“Ramsey ci serve subito, questo è un anno particolare”

La Juve non conferma e non smentisce: il centrocampista Aaron Ramsey, britannico e quindi con un piccolo punto interrogativo ma con una carriera internazionale densa di prestazioni sopra le righe, ha già formalizzato (nei limiti del consentito, perché da futuro svincolato le scritture che contano si producono a partire dal 1 febbraio) il proprio futuro in bianconero. Qui apro una parentesi perché mi sovviene un mio personale aneddoto: circa 4 anni fa mi capitò di lottare verbalmente contro una serie di capiscers che mi chiedevano (pretestuosamente) se fosse più forte Marchisio o quel brillante gallese dell’Arsenal. Ad alcune domande rispondiamo come se non esistesse il tempo: “Non scherzate neanche; il valore tattico, tecnico e dinamico di Marchisio è per pochi in Europa”. Dimenticai di aggiungere “oggi”, ma aggiunsi piuttosto che un dopo Marchisio facevo fatica a immaginarlo ponendo un nome. Oggi, eccola la parola magica nel primo vero anno di caccia aperta alla Champions League, questo nome dentro di me c’è ed è quello di Rodrigo Bentancur. Perché se penso a Marchisio penso comunque a un percorso, mentre se penso a Ramsey penso a quanto si debba chiedere da subito al calciatore.

Oggi, subito, adesso. Il tempo esiste eccome, e con questa pausa di inizio anno è come se si fosse cristallizzato una volta per tutte: la Juve progetta, guarda avanti, riesce meglio di noi nello sforzo di immaginare se stessa e il contorno per come saranno eppure la Juve ha un chiodo fisso, ha una necessità, ha insomma rimosso l’ultimo velo. E quando si è nudi si è ipercritici, si è osservati, anche il più piccolo dei difetti può apparire abnorme. La domanda allora è una sola: “Davvero manca qualcosa a questa Juve che possa elevare in modo esponenziale le chance di giocarsi una nuova finale – la terza in cinque anni, ma da favorita o alla peggio alla pari – abbattendo quindi i rischi di un’insostenibile (perché non sarebbe proprio l’anno giusto per rivivere l’esperienza allucinogena di Monaco di Baviera 2016) eliminazione anticipata?”. Se non puoi cambiare il cannibalismo della squadra, la stessa genetica strutturale della squadra, dopo aver cambiato certamente i picchi ruolo per ruolo – alcuni addirittura impareggiabili – e la consapevolezza generale, allora pensi all’uomo in più, alla scelta in più, alla giocata in più. Sempre di più. E Aaron Ramsey, oltre alla nuova occasione di mercato, rientra in questa tipologia di acquisizione.

Detta così, Ramsey avrebbe senso già a stagione in corso. Anche se l’intasamento quantitativo/qualitativo in rosa si avvicina di molto al saturo. Ramsey perché è diverso da Khedira, Can e Matuidi. Ramsey perché ha confidenza diversa nei 30 metri finali. Ramsey perché è un calciatore di piede – associativo e ficcante anche palla al piede – prima di fisico. Ramsey perché è un fluidificatore di gioco. Ramsey perché ha esperienza. Ramsey perché Pogba a gennaio sembrava una possibilità e stare senza quella pedina in più oggi sembrerebbe un difetto ancora più grande. “Ramsey ci serve subito” è la filosofia di pensiero del presidente Agnelli, che ha fornito input, disponibilità economica e lasso di tempo (fino a fine gennaio) per esibire ogni sforzo nel provare a convincere l’Arsenal alla cessione anticipata in cambio di un indennizzo che sia ragionevole ma non fuori mercato per un giocatore in scadenza (certo non il caso di Sanchez allo United esattamente un anno fa).

