Decide Locatelli. Il Derby è bianconero

Un successo di importanza capitale. Per la rincorsa in campionato, per la convinzione del gruppo, per la ritrovata imbattibilità difensiva. E perché il Derby è sempre il Derby e vincerlo ha un sapore speciale. Specie se ci si riesce dopo un primo tempo timido, ma una ripresa da padroni assoluti. Locatelli timbra il gol vittoria a meno di cinque minuti dal termine e raccoglie il meritato premio per una squadra che gara dopo gara, sta trovando i giusti meccanismi e il corretto modo di affrontare le gare.

L’AGGRESSIVITÀ DEL TORO, GLI STRAPPI DELLA JUVE

La partenza nella stracittadina è tutta bianconera, con il primo strappo di Kean, che dopo il recupero di de Ligt parte palla al piede, corre per cinquanta metri e conclude in diagonale, angolando troppo il tiro. Il secondo è di Rabiot, che trova McKennie a centro area, ma il destro di prima intenzione dell’americano non inquadra la porta. Dopo l’incoraggiante avvio dei bianconeri è il Toro a prendere campo e impegna Szczesny con la sventola di Mandragora da fuori area. La Juve lascia l’iniziativa agli avversari, aspettando con pazienza il momento per ripartire. Non è semplice, perché Kean il più delle volte è troppo isolato, ma quando riesce a entrare nell’azione anche Chiesa, il contropiede può svilupparsi e Locatelli ha sul destro un’ottima opportunità, ma il tiro viene deviato in angolo dal recupero della difesa granata. + 16

LA JUVE CRESCE

La ripresa si apre con Cuadrado al posto di Kean e Bernardeschi in avanti al fianco di Chiesa. La partita rimane confusa e più di una volta entrambe le squadre si lasciano trascinare da una serie di respinte a metà campo, che hanno il solo scopo di impedire agli avversari di iniziare la manovra, ma che al contempo non permettono di creare gioco. Quando la Juve riesce a trovare ordine però i risultati si vedono e Milinkovic deve intervenire per alzare sopra la traversa il colpo di testa di Alex Sandro e per bloccare il sinistro di Cuadrado dal limite. Il colombiano regala la vivacità che mancava nel primo tempo e ora sono i bianconeri a fare la partita, ma trovare spazi per innescare la rapidità di Chiesa non è semplice.

LA FIRMA DI LOCATELLI

Allegri cambia Bernardeschi con Kulusevski e lo svedese mette subito in movimento Rabiot che arriva fin davanti a Milinkovic e crossa rasoterra per Chiesa, anticipato da Ansaldi prima di poter toccare nella porta sguarnita. Il tempo corre, ma continua a farlo anche la Juve, che mostra una condizione e una lucidità invidiabili e che a quattro minuti dal novantesimo trova il gol del vantaggio con Locatelli, che riceve da Chiesa al limite dell’area, inquadra l’angolino alla sinistra di Milinkovic e manda il pallone a sbattere contro il palo interno, prima di addormentarsi in rete. Ora si deve tenere. Allegri fa esordire Kaio Jorge, dentro per Chiesa e la Juve non si arrocca in difesa, anzi difende nella metà campo avversaria, tenendo il pallone lontano dalla propria area. I bianconeri sfiorano anche il raddoppio con Kulusevki, che centra un palo clamoroso dopo un’ubriacante azione personale e legittimano ulteriormente, non che ce ne fosse bisogno, un successo prezioso almeno quanto quello di Champions contro il Chelsea. Forse anche di più.

TORINO-JUVENTUS 0-1

RETI: 41′ st Locatelli

TORINO

Milinkovic; Zima, Bremer, Rodriguez; Singo, Pobega, Mandragora, Aina (20′ st Ansaldi); Lukic (21′ st Linetty), Brekalo (39′ st Rincon); Sanabria (32′ st Baselli)

A disposizione: Berisha, Gemello, Buongiorno, Izzo, Vojvoda, Verdi, Kone, Warming

Allenatore: Juric

JUVENTUS

Szczesny; Danilo, de Ligt, Chiellini, Alex Sandro; Bernardeschi (35′ st Kulusevski), Locatelli, McKennie, Rabiot; Chiesa (44′ st Kaio Jorge); Kean (1′ st Kean)

