Sono 36 perché…

1) Sono 36 perché “il ciclo Juve è finito”, “hanno costruito un Milan da Scudetto”, “questa Inter è da Scudetto” e “sarà l’anno del Napoli”.

2) Sono 36 perché l’emozione del gol di Trezeguet a San Siro, su assist di Del Piero in rovesciata!, non la si cancella con un atto notarile.

3) Sono 36 perché “il Milan ha acquisito il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Leonardo Bonucci”.

4) Sono 36 perché la punizione perfetta di Del Piero, da 30 metri, ad ammutolire la San Siro nerazzurra, è un ricordo indelebile nella NOSTRA memoria.

5) Sono 36 perché a Udine, sotto 2-1, in dieci, abbiamo vinto sei (!) a due!

6) Sono 36 perché Paparesta non è mai stato sequestrato da nessuno!

7) Sono 36 perché “li mortanguerieri nooooo”.

8) Sono 36 perché “la prescrizione salva l’Inter. Fu illecito sportivo” (Repubblica, 4 luglio 2011).

9) Sono 36 perché “guarda il contesto socialeeeee”.

10) Sono 36 perché  “[Quella di calciopoli è stata] una sentenza pazzesca, e non perché il calcio sia un ambiente pulito. Una sentenza pazzesca perché costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome. Una sentenza pazzesca perché punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna. (…) Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino? (Enzo Biagi, 16 agosto 2006).

11) Sono 36 perché Dybala, all’Olimpico, al minuto 93, l’ha messa all’angolino.

12) Sono 36 perché nessuno ci ha ancora spiegato come sia “concettualmente ammissibile l’assicurazione di un vantaggio in classifica che prescinda dall’alterazione dello svolgimento o del risultato di una singola gara”

13) Sono 36 perché nessuno di noi ha contestato la squadra, ma tutti li abbiamo sostenuti, li abbiamo spinti al traguardo e ci abbiamo creduto, sempre e fino alla fine!

14) Sono 36 perché “è emersa l’esistenza di una rete consolidata di rapporti, di natura non regolamentare, diretti ad alterare i principi di terzietà, imparzialità e indipendenza del settore arbitrale, instaurati, in particolare fra i designatori arbitrali Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto (ma anche, sia pur in forma minore, con altri esponenti del settore arbitrale) ed il Presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti”

15) Sono 36 perché a San siro, un paio di settimane fa, l’hanno capito tutti (anche quelli che fanno finta di no) cosa vuol dire veramente “fino alla fine”

16) Sono 36 perché “il Bologna non fallì per colpa di Moggi. Gazzoni condannato” (Tuttosport, 13 maggio 2018)

17) Sono 36 perché noi, in albergo, non abbiamo perso né dimenticato niente (anzi una volta, nel 2014, lo abbiamo vinto pure in albergo)

18) Sono 36 perché “lo scudetto 2006 lo ha vinto la Juve” (Alvaro Recoba, 5 ottobre 2012)

19) Sono 36, perché erano 35. E poi è entrato Douglas Costa.

20) Sono 36 perché “91 punti! Teste di cazzo!”

21) Sono 36 perché quando eravamo a +6 a due giornate dalla fine, con +16 di differenza reti, non abbiamo sparato neanche un mortaretto

22) Sono 36 perché il campionato 2005-2006 non è mai stato messo sotto inchiesta

23) Sono 36 perché il Napoli sarebbe primo se avesse battuto Fiorentina e Toro, ma ha perso 3-0 con la Fiorentina e ha pareggiato 2-2 con il Toro. E allora sono proprio 36.

24) Sono 36 perché “La cosa straordinaria è che dopo Calciopoli si è ritrovata la strada della serietà professionale e c’è spazio per tutti, nulla è prevedibile, e il pubblico si può veramente divertire, con un campionato che non diventa scontato dopo sette partite.” (Aurelio de Laurentiis, 20 ottobre 2008)

25) Sono 36 perché “finalmente il VAR”, “eh ma col VAR”, “viva il VAR”, “si fa un uso sbagliato del VAR”, “così non VAR”, “ci hanno rubato otto punti col VAR”

26) Sono 36 perché, sul campo, la Juventus Football Club, ha prevalso su tutti gli avversari precisamente 36 volte!