“Non possiamo permetterci brutti scherzi in Europa, non quest’anno”, questo è il ritornello che poi è un tormentone. Alcune partite, senza che nessuno salti dalla sedia e che nessuno si offenda, hanno reso più solido questo pensiero presso l’ufficio centrale della Continassa. Sotto la cogestione Marotta questo genere di iniziative sono sempre cadute nel vuoto (vedi Llorente da Bilbao, ma non solo), ma le intenzioni su Ramsey sono già un primo intrigante banco di prova per un modo di affrontare il mercato internazionale in maniera più frontale e spregiudicata che pare poter essere il marchio di fabbrica della nuova triade Agnelli-Nedved-Paratici.

Luca Momblano.

La scheda di Aaron Ramsey

L’arrivo a Torino di Aaron Ramsey sembra ormai cosa fatta. La Juventus ha seguito da mesi l’evolversi della situazione contrattuale del giocatore che, a giugno prossimo, si libererà a parametro zero dall’Arsenal, permettendo così ai bianconeri di imbastire una operazione simile a quella che ha portato all’acquisizione di Emre Can dal Liverpool.

Detto questo, non è da escludere che la dirigenza juventina voglia accelerare lo sbarco del gallese facendo un’offerta ai Gunners per averlo sin da gennaio. Ma che tipo di giocatore è Ramsey e come potrebbe eventualmente inserirsi all’interno della Juventus 2018/19?

Classe 1990, Ramsey è il classico centrocampista box-to-box, in grado cioè di aiutare la squadra tanto in fase difensiva (1.56 intercetti di media a partita in questa stagione) quanto in quella offensiva (1.87 passaggi chiave e 3.73 tocchi nell’area di rigore avversaria ogni novanta minuti di gioco). All’interno del sistema fluido 4-3-3 impiegato in questo campionato da Allegri, il giocatore gallese sembrerebbe trovare la propria collocazione naturale come interno destro di centrocampo, disimpegnandosi comunque bene anche a sinistra.

Partendo dalla posizione di mezzo destro, Ramsey garantirebbe aiuto alla fase di non possesso bianconera, andando a occupare il mezzo spazio destro ma anche collaborando con Cancelo (o De Sciglio) attraverso scivolamenti esterni per chiudere nel corridoio laterale. Ovviamente queste considerazioni non escludono affatto l’utilizzo di Ramsey come mezzala sinistra (ruolo che è certo in grado di ricoprire) ma soltanto una previsione di utilizzo nel caso in cui Allegri voglia tenerlo in campo insieme a Pjanic e Matuidi. E, vale la pena ripeterlo, il gallese rappresenterebbe anche una ideale alternativa all’interno francese. Ramsey aiuta l’Arsenal in un recupero esterno

Ancora più interessante potrebbe però essere l’apporto offensivo che il giocatore dell’Arsenal sarebbe in grado di garantire al gioco della Juve.
Quest’anno l’organizzazione che Allegri ha dato alla squadra si fonda più sulla fluidità e sulla necessità di occupare, in base alla partita, determinate posizioni piuttosto che sul mettere i giocatori in determinati ruoli. All’interno di questo calcio proattivo, che punta maggiormente, in possesso, sul controllo del pallone al fine di manipolare il sistema difensivo avversario, Ramsey potrebbe aiutare l’uscita palla dalla zona destra, dove stazionano solitamente Bonucci e Cancelo, cioè proprio quella parte di campo sulla quale la Juve punta maggiormente per avere una fase di costruzione bassa pulita.

Ma è soprattutto in zone più avanzate di campo, in fase di consolidamento del possesso, che la presenza di Ramsey sarebbe in grado di aiutare la squadra fin da subito. Infatti, in una Juventus iper-fluida, nella quale il movimento degli attaccanti rende variabile il sistema di gioco con il quale la compagine bianconera attacca, un ruolo rilevante lo stanno sempre di più assumendo le mezzali, che vanno ad occupare l’area per raccogliere i cross, diventati arma di rifinitura sempre più utilizzata da Allegri. In questo senso, le qualità di Ramsey negli inserimenti centrali aiuterebbero la squadra ad avere una opzione in più per chiudere positivamente la propria fase di rifinitura. Inserimento positivo di Ramsey

Sempre riguardo alla rifinitura, è da sottolineare come Ramsey sia stato spesso utilizzato da Unai Emery come trequartista. In questa posizione il gallese, oltre a garantire una buona schermatura sui play avversari, può contribuire con la sua tecnica nel produrre assist per i compagni. Si tratta invero di un profilo che anni fa avremmo facilmente assimilato al trequartista tipico di Allegri; à la Boateng o à laNocerino, per intenderci.