A disposizione: Perin, Pinsoglio, Bonucci, Rugani, De Sciglio, Pellegrini, Bentancur, Arthur

ARBITRO: Valeri

ASSISTENTI: Giallatini, Galetto

QUARTO UFFICIALE: Baroni

VAR: Di Paolo, Carbone

AMMONITI: 12′ st Sanabria, 17′ st Lukic, 20′ st Mandragora, 37′ st Chiellini

Magia di Locatelli: è della Juve il derby della Mole

Locatelli

Terza vittoria consecutiva in campionato per la Juve, la quarta calcolando anche la Champions: è bianconero il derby della Mole, vinto grazie a una giocata sull’asse Chiesa-Locatelli, col centrocampista che segna la rete del successo.

Juric schiera Milinkovic; Zima, Bremer, Rodriguez; Singo, Pobega, Mandragora, Aina; Lukic, Brekalo; Sanabria. Allegri risponde con Szczesny; Danilo, De Ligt, Chiellini, Alex Sandro; Chiesa, McKennie, Locatelli, Rabiot; Bernardeschi, Kean.

Al 2′ De Ligt recupera palla e lancia di fatto Kean, che percorre tutto il campo, resiste al ritorno della difesa granata, entra in area e calcia un diagonale che si spegne largo alla destra di Milinkovic. Al 5′ occasione monumentale per la Juve con lancio di Chiesa, che trova Rabiot alle spalle di Pobega: il francese taglia l’area e mette in mezzo, non trovando Kean; arriva in corsa McKennie che sbilanciato col corpo calcia alto da posizione centrale. All’8′ Rabiot gestisce il pallone e con qualità libera McKennie, che ha campo, arriva al limite dell’area, si aggiusta la palla ma calcia ancora alto. Il Toro prova ad alleggerire la pressione con una conclusione dalla distanza di Mandragora e poi con un’iniziativa di Singo nel giro di un minuto.

Partita più equilibrata, man mano che passa il tempo: il Torino cerca di mettere dentro palle alte e sorprendere la retroguardia bianconera. Al 21′ occasione Toro con una rimessa laterale battuta lunga, dentro l’area, Rabiot che non impatta la palla e Lukic alle spalle che non riesce a indirizzare la sfera verso la porta di Szczesny. Buon momento per i padroni di casa, aggressivi soprattutto sulle palle inattive. Al 26′ azione fotocopia a quella di poco prima del Toro: cross in area e Lukic, contrastato da Chiellini, che non riesce a colpire pulito la sfera. Al 27′ spunto di Brekalo, che salta Danilo e mette una palla tagliata spazzata via da Sandro. Al 35′ Rabiot potrebbe servire in profondità Kean ma il suo passaggio è troppo lungo. Break del Toro con un tiro pretenzioso di Pobega e un’azione poi di Brekalo, che spara alto.

