Skip to main content

Mario e Bonnie: la Signora se ne va

Mertens segna subito per il Napoli, ma i bianconeri ribaltano il risultato con la doppietta di Mandzukic e la rete nel finale di Bonucci. E sono già a + 6 in classifica sui partenopei

Chissà cos’è passato per la testa dei bianconeri nei primi dieci minuti della sfida contro il Napoli. Per quel breve lasso di tempo, sufficiente comunque a Mertens per portare in vantaggio i suoi, gli uomini di Allegri sono irriconoscibili ed è forse un bene andare sotto di un gol. Perché da quel momento in avanti, la Juve, e con essa la partita, cambia volto. Ronaldo si carica la squadra sulle spalle, Mandzukic colpisce da centravanti di razza e Bonucci chiude una gara che vale sei punti di vantaggio in classifica e un bello scossone alle ambizioni di rimonta di qualsiasi avversario.

JUVE ASSENTE, MERTENS COLPISCE

Eppure l’inizio non fa ben sperare: l’approccio timido, quasi timoroso dei bianconeri finisce per consentire al Napoli, appena più convinto, di prendere il comando delle operazioni, di arrivare a centrare il palo con il rasoterra di Zielinski di passare già al 10′: un errore di Bonucci in fase di impostazione regala palla ad Allan, che raccoglie sulla tre quarti e serve Callejon che, invece di cercare la conclusione, appoggia a Mertens libero a centro area. A quel punto, toccare in porta e sbloccare il risultato è un gioco da ragazzi.

CR7 E MANDZUKIC SUONANO LA CARICA

L’atteggiamento iniziale dei bianconeri è inspiegabile, ma cambia in fretta. E dopo qualche spunto isolato di Ronaldo, il primo a suonare la carica, la Juve si decide a scendere in campo. Senza forzare, ma con una convinzione sempre crescente, i bianconeri ribaltano gli equilibri in campo, aumentano l’intensità del pressing e alzano il baricentro. Così, il pareggio di Mandzukic al 26′ appare come una naturale evoluzione di quanto accade in campo, anche se per arrivarci occorre il piede fatato di Ronaldo che pennella dalla sinistra un traversone perfetto per la testa del croato.

UN’ALTRA PARTITA

È completamente un’altra partita. Ora in campo c’è davvero solo la Juve, che va vicinissima al raddoppio grazie a una sventola di Ronaldo su punizione che Ospina non trattiene, ma che né Emre Can, né Pjanic riescono a correggere in rete. Il Napoli si rivede solo nel finale di tempo con un destro di Mario Rui alto sopra l’incrocio, mentre il resto è un monologo bianconero, che non produce quanto meriterebbe solo per l’attenzione con cui gli ospiti difendono e per qualche errore di mira.

ANCORA MARIONE!

E se la mira si aggiusta… 4′ minuto della ripresa: Dybala si inventa una cavalcata di quaranta metri con tanto di due contrasti vinti, il pallone arriva a Ronaldo, che si accentra, scarica il destro dal limite e centra il palo, quindi ecco Mario Mandzukic, al posto giusto, nel momento giusto, per correggere in rete e firmare la doppietta.

ROSSO A MARIO RUI

Il Napoli è squadra fiera e reagisce alzando il pressing e la velocità delle giocate e Insigne arriva a impegnare Szczesny con una conclusione a giro, ma aumenta, in maniera eccessiva, anche l’aggressività e così quando Mario Rui, già ammonito nel primo tempo, entra con il piede a martello sullo stinco di Dybala. Rimedia il secondo giallo e lascia i compagni in dieci. Ancelotti richiama Mertens e Zielinski, inserendo Milik e Malcuit, e Allegri risponde con Bentancur e Bernardeschi al posto di Emre Can e Dybala.

LA CHIUDE BONUCCI

Gli ospiti non mollano e Szczesny è bravissimo a respingere il tentativo di Callejon, liberato a centro area da Milik. Avere un’occasione contro questa Juve e non sfruttarla però è pericoloso, perché si rischia di scatenarne la reazione. E infatti i bianconeri riprendono subito il pallino del gioco, addormentano il ritmo, guadagnano metri di campo e arrivano a ottenere il calcio d’angolo decisivo che Pjanic batte, Ronaldo corregge di testa e Bonucci rifinisce in rete in scivolata.
Il punteggio potrebbe assumere anche dimensioni più ampie se Ronaldo, liberato da Bernardeschi, non venisse fermato dall’uscita di Ospina e poi calciasse sull’esterno della rete un invitante pallone servitogli da Mandzukic. Il portoghese meriterebbe il gol, eccome, ma il mattatore della serata è il croato, che, a cinque minuti dal termine, esce tra gli applausi lasciando il posto a Cuadrado. Applausi che continuano al fischio finale, e sono sacrosanti, per tutta la squadra, sempre più convincente. Sempre più forte. Sempre più prima.