27) Sono 36 perché Insigne ha parlato tanto, ma poi ha segnato meno gol di Khedira

28) Sono 36 perché “senza Moggi non vincerete più”, “senza Conte non vincerete più”…

29) Sono 36 perché Ziliani, Pistocchi, Varriale, Tancredi Palmeri, Luca Telese, Anna Trieste, Carlo Alvino, Auriemma, Paolo Bonolis e tanti tanti altri questa mattina ci provano a parlare, ma rosicano, rosicano, rosicano…

30) Sono 36 perché abbiamo fatto 92 punti (uno in più dell’anno scorso, con una partita in meno) e abbiamo superato quota 90 per il terzo anno consecutivo.

31) Sono 36 perché erano 29, ne abbiamo aggiunti sette di fila (7 DI FILA!), e quindi fa proprio 36

32) Sono 36 perché nel 2011 la società fatturava meno di 200 milioni e oggi ne fattura 450!

33) Sono 36 perché “alla Juve non devi toccare l’orgoglio!”

34) Sono 36 perché il primo numero che abbiamo in testa, già da questa mattina, è il 37!

35) Sono 36. E undici (11!) li abbiamo vinti con un fenomeno in porta, che tanto ci ha fatto esultare, e tanto ci farà piangere sabato prossimo

36) Sono 36. E questo lo dedichiamo a Erika.

Sono 36, ma ogni volta è come se fosse la prima. Quest’anno, se permettete, un po’ di più.

@fattidijuve

La nostra sullo scudetto

La redazione si toglie qualche sassolino dalle scarpe, dopo il settimo incredibile scudetto consecutivo. Giro d’opinioni, pensieri, sviolinate, rants & flames, su questo scudetto.


di Antonio Corsa

Chiacchiere, le solite. Anche quest’anno abbiamo assistito al repertorio completo di polemiche, complotti, giudizi della critica e puzze sotto il naso. Poi sollevi una Coppa, e dopo ne sollevi un’altra. E il rumore di sottofondo scompare. Congratulazioni, Juventus.


di Kantor

Tutti ringrazieranno i giocatori, l’allenatore e la società, quindi io posso fare qualche cosa di diverso. Perciò ringrazio Caressa,  Bergomi,  De Grandis,  Alvino, De Laurentis, Sarri e De Magistris per avermi fatto gustare ancora di più questa vittoria e avermi caricato a dovere per godermi anche il prossimo. Mai avuto un avversario più antisportivo del Napoli, mai visto un allenatore più troglodita di Sarri, mai toccate vette di rosicamento così alto in una TV a pagamento finanziata perlopiù dai tifosi juventini. Son cose che non ci faranno mai stancare di vincere.


di Andrea Lapegna

Prima di tutto, i complimenti al Napoli. Perché non va taciuto il contributo che hanno dato gli uomini di Sarri a questo bellissimo campionato. Pensate all’ascendente che hanno avuto su media, opinione pubblica, addetti ai lavori e via dicendo. Pensate a tutta la narrativa del Davide contro Golia, del demagogico populismo del povero contro il ricco (il Napoli fattura centinaia di milioni, questo paragone varrebbe per la Cisco Roma, seppure). Pensate che sono riusciti a dire “la Juve rubba” pure quando ad agosto erano convinti che il VAR avrebbe azzerato ogni traccia di juventinità dalla penisola. Pensate a cosa ha rinunciato il Napoli per poter battagliare fino alla fine: un paio di coppe erano quantomeno alla portata. Pensate soprattutto a quanta voglia e a quanta determinazione ci hanno messo i calciatori: chi portabandiera di una città intera, chi verosimilmente alle ultime battute della propria carriera, chi ancora ne ha fatto un obiettivo di vita.

