Berna e Morata cambiano la Juve. 3-0 allo Spezia

Un’ora di fatica, due cambi e pochi secondi per sbloccare la gara, mezz’ora per chiuderla e ottenere tre punti, forse più sudati del previsto, ma proprio per questo ancor più preziosi: la Juve inizialmente fa fatica contro l’ottimo Spezia, ma gli ingressi di Bernardeschi e Morata nella ripresa stravolgono il match e rilanciano i bianconeri, in gol con lo spagnolo, con Chiesa e Ronaldo. E nel fonale Szczesny nega anche allo Spezia il gol della bandiera, respingendo a un secondo dalla fine il rigore di Galavinov.

RONALDO SUL PALO

Durante il riscaldamento si ferma de Ligt e allora rispetto alla formazione annunciata parte Frabotta, che occupa la sinistra, mentre Alex Sandro si sposta al centro della difesa al fianco di Demiral. 

La partita è poco vivace e la Juve non prende l’iniziativa, permettendo allo Spezia di arrivare al tiro con Marchizza. Chiesa risponde mettendo a lato dal vertice destro dell’area, ma sono gli ospiti a tenere in mano il gioco. Il duello a distanza tra Marchizza e Chiesa prosegue: il primo calcia da buona posizione, colpendo Demiral che devia in angolo, il secondo spara un rasoterra che Provedel blocca sulla linea. Nel finale di tempo Ronaldo prova a dare la scossa ai suoi e scarica un diagonale dal limite, che centra in pieno il palo, quindi Kulusevski arriva al cross dalla linea di fondo e la difesa riesce a liberare. Due azioni che devono essere un esempio in vista della ripresa.

DUE CAMBI PER SBLOCCARLA

In effetti il pressing con cui i bianconeri iniziano il secondo tempo, mettendo subito in difficoltà Vignali in un disimpegno, sembra il segnale di un atteggiamento più aggressivo. Lo Spezia però rimane un osso duro da superare e chiude bene gli spazi, quindi Pirlo interviene, cambiando Frabotta e McKennie con Bernardeschi e Morata. E per entrambi entrambi il primo pallone toccato è decisivo: il primo crossa, il secondo infila in rete. E la partita cambia completamente.

RADDOPPIA CHIESA

Ora la Juve è un’altra squadra, ha un altro ritmo, un’altra convinzione. E Bernardeschi è ancora fondamentale quando con un nuovo traversone dalla sinistra serve Chiesa che, dopo il primo tentativo respinto da Provedel, pur essendo ormai a terra riesce a calciare anche sulla ribattuta e a spedire in rete il raddoppio. 

CHIUDE RONALDO

È tutta un’altra partita: lo Spezia non riesce più a manovrare con la stessa fluidità del primo tempo e Pirlo mette altre forze fresche in campo, con Ramsey al posto di Chiesa. La Juve riesce così a controllare il match senza problemi e negli ultimi minuti Cristiano Ronaldo, chiude definitivamente i conti, ricevendo l’assist di Bentancur e scaricandolo nell’angolino. La gara è chiusa, ma in pieno recupero c’è gloria anche per Szczesny, che respinge il rigore di Galavinov, concesso per un intervento di Demiral su Gyasi, e tiene la porta inviolata. + 14

JUVENTUS-SPEZIA 3-0

RETI: Morata 17′ st, Chiesa 26′ st, Ronaldo 44′ st

JUVENTUS
Szczesny; Danilo, Demiral, Alex Sandro, Frabotta (16′ st Bernardeschi); Chiesa (28′ st Ramsey), Bentancur, Rabiot, McKennie (16′ st Morata); Kulusevski (43′ st Di Pardo), Ronaldo
A disposizione: Buffon, Pinsoglio, de Ligt, Dragusin, Fagioli, Ake, Peeters
Allenatore: Pirlo

SPEZIA
Provedel; Vignali, Terzi, Erlic, Marchizza (41′ st Bastoni); Estevez, Sena (41′ st Agoume), Maggiore (28′ st Acampora); Gyasi, Nzola (28′ st Galabinov), Farias (28′ st Verde)
A disposizione: Zoet, Agudelo, Chabot, Ferrer, Ricci, Piccoli, Ismajli
Allenatore:Italiano

ARBITRO: Sacchi
ASSISTENTI: Colarossi, Di Vuolo
QUARTO UFFICIALE: Marchetti
VAR: Fabbri, Di Iorio

AMMONITI: 10′ pt Frabotta, 51′ st Demiral

La Juve piega lo Spezia: 3 a 0 coi gol di Morata, Chiesa e CR7

Sofferenza per 60’ minuti ma alla fine la panchina cambia una Juventus in emergenza, che riesce ad avere la meglio su uno Spezia coraggioso e ben messo in campo: gol decisivi di Morata, Chiesa e Ronaldo per il 3 a 0 finale.