Chiaramente, non è possibile aspettarsi da Ramsey rifiniture nello stretto come quelle che può produrre un Dybala. Tuttavia, la sua capacità nell’aggredire gli spazi potrebbe risultare determinante nell’aiutare la squadra a risalire il campo in transizione, armando poi i riferimenti offensivi con giocate nell’ultimo terzo di campo.  Transizione e rifinitura del gallese nel derby con il Tottenham

Michele Tossani.

Aaron Ramsey – Scheda Scouting

di Stefano Francesco Utzeri

Il Gennaio extracampo della Juventus, come quasi ogni anno, sembra essere orientato principalmente alla raccolta di eventuali occasioni di lusso, piuttosto che spinto dall’urgenza di acquistare ad ogni costo. In questo senso, la prima finestra di mercato condotta in primissima persona da Fabio Paratici vedrà tra gli obiettivi un centrocampista dalle spiccate doti tecniche in scadenza a fine stagione: il gallese Aaron Ramsey, centrocampista dell’Arsenal.

Ramsey, classe 1990, inizia il suo percorso sportivo all’età di 9 anni con il rugby, affiancandolo al calcio e all’atletica. In quest’ultima disciplina si distingue particolarmente durante l’adolescenza, diventando prima campione scolastico di pentathlon in Galles e poi classificandosi quarto, nel 2006, nei campionati giovanili britannici. Questa particolare maturazione atletica gli ha consentito di sviluppare doti coordinative e condizionali non comuni a tutti i calciatori.

Arrivato all’Arsenal a 18 anni, inizia a giocare abbastanza frequentemente per un 18enne, essendo apprezzatissimo da Wenger. La sua crescita esponenziale in maglia Gunners, però, si interrompe bruscamente nel  Febbraio 2010, quando si rompe tibia e perone. Dopo la lunga riabilitazione, viene spedito in prestito tra Nottingham Forest e Cardiff nella stagione successiva, per ritrovare continuità.

Nelle nove stagioni successive, anche se non sappiamo quanta relazione vi sia con l’infortunio, Ramsey ha sofferto diversi piccoli problemi fisici, che tuttavia non gli hanno impedito di affermarsi in Premier e in Inghilterra come uno dei centrocampisti offensivi più dotati, andando più volte in doppia cifra sia di gol che di assist. Nel pieno della maturità calcistica, a 28 anni appena compiuti è pronto per cercare fortuna lontano dal nord di Londra, per trovare una ribalta internazionale solo sfiorata con l’ottimo Galles del 2016 (semifinale dell’Europeo raggiunta da numero 10).

NOTE SUL FISICO

Embed from Getty Images

182cm x 78kg, possiede una corporatura asciutta ed esplosiva, soprattutto sul breve. Nonostante una struttura muscolare nella media, è abile nell’utilizzo del fisico per la protezione del pallone.

Tra le caratteristiche posturali di Ramsey notiamo una apprezzabile conduzione con la schiena eretta, che ne aiuta la visione periferica. Da sottolineare le eccezionali doti balistiche che gli consentono di essere un tiratore notevole da ogni distanza, abile anche in acrobazia.

PUNTI DI FORZA

Nel corso degli anni è stato utilizzato in diverse posizioni: trequartista, mediano in coppia, vertice basso, esterno offensivo; la sua dimensione ideale sembra però essere quella di mezz’ala in un centrocampo a tre, orientato al possesso, con libertà di spostarsi alla ricerca dello spazio in cui ricevere.Ha mostrato uguale efficacia sia sul lato destro che su quello sinistro.

