezzella, Igor Julio; Caceres, Borja Valero (7′ st Pulgar), Amrabat, Castrovilli, Biraghi (37′ st Venuti); Vlahovic (30′ st Kouamé), Ribery (37′ st Bonaventura)
A disposizione: Terracciano, Martinez Quarta, Barreca, Lirola, Duncan, Eysseric, Callejon, Saponara
Allenatore: Prandelli

ARBITRO: La Penna
ASSISTENTI: Giallatini, Vivenzi
QUARTO UFFICIALE: Fabbri
VAR: Mazzoleni, Ranghetti

ESPULSI: 18′ pt Cuadrado, 37′ pt Ribery, 2′ st Borja Valero, 39′ st Venuti, 40′ st Danilo

Juve – Fiorentina: il martedì nero del 2020 bianconero

Juve – Fiorentina punto forse più basso dell’attuale gestione Pirlo. L’unica sconfitta stagionale registrata fino a oggi è quella relativa al match di Champions contro il Barcellona. In un risultato finale pesantissimo come quello di stasera pero’, i nostri ci hanno messo del messo molto del loro, così come la direzione arbitrale.

Niente alibi pero’. Quando si perde 0-3 in casa contro una Fiorentina che non vinceva da ottobre, non possono essercene. La sensazione amara di quel rosso a inizio partita sventolato a Cuadrado è la stessa che pervade pensando ad un approccio e ad un appiglio che la squadra bianconera avrebbe dovuto mettere in campo sin da subito, a maggior ragione dopo il -3 arrivato oggi dal CONI.

Nel mercoledì più nero del 2020 bianconero ci sono da registrare diversi appunti. In primis la partitaccia di un disattento Bonucci, in secundis la lontananza e la “scollatezza” tra i reparti, quanto mai distanti come stasera. Una Juventus confusionaria, che ha esercitato male il pressing e occupato male le zone di campo permettendo alla Viola di entrare bene e con disinvoltura nella nostra metà campo. Ovvio che giocare in inferiorità numerica per quasi 80′ abbia influito e parecchio ma già dal primo spicchio di gara si è intuito che nulla stava girando dalla nostra.

Dopo questo Juve – Fiorentina che lascia perplessi, non ci si deve abbattere. Nelle prime 19 uscite stagionali infatti vanno messe a referto solamente due sconfitte. Resta un cammino incoraggiante in vista della Champions, ma un gennaio denso di appuntamenti che ci dirà davvero cosa puo’ ancora dare questo gruppo e dove ancora puo’ arrivare.

Juve – Fiorentina 0-3: Game Over 2020

Game over per il 2020 e forse anche per il campionato 20/21.
In quel forse c’è tutta la speranza in una Juve che ci ha abituato nell’ultimo decennio a non mollare mai nulla: ma quale grado di parentela ha questa squadra anche solo con l’ultima di Sarri che nelle difficoltà evidenti aveva 11 punti in più? O con quella ancora più precedente e quasi sempre dominante negli inizi di stagione di Allegri?

La sfida con la Fiorentina inizia male e finisce peggio. Il gol preso dopo 3 minuti è un pasticcio della difesa, un movimento goffo di Bonucci che prova a mettere in fuorigioco un giocatore che sta dietro la linea del centrocampo. La partita è appena cominciata e già finita. Ci pensa Cuadrado con un’entrata scomposta che gli vale il rosso 15 minuti dopo a decretarne la morte apparente.
Eppure la rosa che Agnelli e i suoi sodali hanno messo in mano a Pirlo avrebbe il potenziale per rimettere in piedi una situazione che più sdraiata non si può. Sotto di un gol, sotto di un uomo, eppure c’è la voglia di credere che qualcosa si possa fare.

Succede poco invece e quel poco va tutto in direzione ostinata e contraria al treno dei desideri bianconeri: episodi storti di gioco come l’autogol comico di Alex Sandro o arbitrali, determinanti forse ma la Juve deve saper essere più forte anche della decisione storta, perché è vero che ci poteva stare un secondo giallo a Valero e un rigore su Ronaldo ma la Juve era già una pila scarica prima. Avrebbero forse potuto cambiare l’esito del risultato finale, ma non la prestazione, che a 1/3 di campionato è ciò che conta di più.

Parliamo quindi di prestazione: la Juventus fa il primo vero tiro in porta con Chiesa a 20′ dalla fine, prima di allora solo qualche spunto dell’impermeabile Cristiano aveva tenuto vivo il tabellino. Il caos in campo aumenta col passare dei minuti come una dimostrazione empirica della legge dell’entropia, una morte fredda col disordine che sembra non avere un punto di arrivo. La fretta di Pirlo nell’apportare correttivi alla squadra rimasta in 10 porta a rimanere orfani di Ramsey, che invece servirebbe come il pane. La libertà invece lasciata a Ribery mostra una certa miopia in diretta e una mancanza di preparazione della partita: si sapeva benissimo come avrebbe giocato il francese e quanto letale potesse essere se lasciato libero di gestirsi in santa pace. Abbiamo lasciato libera una faina in un pollaio e questa ha fatto una strage fino a quando ha voluto.
Ci sta, abbiamo scritto spesso che Pirlo ha il diritto di sbagliare, perchè meno di 20 partite sul curriculum sono una attenuante più che valida: ci vuole tempo per costruirsi, per capire, sbagliare e correggersi, per diventare grandi. Ma alla Juve questo tempo non c’è, non c’è mai e per nessuno. Non si può mettere uno che per anni è stato un grande sommelier a dirigere improvvisamente la cucina di un grande ristorante e pensare che non brucerà mai qualche arrosto, o non toglierà troppo tardi la pasta qualche volta.
Si perderanno clienti e pure qualche stella Michelin. Ad Agnelli toccherà pensare ad un decreto ristori ad hoc durante le brevi vacanze.

Termina così nel modo peggiore, con la sconfitta più pesante subita in campionato dalla Juventus all’Allianz Stadium, un anno strano, per tanti, troppi motivi che esulano dal campo di calcio. Una stagione iniziata con gli stadi pieni e l’euforia di sempre e finita nel silenzio più assoluto, dove persino l’inno della Juve a fine partita sembra suonare a vuoto.
Termina in un 22 dicembre che vede la Juventus di Pirlo perdere 3 punti in campo e fuori, col ricorso del Napoli vinto al CONI che costringerà la squadra a trovare lo spazio per un recupero verosimilmente in un gennaio già ingolfato di partite. Termina con la prima sconfitta in campionato, che come dato sarebbe buono, ma con un distacco dalle prime che fa accendere la spia rossa.
Termina con una Juventus immatura, che alterna prestazioni buone ad altre pessime e non riesce a svoltare, senza continuità e senza una vera formazione titolare.
Termina col punto più basso del decennio targato AA.

A mai più 2020, ti aspettiamo 2021, ma non proprio con entusiasmo…