La partita inizia con la Juventus che già in emergenza deve rinunciare nel riscaldamento a De Ligt: in campo Frabotta per un 3-5-2 che vede Szczesny in porta, Demiral Danilo Frabotta Alex Sandro, Bentancur, Rabiot, McKennie, Chiesa, Kulusevski e Ronaldo. Lo Spezia di Italiano risponde con Provedel in porta, Vignali, Terzi, Erlic, Marchizza; Estevez, Leo Sena, Maggiore; Farias, Nzola e Gyasi.

Al 7’ ci prova lo Spezia con Maggiore che pesca Marchizza che dentro l’area piccola tira al lato. Al 9’ Chiesa segna ma il gol è annullato per fuorigioco. Al 10’ ammonito Frabotta per un intervento scomposto su Vignali: diffidato salterà la Lazio. Al 13’omaggio a Davide Astori, a tre anni dalla scomparsa.

Spezia coraggioso, Juve in difficoltà: al 18’ McKennie in campo aperto serve Chiesa sulla sinistra che si accentra e tira da fuori, ma è largo oltre il secondo palo. Al 24’ scambio Farias-Nzola-Farias con tiro deviato in angolo. Al 30’ ci prova Nzola ma il tiro è deviato da Demiral in angolo.

Al 36’ Demiral trovato da Chiesa prova a girare ma blocca Provedel. Al 37’ Bentancur dalla trequarti pesca Chiesa ma Marchizza chiude in angolo. Al 38’ scambio Chiesa-Kulusevski-Chiesa con tiro respinto da Provedel. Al 39’ ci prova la svedese con tiro respinto da Erlic. Al 42’ Ronaldo dalla sua posizione si accentra e colpisce il quarto legno della sua stagione. Il primo tempo si chiude con un’azione sulla destra di Chiesa, che pesca Kulusevski alle porte dell’area piccola: cross al centro dell’area, libera Terzi.

Inizia il secondo tempo con gli errori di Alex Sandro e Vignali che creano pericoli nelle proprie aree. Al 50’ schema su punizione per la Juve, palla a Ronaldo che sbaglia ma era in fuorigioco. Al 59’ Ronaldo, trovato da Kulusevski, si ritrova la palla addosso ma non riesce a deviarla in porta. Al 61’ Pirlo mette dentro Morata e Bernardeschi per McKennie e Frabotta: è la mossa che cambia la partita.

Appena entrati, infatti, Bernardeschi in fuga sulla sinistra mette al centro e Morata segna: lunga pausa per il controllo Var ma gol convalidato. Al 72’ arriva il raddoppio con Chiesa che riceve la palla su assist bis di Bernardeschi: tiro a botta sicura respinto da Provedel ma sulla ribattuta l’esterno ribadisce in rete.

Al 78’ Ronaldo su punizione trova pronto alla respinta Provedel. CR7 si rifà dieci minuti dopo quando Bentancur in campo aperto trova il passaggio filtrante per il portoghese che infila Provedel in uscita. Per lui è il 20esimo centro in Serie A e il 767esimo in carriera come quelli riconosciuti a Pelè.

Al 94’esimo intervento in area di Demiral su Giasy, Sacchi dopo aver rivisto al Var decide per il rigore ma Galabinov si fa ipnotizzare da Szczesny che neutralizza il tiro e lascia il risultato invariato

Juve-Spezia 3-0: Tempo di pentirsi e tornare in Chiesa

Juve-Spezia è “la partita della svolta” puntata numero mille, con Pirlo che parla ancora di scudetto come se fosse ottobre e i punti da recuperare un paio.
La realtà è che oggi il tecnico della Juve che parla di scudetto è paragonabile a quelli che vanno a Montecarlo a farsi le foto vicino alle macchine di lusso parcheggiate fuori dal casinò e poi tornano a casa con la fiat punto del 2004.

