Più intercetti, meno contrasti

Più intercetti, meno contrasti: com’è cambiata la Juve da Conte ad Allegri

“Se tu fai 60 contrasti, la palla schizza e non sai mai dove finisce. Se rubi 5 palloni in intercetto, sono 5 contropiedi”. Parole e musica di Massimiliano Allegri, intervistato ieri sera da Sky Sport. Una massima che esprime al meglio il suo personalissimo modo di intendere il calcio, un principio mutuato dai dettami di Galeone, considerato uno dei principali maestri del tecnico toscano. Il mister ha utilizzato la frase di cui sopra per motivare l’impiego di Hernanes davanti alla difesa piuttosto che quello di Lemina, che secondo lui “ha forza fisica ma scherma poco, non legge prima e ruba poche palle in intercetto”.

Un’idea di gioco molto chiara, che cozza fragorosamente con quella portata in bianconero da Antonio Conte 5 anni or sono, dato che la Juventus dell’ex centrocampista bianconero faceva della pressione e dell’elevato numero di contrasti (totali e vinti) uno dei suoi punti di forza. Proviamo dunque a fare un paragone tra le varie formazioni campioni d’Italia, analizzando le statistiche relative a contrasti e intercetti, relative al solo campionato.

Allenatore: Antonio Conte

Juventus 2011/12
Media contrasti: 23,4
Media intercetti: 17,5
Giocatore con più contrasti: Vidal (5,4)
Giocatore con più intercetti: Chiellini (3,6)

Juventus 2012/13
Media contrasti: 24,7
Media intercetti: 15
Giocatore con più contrasti: Vidal (4,9)
Giocatore con più intercetti: Chiellini (3)

Juventus 2013/14
Media contrasti: 19,4
Media intercetti: 12,6
Giocatore con più contrasti: Vidal (4,1)
Giocatore con più intercetti:Chiellini (2,1)

Il giocatore chiave della Juventus di Antonio Conte, come da lui stesso sottolineato a più riprese, è stato sicuramente Arturo Vidal: sempre il miglior bianconero per numero di contrasti a partita e sempre nella Top 3 della Serie A (1° nella prima stagione, 3° nelle due successive), il cileno e la sua “garra” hanno dettato i tempi di gioco tanto quanto la regia di Pirlo. Allo stesso modo, Chiellini è stato in tutte e tre le stagioni il giocatore con il maggior numero di palloni intercettati; non a caso, la sua flessione in questo particolare fondamentale nel 2013/14 (solo 50° in Serie A) è coinciso con un calo globale degli intercetti della squadra.

Allenatore: Massimiliano Allegri

Juventus 2014/15
Media contrasti: 17,5
Media intercetti: 14,6
Giocatore con più contrasti: Vidal (3,1)
Giocatore con più intercetti: Chiellini (2,6)

Juventus 2015/16
Media contrasti: 15,9
Media intercetti: 15,9
Giocatore con più contrasti: Pogba (2,2)
Giocatore con più intercetti: Marchisio (2,8)

Il 4-3-1-2 di Allegri e gli svariati problemi fisici hanno contribuito al calo di Vidal, solo sesto assoluto, per quanto riguarda i contrasti a partita. Con Max in panchina scendono progressivamente i contrasti mentre tornano a salire gli intercetti; il 15,9 di questa stagione è probabilmente il miglior risultato del quinquennio, se si considera che la Juventus ha dovuto fare a meno dei due calciatori migliori in questo fondamentale, Marchisio (28° assoluto) e Chiellini (54° assoluto), rispettivamente per 15 e 14 partite.

Qualche statistica anche in salsa europea: con Conte in panchina la Juventus era nella Top 5 in Europa per contrasti a partita, con Vidal primo classificato, mentre attualmente i bianconeri occupano il sestultimo posto tra le squadre dei principali campionati europei. L’attuale ottantesimo posto in Europa per quanto riguarda gli intercetti invece, posizione viziata dai due infortuni di cui sopra, indica che si può ancora lavorare su un fondamentale tanto caro ad Allegri.

Il cambio di filosofia è chiarissimo: meno pressing nella metà campo avversaria, più attenzione nell’occupazione degli spazi, preferenza nello schermare le linee di passaggio piuttosto che nell’impedire all’avversario l’appoggio o la conclusione. Emblematica è la metamorfosi di Marchisio, che ha fatto di necessità virtù trasformandosi da mezzala abile nell’inserirsi e contrastare a schermo impenetrabile davanti alla difesa; con lui in campo la Juventus in questa stagione ha subito appena 7 reti, delle quali solamente 4 su azione. Davanti alla difesa Conte ha praticamente sempre potuto contare su Pirlo, fine tessitore di gioco discreto nel contrastare ma lacunoso negli intercetti (media di 2 contrasti e 1,4 intercetti a partita nel triennio di Conte), mentre Allegri ha progressivamente sostituito l’ex Milan con Claudio, altrettanto efficace nei tackle ma capace di intercettare quasi il doppio dei palloni (media di 2,2 contrasti e 2,5 intercetti negli ultimi 2 anni).

In sintesi, i compiti che Allegri richiede al giocatore che giostra davanti alla difesa sono decisamente diversi da quelli richiesti da Conte. Pur ricoprendo di fatto la stessa casella in campo, Pirlo si occupava quasi solamente della regia della squadra, con il recupero del pallone che veniva delegato ai compagni di reparto (in primis il già citao Vidal); al contrario, Marchisio ha l’importante incarico di ostruire le linee di passaggio degli avversari e proteggere la retroguardia, gestendo nel contempo il gioco della Juventus ma senza esimersi mai dai propri impegni in fase difensiva. Il calcio di Allegri ha bisogno di un giocatore con queste caratteristiche in mezzo al campo, un calciatore che non sia un regista puro ma nemmeno un “distruttore” di gioco incapace di fungere da metronomo. Il passaggo da una Juve aggressiva a una più riflessiva passa anche e soprattutto per questi particolari.

Alex Campanelli

L’ Allegri cazzeggiante e serio in tv

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