JUVENTUS-NAPOLI 3-1

RETI: Mertens 10′ pt, Mandzukic 26′ pt e 4′ st, Bonucci 31′ st

JUVENTUS
Szczesny; Cancelo, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Emre Can (17′ st Bentancur), Pjanic, Matuidi; Dybala (19′ st Bernardeschi), Mandzukic (39′ st Cuadrado), Ronaldo
A disposizione: Perin, Pinsoglio, Benatia, Barzagli, Rugani, Kean
Allenatore: Allegri

NAPOLI

Ospina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Mario Rui; Callejon, Allan, Hamsik (25′ st Ruiz), Zielinski (16′ st Malcuit); Mertens (16′ st Milik), Insigne
A disposizione: Karnezis, D’Andrea, Maksimovic, Luperto, Rog, Diawara, Verdi,  Ounas
Allenatore: Ancelotti

ARBITRO: Banti
ASSISTENTI: Manganelli, Vuoto
QUARTO UFFICIALE: Di Bello
VAR: Fabbri, Giallatini

AMMONITI: 24′ pt Mario Rui, 40′ pt Koulibaly, 10′ st Hysai, 13′ st Mario Rui, 15′ st Bonucci, 15′ st Insigne, 24′ st Cancelo, 40′ st Alex Sandro
ESPULSI: 13′ st Mario Rui

Juventus-Napoli 3-1: vai sotto e poi c’è Ronaldo

Pronti, via, 0-1 Napoli! Stavolta, però, c’è un qualcosa che forse ancora chi vive di Juve non ha ben chiaro: quest’anno a Torino è sbarcato Cristiano Ronaldo, ha studiato giusto una decina di minuti l’andamento del match, poi si è caricato la squadra sulle spalle, ha fatto due gol mettendo la firma di Mandzukic, infine la torre sul gol di Bonucci, oltre a tanta altre pericolosità costante per tutta la partita, con buona pace per il gol sbagliato nel finale: l’abbiamo già detto, se li risparmi per le occasioni migliori, più utili, non per un 4-1 di un match già andato.

La prestazione in sé non è stata entusiasmante, a livello di squadra, ma se una serata non eccellente si trasforma in un più sei in classifica sulla diretta inseguitrice c’è comunque poco da discutere, a maggior ragione se poi si va a controllare quanto lavoro ha dovuto fare Szczesny: subisce un gol perché Bonucci decide di metterci ancora lo zampino in negativo, resta freddo nell’1 vs 1 con Callejon, poi praticamente è più chiamato in causa dai compagni che dagli avversari. Bisogna aggiungere altro?

Facciamolo. Bonucci si rifà, ma i gol è meglio evitarli anziché farli, è questo il suo mestiere, è così che eviterebbe di mettere in difficoltà la squadra. Meritano una citazione due calciatori su tutti: andate a vedere le statistiche sui passaggi di Pjanic e le giocate difensive di Chiellini. Se non è questa la perfezione, allora l’hanno inventata stasera! Ora si, non bisogna aggiungere altro, per ora: martedì si torna in Champions, vediamo di che pasta è fatta la Juve senza CR7.

Fabio Giambò.

Serie A, 7a giornata: Juventus – Napoli 3-1

La 7a giornata di questo campionato pone di fronte le due squadre che l’anno scorso hanno battagliato per la conquista del tricolore: Juventus e Napoli. Teatro del match è lo stesso Juventus Stadium che sul finire del mese di Aprile era stato letteralmente ammutolito dal colpo di testa Koulibaly, poi ininfluente in verità sul risultato finale del campionato. Nella stagione 2018-2019 Juventus e Napoli sono ancora le due squadre leader della classifica nonostante le modifiche nella rosa bianconera e il cambio alla guida tecnica dei partenopei.