Ecco, pensate a tutto questo e poi ditevi: la Juve ha fatto di più. Ogni complimento giustamente reso al Napoli, deve essere moltiplicato per i bianconeri: la dimostrazione che spesso per gli avversari non basta nemmeno dare il 100%.


di Luca Rossi

Da tifoso di questa stagione porto a casa, come immagino la maggior parte dei tifosi, due momenti: il primo gol di Mandžukić contro il Real Madrid al Santiago Bernabeu con la squadra che prende il pallone e lo porta immediatamente al centro del campo; i tre minuti contro l’Inter quando effettivamente pensavo “ormai è finita”. Rimanere letteralmente spiazzati sia razionalmente sia emotivamente in questo modo è qualcosa che non ha (avuto) prezzo. È difficile trovare nuove parole per celebrare di nuovo la grandezza di questa squadra contro la quale non è bastato un Napoli quasi perfetto in campionato (onore e complimenti a loro). Da blogger mi sono riscoperto uno “iettatore” di livello assoluto attraverso le analisi tattiche: andata con Real e Tottenham, sconfitta con Barcellona e Sampdoria, supercoppa italiana, pareggio col Crotone nonché scheda su Schick prima delle visite. Non era facile, chiedo scusa e l’anno prossimo spero di non ripetermi. Scrivere di Juve, di questa Juve, è sempre molto bello. Un grande grazie a tutti i lettori.


di Davide Terruzzi

Innanzitutto, complimenti ai ragazzi. Il prossimo scudetto sarà il più bello, ma questo è uno dei più sentiti. Vincere non è ordinario, vincere per sette volte di seguito, realizzare quattro double consecutivi, tornare a essere una protagonista assoluta in Europa è la realizzazione della mentalità vincente della Juventus. Mai come quest’anno è stato #finoallafine, perché la Juve è questa, una squadra che vince sempre, contro tutto e tutti, che si alimenta anche dell’odio e di tutte le cazzate dette e scritte. È una fortuna assistere a questo irripetibile ciclo di vittorie. L’elogio e i complimenti vanno solo per chi vince, basta con le esaltazioni degli sconfitti (che si sono impegnati e hanno dei meriti), basta con il nuovismo, con la voglia di vedere un allenatore diverso, lasciando da parte l’oggettività. Tutto nasce dalla solidità e dalla capacità della dirigenza: è lei l’arma vincente, è lei a essere tornata fortissima e porre le basi per dominare. Poi ci stanno gli allenatori e i calciatori, ognuno dei quali si trasforma, diventa vincente, quando indossa la maglia della Juventus. Festeggiamo a questo giro, con l’orgoglio e la felicità profonda di chi ha vinto il settimo scudetto consecutivo. Fino alla fine.


di Enrico Ferrari

La cosa che più mi piace di questo scudetto e di questa coppa Italia è che l’anno prossimo giocheremo per l’ottavo e per la quinta.


di Francesco Andrianopoli

Forse anche noi Juventini, come scriveva Kurt Cobain nella sua ultima lettera, siamo diventati un po’ tutti dei narcisisti, che riescono veramente ad apprezzare le cose che hanno soltanto quando non ci sono più.
Forse, per alcuni di noi, la gioia di vincere uno Scudetto e una Coppa Italia erano ormai diventate sensazioni attenuate, di routine, poco appassionanti.
Fortunatamente, poco prima di suicidarci sportivamente e di perderle per sempre, siamo riusciti a riprenderci in extremis, grazie ai guizzi di Dybala a Roma e di Cuadrado e Higuain a Milano: un’esperienza inebriante, rivitalizzante, entusiasmante, che ci ha fatto capire quanto in realtà sia difficile vincere e rivincere, e quanto straordinario sia questo ciclo settennale.
Un momento reso ancora più straordinario dalla consapevolezza che questo ciclo, in ogni caso, si chiude qui: è arrivato il momento di salutare con affetto molti grandi campioni che ne hanno fatto parte, e personalmente spero che questa passerella d’addio non sia macchiata da alcun “se” e da alcun “ma”, o da ragionamenti su quel che potesse essere fatto meglio: la parola d’ordine, ora come ora, può essere solo “grazie”, grazie di tutto e per tutto; per le analisi sul futuro ci sarà tempo da giugno in poi.


di Kareem Bianchi

Lo scudetto più bello di questo ciclo ricco di vittorie ed emozioni. Dopo una stagione mentalmente estenuante (anche per i tifosi), piena di colpi di scena, difficoltà ed alti e bassi, a posteriori, l’aver aggiunto l’ennesimo scudetto alla propria bacheca in maniera rocambolesca è stato il miglior modo per coronare la stagione. Ciò che rende questo scudetto ancor più speciale è la consapevolezza di aver battuto un degno avversario, autore di un’annata straordinaria. Che dire, sono al settimo cielo.


di Michele Tossani

Ubi maior, minor cessat