Ramsey è dotato di un ottimo controllo del pallone e di grande tecnica nello stop orientato, grazie anche ad un buon utilizzo del piede debole.

 
Quest’ottima padronanza gli permette di essere efficace nelle percussioni anche in mezzo a diversi uomini e nello stretto, risultando infine un calciatore dotato di un dribbling elegante, essenziale ed efficace, che mantiene la sua imprevedibilità nonostante l’uso prevalente del piede forte. Grazie a questa sua predisposizione, spesso riesce a superare l’avversario già con il controllo orientato, o giocare il pallone di prima intenzione in favore di un compagno con grande naturalezza.

Si distingue anche per una buona precisione di passaggio a corta e media gittata, rendendosi un riferimento affidabile per la verticalizzazione o il cambio campo, ma anche una risorsa di prim’ordine per la giocata in campo aperto. Grazie a queste caratteristiche è un ottimo rifinitore (6 assist in 18 presenze di campionato quest’anno, di cui solo 8 da titolare) e viaggia a una media di almeno 1 key pass a partita nelle ultime stagioni, con picchi di 2.

 
Tra le altre qualità del gallese c’è una grande sensibilità alla porta: in carriera per ben due volte ha raggiunta la doppia cifra di gol in una singola stagione. In area di rigore è davvero decisivo, ed è in grado di segnare in qualsiasi modo; che sia con un inserimento da dietro, con l’attacco a una seconda palla, o in acrobazia.

Nonostante una predisposizione difensiva non eccelsa, riesce comunque a rendersi efficace nel recupero palla in zone avanzate grazie al suo dinamismo

DEBOLEZZE

Ramsey non è particolarmente partecipativo nelle fasi di non possesso, soprattutto a causa della scarsa efficacia nell’1 vs 1. Il suo apporto nelle fasi di difesa posizionale è prevalentemente tattico, grazie a una buona attenzione sui compiti assegnatogli riguardo alla copertura degli spazi, ma se isolato contro uno o più avversari difficilmente riesce a farsi valere.  La fragilità del suo fisico lo ha portato in queste stagioni a saltare diverse partite per infortuni vari, soprattutto di natura muscolare, che ne hanno minato la continuità di rendimento durante le stagioni.

JUVENTUS (?)

Nella Juventus un profilo come quello di Ramsey sembra al momento mancare. Tra i vari centrocampisti, solo Pjanic sembra avere qualtà di rifinitura nei pressi dell’area di rigore, ma il suo arretramento davanti alla difesa ne ha minato la partecipazione offensiva, in favore di una maggiore qualità nella prima impostazione. Ramsey, pur essendo probabilmente meno dotato del bosniaco nella verticalizzazione, darebbe alla Juventus più qualità nella fase di rifinitura degli ultimi trenta metri, abbinandola a una capacità di inserimento che nessuno dei centrocampisti in rosa possiede. Inoltre, sarebbe forse il mediano più abile nel portare palla anche su distanze medie, andando a compensare un aspetto che alla Juventus sembra mancare dai tempi di Paul Pogba.
L’incognita dell’affidabilità fisica e la conseguente eventuale discontinuità, oltre alla ridotta predisposizione difensiva, potrebbero farebbe di lui (almeno in partenza) una seconda scelta alle spalle dell’attuale coppia di mezzali Matuidi-Bentancur, che pur non avendo spiccate caratteristiche d’inserimento e rifinitura, integrano con una efficace fase di non possesso. In questo senso, Ramsey sarebbe un profilo particolarmente intrigante, poiché associabile in maniera armoniosa a tutti i suoi colleghi di reparto. Un parametro zero sicuramente confacente alle necessità della squadra di Allegri, con il giusto compromesso tra ambizione di titolarità e completamento di caratteristiche mancanti.