La squadra di Massimiliano Allegri si presenta a questo scontro al vertice senza sapere cosa voglia dire non vincere. Tra Italia ed Europa i bianconeri non hanno finora sbagliato un match dimostrando sempre una manifesta superiorità rispetto agli avversari seppur in partite con andamento molto differente. Portando i tre punti a casa la Juventus lascerebbe il Napoli, avversaria più credibile allo stato attuale, a -6 punti, un distacco non indifferente per essere solo alla settima giornata. È per questo motivo che Allegri, dopo un siparietto sul curriculum di Ancelotti, ha affermato che la partita, guardando la classifica, ha più importanza per gli avversari. L’11 scelto da Allegri è il seguente: Szczęsny in porta; Cancelo, Bonucci, Chiellini e Alex Sandro per la cerniera difensiva; Emre Can, Pjanić e Matuidi a centrocampo; Dybala (fino all’ultimo in ballottaggio con Bernardeschi) dietro a Cristiano Ronaldo e Mario Mandžukić. Va ricordato, per onor di cronaca, l’indisponibilità di Douglas Costa e Khedira, oltre al lungodegente Spinazzola.

Il Napoli che vive un buono stato di forma dopo i tentennamenti iniziali è quasi obbligato a fare risultato con un occhio di riguardo alla giornata di Mercoledì quando in terra partenopea sbarcheranno i Reds di Klopp. Ancelotti dà continuità al modulo adottato nelle ultime uscite: Ospina in porta; la consolidatissima linea difensiva composta da Hysaj, Albiol, Koulibaly e Mario Rui; Callejon, Allan, Hamsik, Zielinski a centrocampo con Insigne e Mertens per il pacchetto avanzato. Il Belga ha vinto il ballottaggio con Milik il cui inizio di campionato è stato senza dubbio più che positivo.

L’inizio della partita dei bianconeri è horror per via di numerosi errori in fase di impostazione determinati sia da imprecisione sia dal poco movimento dei giocatori offensivi sia per un pressing ben portato dai partenopei seppur non si possa parlare di pressing eccessivamente asfissiante. Così facendo il Napoli prende coraggio e mantiene tutto sommato agevolmente il pallino del gioco mentre la Juventus è costretta a fasi di attesa con baricentro molto basso e di difesa posizionale. strategia che non si concilia con la squadra messa in campo. In fase di impostazione i bianconeri tentano maggiormente di uscire dal lato destro (Bonucci – Cancelo) con il Napoli che si posiziona di conseguenza: Insigne su Bonucci, Zielinski si allarga per coprire su Cancelo, Hamsik e Allan si alzano per andare a prender la mezz’ala sul lato forte (Emre Can) e Pjanić. La sensazione, oltre a errori tecnici e questioni tattiche, è che la Juventus non sia entrata in campo con la tranquillità necessaria per gestire con pazienza e lucidità i momenti della partita. In aggiunta al problema di uscita in possesso si presentano difficoltà a leggere i palloni giocati alle spalle del centrocampo: Pjanić è a volte solo ed eccessiva è la distanza tra centrocampo e difesa. È cosi che Zielinski, il quale  viene con frequenza dentro al campo come già fatto nei match precedenti, ha la possibilità di calciare quasi indisturbato colpendo il palo. Le cause di queste problematiche risiedono nell’insostenibilità, allo stato attuale, del tridente Dybala Ronaldo Mandžukić senza che nessuno di loro si preoccupi di abbassarsi sulla linea dei centrocampisti: Una difesa posizionale con soli 7 giocatori a difendere non è sostenibile, soprattutto contro il Napoli che ha dimostrato e dimostra di essere una squadra più che valida. Da questa fase del match più che negativa la Juventus però non ne esce indenne: su un errore in uscita compiuto da Bonucci che tenta il laser pass verso il centro del campo il Napoli si porta in vantaggio sfruttando il break di Allan e la combinazione Callejon – Mertens. Nel video sottostante è possibile osservare le problematiche bianconere nei primi dieci minuti di gioco.

Dopo il gol subito la Juventus si assesta e il Napoli riduce la sua intensità di gioco sia in fase di possesso sia di non possesso. Gli azzurri abbassano il baricentro e si posizionano in fase di non possesso con un classico 4-4-2 in cui Callejon e Zielinski si abbassano sulla linea mediana di Hamsik e Allan. La Juventus dal canto suo cerca di macinare il suo gioco: circolazione veloce del pallone da una parte e dall’altra del campo, gestione paziente per trovare l’imbucata corretta grazie alle qualità dei singoli e soprattutto  giocate letali in transizione grazie al numero 7 in maglia bianconera. È proprio infatti da una di tali situazioni che la Juventus al minuto numero 26 ottiene il pareggio.