Al 37′ Kean sfugge alla marcatura e s’invola verso l’area, mettendo in mezzo: palla controllata da Milinkovic Savic. Al 39 botta dalla distanza di Mandragora respinta da Szczesny: Torino in fiducia, che crea alcune situazioni insidiose, gestite a fatica dalla difesa bianconera. Su un’azione insistita del Toro, la Juve riesce a innescare Chiesa, che strappa e serve Kean sulla sinistra: l’attaccante mette in mezzo e nel batti e ribatti Locatelli calcia al centro dell’area trovando la deviazione e il corner. Il primo tempo si chiude senza recupero e sullo 0 a 0. Bocciatura per Kean, sostituito a inizio secondo tempo da Allegri che mette Cuadrado e ridisegna la Juve con Chiesa e Bernardeschi che tornano nelle posizioni occupate nella sfida contro il Chelsea. Al 52′ azione manovrata della Juve, Chiesa pescato al centro cerca un appoggio, invece, di gestire il pallone: su un cross successivo, Alex Sandro in area stacca ma trova la gran risposta di Milinkovic Savic. Sulla ripartenza del Toro c’è campo per Lukic che arriva fin dentro l’area bianconera ma viene stoppato sul più bello da Chiellini. Al 55′ Chiellini si mette in proprio e si porta al limite dell’area granata, servendo Cuadrado che prova la botta dalla distanza: para il portiere del Toro. Al 56′ giallo per Sanabria per un gomito alto su De Ligt. Al 59′ contropiede della Juve, gestito da Rabiot che trova Chiesa, suggerimento per Cuadrado che entra in area e si lamenta per un contatto con Pobega. Al 61′ altro giallo per Lukic per fallo su Sandro e tre minuti dopo per Mandragora. Doppio cambio nel Toro: dentro Linetty e Ansaldi per Lukic e Aina. Al 69′ buona occasione per la Juve con palla in area per McKennie che invece di calciare rimette dentro: alla fine arriva un corner. Al 70′ Rabiot lavora bene palla e la serve al limite dove Locatelli non trova la porta. Poco dopo pericoloso batti e ribatti in area bianconera con Szczesny in difficoltà: ma la Juve riesce ad evitare il peggio. Al 76’ esce Sanabria per Baselli. Tre minuti dopo dentro Kulusevski per la Juve al posto di Kulusevski. La prima palla dello svedese lancia Rabiot, che entra in area e mette al centro dove Ansaldi anticipa Chiesa in corner. All’82’ ammonito Chiellini per fallo su Baselli. All’84’ fuori Brekalo nel Torino per Rincon. All’86’ la Juve la sblocca con Locatelli: Chiesa rifinisce un pallone di Alex Sandro per il centrocampista che dal limite gira sul secondo palo: sfera che tocca il legno ed entra in rete per il vantaggio bianconero. All’88’ Allegri mette dentro Kaio Jorge per Chiesa. Quattro minuti di recupero in cui Kulusevski sfiora il raddoppio, trovando il palo su azione insistita.

Torino-Juve 0-1: Una squadra

“Vincere è difficile ma continuare a vincere lo è ancora di più” è una frase che vale nel lungo periodo (vincere il nono scudetto dopo averne vinti 8) così come nel breve, e quella di ieri era la partita più importante del mondo, anche più della sfida di mercoledì contro i campioni d’Europa, perché in un momento come questo trovare continuità era fondamentale, importante come respirare.
Il match col Chelsea dura 3 tempi, col primo del derby giocato con lo stesso piano tattico, in attesa e ripartenza, se non fosse che il Torino ha lasciato la possibilità agli uomini di Allegri di colpire. Lo spettacolo non è granché, la squadra si esprime con fatica, il Torino pressa con successo, la Juve “subisce ancora” in silenzio. Sembra il solito copione fino al fischio di metà gara.
Il secondo tempo invece si è vista un’altra squadra, che voleva vincere, prendersi i 3 punti ad ogni costo perché per quelli si scende in campo, sempre. La Juve si prende il derby con autorevolezza, con voglia e idee. Non è una squadra perfetta ma è una squadra viva. Una squadra vera, una squadra che viene voglia di sostenere, che ti fa credere alla vittoria perché sono gli 11 in campo i primi a crederci. Bravo Allegri a sistemare la formazione, con l’ingresso di Cuadrado fondamentale. Benissimo Alex Sandro che sembra tornato quello di… vabbè meglio non dire nulla. DeLigt è il terzo bronzo di Riace, Chiellini il capitano, perfino Bernardeschi sembra sapere cosa fare col pallone tra i piedi (McKennie un po’ meno… molto meno). Buono anche l’ingresso di Kulusevski per una volta.
Fino al colpo di biliardo di Locatelli, degno del signor quindicipalle, su cui va notato il movimento importantissimo di Rabiot, un altro che se non sbaglia 2/3 lanci facili a partita non sembra contento.

3 punti che pesano 3 quintali e ci lasciano ben sperare in questa ennesima, maledettissima, inutile sosta che ci attende. 3 punti guadagnati, strameritati perché voluti, senza i 2 attaccanti titolari, nel derby, che per la Juve è una partita del campionato, per gli altri è la partita dell’anno.
Bravo Allegri a fare legna con quello che offre il bosco di questi tempi, come Carlino non vende sogni ma solide realtà. Bravo a ridarci una Juve non sempre scintillante ma compatta, vogliosa, un gruppo di ragazzi che hanno un obbiettivo, che remano dalla stessa parte, che soffrono, in campo e in panchina alla stessa maniera: una squadra, finalmente.