Né sarriani né ronaldiani. Rimaniamo juventini

Fratelli juventini, un appello: non accodiamoci al coro di chi cerca in tutti modi di metterci in difficoltà sognando un finale diverso per il Campionato.

1. Dopo questo Juve-Milan non creiamo o avalliamo una ridicola rivalità Sarri-Ronaldo. La cavalcheranno tutti i media. CR7 che manda a quel paese il tecnico che lo sostituisce al 60°. Nasceranno i sarriani e i ronaldiani. Per qualcuno il tecnico sarà stato un coraggioso testimone del “primo la squadra” anche contro il fighetto Ronaldo. Per altri invece il tecnico toscano, un pazzo bollito, sta sprecando il talento del fuoriclasse portoghese irritandolo e portandolo a lasciare Torino. Niente di tutto questo naturalmente. La realtà sta solo nel fatto che la squadra da qualche settimana si è persa per strada e magari il portoghese ha dei problemi fisici debilitanti e tutto tornerà come l’inizio della stagione prometteva e realisticamente prevedeva. Le parole di Sarri in conferenza stampa sono eloquenti: “Bisognerebbe ringraziare Cristiano perché ha dato la sua disponibilità a scendere in campo nonostante il problema fisico, altri avrebbero mollato. Sono contento quando vedo uno come lui che ha vinto tutto e segnato 700 gol incazzarsi per una sostituzione col Milan. Sarei preoccupato diversamente!

2. Non percuotiamoci con la metaforica bottiglia sugli zebedei come faceva Tafazzi, l’esilarante personaggio interpretato in ”Mai dire gol” che parlava al tempo della sinistra italiana. La Juve sta solo completando un percorso di crescita. Purtroppo la squadra non riesce a dare continuità ai dettami di Mister Sarri, né in fase difensiva, né in fase propositiva. Lo fa a sprazzi, a folate, come nel caso del gol di Dybala, che al netto del gesto tecnico della Joya è stato una vera e propria giocata sarriana.

Qui veramente ci vuole calma come diceva il livornese. Bisogna restare lucidi e non distruggere un gruppo che sta crescendo ed è ambizioso, oltre ad essere pieno di campioni. Se i tifosi perdono la bussola la perderanno giocatori e dirigenti. Se non facciamo i tifosi adesso ce ne pentiremo.

Finoallafine!

Gianluca Garro.

Quando il campione sbrocca: Ronaldo e i suoi predecessori

Il cambio di Cristiano Ronaldo durante Juventus-Milan ha inevitabilmente lasciato strascichi; il portoghese sta cominciando ad assaporare l’amaro calice della sostituzione, un evento raro nella carriera del numero 7. Ronaldo è andato via furioso, e non è nemmeno rimasto allo stadio a vedere concludere la partita. Reazioni pesanti che, comunque, alle latitudini bianconere si sono già viste nel corso degli anni:

1) Alex Del Piero contro la Fiorentina nel 2008/2009; il capitano della Juve, dopo aver straordinariamente assistito Marchisio nel suo primo gol in maglia bianconera, non gradisce la sostituzione impostagli da Ranieri, e lancia il giubbotto, che sarebbe stato utile in una fredda sera di gennaio.

2) Carlitos Tevez contro il Real, nella memorabile semifinale del 5 maggio 2015, non lesinò aspre critiche a Massimiliano Allegri per la sua sostituzione a 5 minuti dalla fine, con il suo connazionale Pereyra; il suo celebre “Puto Cagon” rivolto al livornese ha fatto epoca ed è entrato nell’immaginario collettivo

3) Da un argentino all’altro, rimarcabile anche la mancata stretta di mano di Paulo Dybala, sempre a Massimiliano Allegri, contro il Sassuolo nell’inverno del 2017, al momento della sua sostituzione con Marko Pjaca

4) Durante la stagione 96/97, in un Juventus-Atalanta pomeridiano, Marcello Lippi schiera Christian Vieri a metà primo tempo, togliendolo nell’intervallo, schierando al suo posto Nicola Amoruso; un episodio raccontato anche dallo stesso Lippi

5) Storico è rimasto anche il diverbio tra Allegri e Bonucci il 17 febbraio del 2017, quando i due arrivarono addirittura alle mani negli spogliatoi (anche se questo non riguardò una sostituzione)

Altre situazioni? Baggio che si rifiuta di calciare un rigore contro la sua ex Fiorentina nell’aprile del 1991, Higuain che “sbrocca” dopo la finale di Coppa Italia contro il Milan vinta 4-0, dove non gioca neanche un minuto. Tante situazioni, tanti bizze da primedonne, una sola morale: la gestione delle varie dirigenze, sempre abile negli anni a trovare la soluzione migliore per non compromettere le stagioni, cosa che farà sicuramente l’attuale per non far deflagrare quello che sarebbe un dannoso “caso Ronaldo”!