Il movimento più bello è il taglio di Emre Can sul primo palo che consente al numero 17 di colpire solo indisturbato. A proposito, chi ha iniziato l’azione? Esatto, sempre Can

Da questo momento in poi la Juventus cresce sempre di più: il pressing bianconero contrasta efficacemente l’impostazione bassa del Napoli, Can e Matuidi grazie alla loro fisicità riescono a sovrastare sia Allan sia Zielinski, i due migliori giocatori partenopei in questa prima fase di stagione, Pjanić domina tecnicamente il centrocampo e Cristiano Ronaldo, impiegato prevalentemente sul centro sinistra ma con libertà di svariare, mette continuamente in difficoltà Hysaj. Due statistiche possono essere utili per inquadrare la partita del bosniaco: primo giocatore per chilometri percorsi (quasi 1 km in più del secondo, Matuidi) e primo giocatore per palloni giocati (quasi 100). La sua centralità, con Can e Matuidi a dominare fisicamente, gli ha permesso di giocare una grande partita e di poter esprimere gran parte del suo potenziale. La Juventus conclude il primo tempo in netto dominio (tra il minuto 30 e il minuto 45 si trova il quarto di gioco in cui la Juventus ha avuto maggiormente il possesso palla). Il vero rammarico è non aver segnato il gol del raddoppio nonostante le occasioni avute. Nel video sottostante è possibile osservare come abbia funzionato bene la catena di destra condita da cambi di ruolo: da notare l’associatività di Cancelo e Pjanić e poi Emre Can che abbatte tutto ciò che gli si pare davanti.

L’inizio del secondo tempo segue l’andamento con cui si è conclusa la prima frazione. Il Napoli non riesce ad affacciarsi con più uomini nella metà campo bianconera e ovviamente il contropiede con uomini come Mertens e Insigne contro un marcatore come Chiellini e due corridori come Cancelo e Alex Sandro non lascia granché speranze. Al terzo minuto i bianconeri ottengono il meritato vantaggio grazie a un ottimo break di Dybala, un’eccellente giocata di Cristiano Ronaldo che colpisce il palo in seguito al quale Mandžukić non può sbagliare.

Ottenuto il vantaggio la Juventus cerca di gestire ma non lo fa in maniera matura concedendo troppo al Napoli che va vicino al pareggio con Insigne. Probabilmente i bianconeri pensavano di aver già vinto il match, a maggior ragione dopo che al minuto 57 Mario Rui commette fallo su Dybala e l’arbitro gli mostra il secondo giallo. Napoli in 10 per cui Ancelotti inserisce il nuovo acquisto Malcuit che va a occupare la casella di terzino destro con Hysaj che si sposta sulla sinistra. Dentro anche Milik per uno spento Mertens. Nonostante l’inferiorità numerica è però il Napoli a fare la partita. Nei due minuti successivi Allegri inserisce Bentancur per Emre can e Bernardeschi per Dybala. Il numero 33 può garantire rispetto all’argentino una maggiore copertura difensiva e la formazione puntuale di due linee da 4 per il consueto 4-4-2 in fase di non possesso. Nonostante i cambi il Napoli macina gioco e occupa decisamente meglio gli spazi tanto da creare un’occasione gigantesca  al minuto 71 che capita sui piedi di Callejon. Al minuto 75 la Juventus segna il terzo gol su calcio d’angolo e di fatti, passata la paura, chiude il match poiché nei 15 minuti successivi gli uomini di Massimiano Allegri si limitano a gestire e a controllare il match .

La prima ragione per la quale la Juventus ha vinto questa partita è la più banale che si possa trovare: è la squadra (sensibilmente) più forte. Se l’anno scorso Sarri grazie al suo stile di gioco perfettamente impiantato, al sacrificio delle competizioni europee e a una solidità difensiva eccellente era riuscito ad assottigliare (non ad annullare) il notevole gap con la Juventus (Juventus molto diversa da quella attuale) fino a vincere allo Juventus Stadium, quest’anno la sensazione (molto più di una sensazione) è che la Juventus non possa perdere questo campionato salvo suicidi. Il Napoli, per quanto debba ancora rodare in alcuni meccanismi, non dà la sensazione di poter giocarla alla pari con una Juventus che di fatti ha attaccato e staccato la spina più di una volta nel corso del match. Nota di merito, manco a dirlo, per Cristiano Ronaldo che, non appena l’importanza del match si alza, sale in cattedra e di fatti domina la partita lasciando un’impronta non indifferente  in tutti e tre i gol. Ci sono anche delle indicazioni negative: la prima è relativa ai primi dieci minuti di gioco sia in impostazione ma soprattutto in fase difensiva con la fatica a sostenere quel tridente; la seconda sono le occasioni concesse al Napoli per pareggiare nel secondo tempo, pur in superiorità numerica. Ora ritorna la Champions League in un match da vincere assolutamente per poter fare un passo importante in avanti per la qualificazione agli ottavi.