Veniamo all’avversario, lo Spezia di Vincenzo Italiano, nato in Germania che fa giocare a calcio in maniera organizzata la sua modesta squadra. È un fattore che colpisce l’occhio, di questi tempi…

Il primo tempo è, tanto per cambiare, una scarpa stretta, uno stillicidio costante, in leggero miglioramento verso la fine. La Juve è pasticciona e non aiutata dalla sorte. DeLigt da forfait un secondo prima del fischio iniziale lasciando il posto a Frabotta, Ronaldo prende un palo e rischia la denuncia per minaccia aggravata (art 612 del codice penale) dopo che Chiesa per ben 3 volte osa (o come dicono impropriamente in Piemonte “si osa”…) non passargli il pallone.
Il numero 7 gioca da solo: un pò perché lo è e un pò perché i compagni lo guardano come Di Canio guardava Caressa domenica sera al club di Sky.
Il momento di Kulusevski meriterebbe un breve approfondimento che svilupperemo qui e ora: è un centrocampista che gioca fuori ruolo, fine. Almeno stasera è riuscito a non farsi trovare sempre spalle alla porta.

La Juve del primo tempo è la variante calcistica del Covid: non ti fa sentire più i sapori.

Nella ripresa aumenta la forbice tra il vorrei ma non posso dello Spezia e il potrei ma non voglio della Juventus: le categorie di differenza diventano evidenti e ogni minuto che passa col risultato ancora in parità è una medaglia al petto dei liguri.
L’equilibrio si rompe dopo un’ora di gioco con il colpo del Maestro: fuori McKennie e Frabotta per fare spazio a Morata e Bernardeschi. Detta così potrebbe sembrare la mossa della disperazione, i 2 panchinari mandati in campo da Buldozer, Oronzo Canà che fa scaldare Crisantemi.
Invece è la mossa vincente, perché un minuto dopo il 33 mette una palla in mezzo che il 9 trasforma in gol, l’esultanza è strozzata da una bandierina inspiegabilmente alzata che il VAR abbassa definitivamente 3 minuti dopo, ma non è finita.
Ancora Bernardeschi che ci lascia un buon ricordo in occasione della suo match d’addio, posseduto dallo spirito di Lichtsteiner sgroppa sulla sinistra e serve centralmente Chiesa che spara sul portiere e ribadisce in gol. 2-0 e la partita si apre e si chiude in poco meno di 10 minuti.

Anche l’autore del raddoppio merita un breve focus: Federico Chiesa si dimostra devoto alla causa come Zingaretti alla D’Urso. È sicuramente il miglior acquisto di questa stagione e forse, tolto de Ligt che viene da un altro pianeta, del biennio. Manifesta grinta, impegno, voglia di migliorarsi, carattere che non gli fa sentire e subire il peso di quasi un quintale dell’ombra di un portoghese col 7 sulla schiena, un semidio che risiede nell’olimpo dei più grandi di questo sport.
Il numero 22 è un giocatore che è nato juventino, moderno e antico al contempo. Si potrebbe scorgere il suo volto in una vecchia foto, con addosso una maglia bianconera attillata senza sponsor e con una sola stella e non sorprendersi. Ha caratteristiche antiche che non vanno mai fuori moda e che lo avrebbero reso arruolabile in qualsiasi Juventus degli ultimi 50 anni.

Resta il tempo per il terzo gol di Ronaldo che chiude il discorso definitivamente a cui seguirà, solo per le statistiche, il rigore sbagliato da Galabinov a tempo scaduto.

La Juve riprende dalle cose semplici: vincere le partite abbordabili e farlo senza troppi patemi: Riesce a metà spianando la strada solo nel secondo tempo. Si poteva fare meglio ma viste le premesse si prendono i 3 punti, si ringrazia e si saluta.
È qualcosa: tanto per l’obbiettivo minimo del quarto posto, ancora poco per quel sogno chiamato scudetto.
In attesa del Porto, che arriverà tra 7 giorni, ci attende la Lazio fresca di riposo “forzato” dalle storture di un protocollo che funziona a intermittenza.
I tifosi ci possono anche credere, alla Juve il compito di non svegliarli.